«La sospensione degli obblighi fiscali così come delle azioni di riscossione per questi territori sono una misura prioritaria che deve essere accompagnata da un sostegno finanziario per rimettere in piedi la rete dei servizi e delle infrastrutture». Stop alle tasse nelle regioni del Nord colpite dall’alluvione e dal forte vento che negli ultimi giorni hanno lasciato una scia di morti e danni, soprattutto in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Liguria. La prima apertura dell’esecutivo nazionale ai governatori arriva dalla sottosegretaria all’Economia, Laura Castelli, 32enne torinese del Movimento 5 stelle. Parole che, nei territori siciliani flagellati dal maltempo di metà ottobre – tra il Calatino, il Siracusano e la provincia di Enna – riaprono una ferita ancora affatto rimarginata. Ci sarà lo stesso trattamento anche per gli alluvionati siciliani?
«Non le posso rispondere perché non ne so nulla, se ne sta occupando direttamente Di Maio», spiega la sottosegretaria Castelli a MeridioNews. Il 27 ottobre, in visita a Scordia dopo il maltempo, il vicepremier ha parlato di «stato di emergenza per riparare non solo gli edifici pubblici, ma anche per risarcire i privati». Aggiungendo che la dichiarazione sarebbe arrivata «la settimana prossima», in modo che «entro la fine dell’anno si potranno sbloccare le risorse». A distanza di sette giorni, però, si aspettano notizie dal consiglio dei ministri.
«La sospensione dei tributi anche per le zone alluvionate della Sicilia al momento è un’ipotesi – spiega Gianluca Rizzo, deputato pentastellato originario proprio del Calatino – È ancora in corso la quantificazione dei danni. Per i dettagli dei provvedimenti che disporrà il governo bisogna aspettare l’approvazione di un apposito decreto legge, ma siamo ottimisti vista l’attenzione e la vicinanza ai sindaci siciliani dimostrate da questo esecutivo». «Credo – conferma Nunzia Catalfo, senatrice catanese del Movimento 5 stelle – che ci sarà lo stesso trattamento per tutte le regioni alluvionate, sarebbe illogico pensare diversamente».
Lo stato di emergenza è competenza del Consiglio dei ministri, non può superare i 180 giorni con un’eventuale proroga di altri 180 giorni, e prevede interventi di ampia portata che riguardano il piano di protezione civile e sono solitamente coordinati proprio dalla protezione civile, a meno della nomina di un diverso commissario per l’emergenza. Ma non è automatico che, con la dichiarazione dello stato di emergenza, scatti la sospensione dei tributi. Se questo accade, dopo la scadenza della sospensione, la ripresa dei versamenti avviene poi senza sanzioni e con possibilità di rateizzare in massimo 18 mesi. Se invece la sospensione delle tasse non viene accordata, i residenti delle zone colpite potranno comunque richiedere «la rateizzazione, fino a un massimo di diciotto rate mensili, dei tributi che scadono nei sei mesi successivi alla dichiarazione dello stato di emergenza».
Altra cosa è lo stato di calamità naturale, che riguarda soprattutto il settore agricolo colpito da un evento eccezionale e gli eventuali rimborsi. Nei giorni scorsi la giunta regionale guidata da Nello Musumeci ha deliberato una formale richiesta di stato di calamità naturale al ministero delle Politiche agricole per gli eventi dei giorni 14 e 15 tra Ragusa e Siracusa, e tra il 18 e il 20 nelle zone del Calatino, Siracusa ed Enna. La Regione chiede «una proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza nell’anno in cui si è verificato l’evento calamitoso», la possibilità di risarcimenti anche per le aziende agricole non inserite nel piano assicurativo agricolo, cioè quelle che non hanno sottoscritto polizze agevolate contro eventi calamitosi, e prestiti con ammortamento quinquennale. Anche su questo si attende la risposta del governo nazionale.
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