Ha giocato a calcio e, fino a qualche anno fa, sognava di arrivare in serie A. Era una promessa del pallone Rosolino Celesia – per tutti Lino – il 22enne ucciso stanotte a Palermo a colpi di pistola durante una rissa davanti alla discoteca Notr3 di via Pasquale Calvi. Dai suoi profili social emerge la passione per la musica neomelodica. Ereditata dal padre Gianni Celesia, ex consigliere della sesta circoscrizione comunale di Palermo e cantante neomelodico, conosciuto – nel suo quartiere Cep ma anche in tutta la città – per le esibizioni nelle piazze e nelle televisioni private. Sempre da Facebook e TikTok si coglie anche una certa passione per le frasi del film Scarface con Al Pacino. Adesso c’è un cordone di forze dell’ordine davanti al Pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo, dove la salma del giovane si trova in attesa dell’autopsia. E in prefettura è stata convocata una riunione straordinaria del comitato ordine e sicurezza.
Fin da piccolo, Rosolino Celesia aveva cominciato a frequentare la scuola calcio Ribolla del campione Totò Schillaci. Ed era riuscito a vestire la maglia del Trapani, del Torino e del Palermo, sempre nelle giovanili. Dopo due anni nel Trapani, da attaccante, era stato contattato dal Torino che lo aveva schierato nell’under 17. Poi il prestito al Palermo. In serie D aveva giocato per il Marsala e il Troina. Lasciato il Troina, l’esperienza nella Parmonva, squadra palermitana con sede nella borgata marinara di Mondello. L’ultima esperienza, prima di abbandonare il calcio a 20 anni.
Un profilo Facebook dove ci sono soprattutto foto del suo passato tra i campi di calcio e uno su TikTok in cui si mostrava cambiato fisicamente con un taglio corto di capelli e la barba molto lunga. Un account pieno di video con sottofondo di canzoni neomelodiche e altri con brevi dialoghi del film Scarface, tipo: «Tu ce le hai le palle?». O altre frasi come: «Quando sei solo e sono tutti contro di te hai due strade davanti: la prima è morire la seconda è uccidere». In mezzo anche video girati in discoteca con un gruppo di amici e i cocktail in mano. In sottofondo frasi come quella del film Vallanzasca, gli angeli del male: «Io non sono cattivo ho soltanto il lato oscuro un po’ pronunciato».
C’è un cordone di poliziotti e carabinieri attorno al Pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo, dove la salma di Rosolino Celesia è stata portata da un’ambulanza privata. Le forze dell’ordine in assetto antisommossa sono intervenute a protezione della struttura sanitaria, dove i parenti della vittima hanno cercato di fare irruzione. La salma sarà portata alla Medicina legale del Policlinico dove verrà eseguita l’autopsia. Intanto, gli inquirenti stanno ancora portando avanti le indagini per ricostruire la dinamica esatta di quanto accaduto – con il giovane che è stato raggiunto da due colpi di pistola – ma anche il movente e per arrivare a individuare il responsabile del delitto.
Una riunione straordinaria del comitato ordine e sicurezza è stata convocata in prefettura a Palermo. All’ordine del giorno, i gravi fatti di cronaca avvenuti in queste ore, con l’omicidio del 22enne Rosolino Celesia. Il vertice si sta svolgendo in via Cavour. Presenti, oltre al prefetto Massimo Mariani, il questore Vito Calvino, il comandante della polizia municipale Angelo Colucciello, il sindaco Roberto Lagalla, l’assessore comunale Maurizio Carta e una rappresentanza di imprenditori.
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