Lo strano debito di 2 miliardi della sanità pubblica siciliana Una relazione di due anni fa smentisce la Giunta Crocetta

Un documento ufficiale consegnato nel novembre di due anni fa dall’assessorato regionale alla Salute alla Corte dei Conti, alla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e alla presidenza della Regione siciliana smentisce la ricostruzione dei debiti che si legge nella discussa delibera adottata dalla Giunta regionale di Rosario Crocetta il 18 novembre scorso. Il tema è quello del disegno di legge per l’accensione di un nuovo mutuo da 2 miliardi di euro circa chiesto dall’attuale Governo per sanare i presunti debiti della sanità siciliana. 

In questa delibera della Giunta Crocetta si legge di «una necessità strutturale di cassa del Servizio sanitario regionale per l’importo di 2,6 miliardi di euro pari alla voce crediti verso la Regione per spesa corrente». 

La stranezza di quanto si afferma nella delibera – il cui contenuto, in questi giorni, viene messo in dubbio da tanti osservatori – è smentito dal citato documento ufficiale dell’assessorato regionale alla Salute del 2012 di cui Meridionews è venuto in possesso, dove, tanto per cominciare, si legge «che tutte le perdite economiche maturate negli esercizi risultano correttamente esposte negli stati patrimoniali dei relativi bilanci aziendali». Da dove spuntano allora debiti pari a 2,6 miliardi di euro di cui parla la Giunta Crocetta circa che risalirebbero agli anni 2001-2011?

Questi debiti, spuntati all’improvviso, non sarebbero emersi in tutti questi anni. Ma il termine «non emerge – si legge sempre nella relazione dell’assessorato regionale alla Salute del 2012 – si presta ad errata interpretazione, essendo in ambito di contabilità di bilancio pubblico presupposto di illiceità». 

Insomma, nascondere queste perdite – peraltro notevoli! – sarebbe stato un reato. E a scrivere queste cose sono Lucia Borsellino e Salvatore Sammartano, all’epoca dei fatti dirigenti generali dell’assessorato alla Salute (oggi la prima è assessore regionale, sempre alla Salute, mentre Samartano è sempre dirigente generale). Il tutto mentre il ruolo di assessore alla Salute della Sicilia era ricoperto da Massimo Russo, che nella vita fa il magistrato. 

Da dove spuntano, oggi, questi debiti?  Possibile che Lucia Borsellino smentisca se stessa?

Leggiamo, adesso, alcuni passaggi di questo documento di due anni fa, dove si fa il punto della situazione finanziario sulla sanità pubblica siciliana.    

«Nel documento in esame – si legge nella relazione – si dà atto che, a seguito dell’impegno profuso dall’Amministrazione regionale nell’azione di riallineamento dei crediti delle Aziende con i corrispondenti debiti della Regione e nel conseguente ripiano delle perdite pregresse degli enti sanitari, ad oggi residuano € 472 milioni di perdite portate a nuovo non ancora ripianate, le quali trovano copertura finanziaria in parte nei fondi transitori di accompagnamento statali (€ 264 milioni) da impegnare sul bilancio regionale al momento dell’avvenuto incasso dallo Stato, in parte nelle risorse in perenzione (€ 190 milioni) da prelevare dal fondo di riserva per le spese obbligatorie e di ordine e per la riassegnazione dei residui passivi di parte corrente, eliminati negli esercizi precedenti per perenzione amministrativa ed in parte (€ 34 milioni) nel gettito da maggiorazione delle aliquote fiscali per l’anno d’imposta 2012».

«Tali valori, peraltro – prosegue il documento – evidenziano un’eccedenza di coperture di € 16 milioni. Pertanto nel momento in cui, una volta accertata la disponibilità finanziaria, l’Amministrazione regionale, adottando i conseguenti provvedimenti autorizzativi, provvederà a liquidare le risorse finanziarie alle Aziende, ciò non comporterà alcun aggravio di spesa sul bilancio regionale. Infine sul punto preme sottolineare che, in occasione dell’ultimo Tavolo di verifica ministeriale del 24 luglio u.s. è stato determinato che il gettito derivante dalla maggiorazione delle aliquote Irap e Addizionale Irpef per l’anno d’imposta 2012 quantificato in € 337 ed altre rideterminazioni fiscali per € 46 milioni determinano un avanzo rispetto al risultato di gestione 2011, pari ad € 357 milioni».

«Con riferimento alla situazione di indebitamento del sistema sanitario regionale…complessivamente pari nel 2011 a 4.444 milioni, non può non sottolinearsi come si tratta di una criticità quasi del tutto superata per effetto delle iniziative intraprese nel 2012. Infatti, occorre considerare che l’accrescimento dell’indebitamento per beni e servizi registrato sullo stato patrimoniale al 31/12/2011 rispetto al 31/12/2008, è strettamente correlato al mancato trasferimento alle Aziende, da parte delle gestioni precedenti, di quote di Fondo Sanitario riferite agli anni 2001 e 2002 e agli anni 2006 e 2008 e di parte dei disavanzi pregressi». 

«Questa Amministrazione, a seguito dell’azione di riallineamento dei crediti delle Aziende con i corrispondenti debiti della Regione, trascurata dalle precedenti gestioni e conclusasi nel corso del 2011, ha liquidato alle Aziende, nel corso dei primi mesi dell’anno 2012, le spettanze pregresse di loro competenza (€ 744 milioni), che avevano contribuito a determinare sia il maggiore indebitamento verso terzi, sia uno squilibrio tra le Aziende del Sistema sanitario regionale, in quanto quelle con perdite pregresse di maggiore importo versavano in maggiore difficoltà finanziaria».

«Inoltre – si legge sempre nella relazione del 2012 – l’indebitamento rilevato alla data del 31/12/2011 risulta generato anche dal mancato trasferimento di quote di Fondo Sanitario corrente anno 2011 per ca. € 2.700 milioni, che sono state liquidate alle Aziende soltanto nel corso dei primi mesi dell’anno 2012, in quanto l’ammontare definitivo della quota di riparto del FSR 2011 è stata resa nota soltanto nel mese di dicembre 2011. Tale circostanza non ha consentito di pianificare per tempo la gestione del plafond di cassa necessario, determinando, pertanto, il predetto ritardo nel trasferimento delle risorse».

«Tali interventi, insieme all’incremento del plafond di cassa stabilito per l’anno 2012 che ha generato l’immissione di maggiore liquidità al sistema – leggiamo sempre nella relazione – hanno consentito di ridurre l’ammontare delle esposizioni debitorie delle Aziende sanitarie nei confronti dei fornitori…”.

Insomma, debiti, nel 2012, non ce n’erano. Come mai spuntano adesso? E da dove?

Antonella Sferrazza

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