Linguaglossa ricorda il professor Giuseppe Dato «È stato un vero pioniere, formava giovani liberi»

«È stato un pioniere sotto tanti punti di vista e l’importanza della sua figura sta in questo oltre al fatto che, contrariamente a tanti maestri che vogliono che gli allievi si occupino del loro stesso percorso, era molto laico e aperto e formava i più giovani lasciandoli liberi di seguire il proprio ramo». 

Tra questi, il professore di tecnica e pianificazione urbanistica dell’università di Architettura di Siracusa, Fausto Nigrelli, che considera l’architetto Giuseppe Dato, originario di Linguaglossa, come un vero maestro anche di trasparenza e democrazia.

Lo racconta spesso ai suoi studenti e ai concittadini, che domenica 8 ottobre ricorderanno il docente, scomparso sette anni fa, in occasione di Leggere le trame urbane. Conversazioni sull’opera di Giuseppe Dato, un incontro organizzato dall’associazione Cultura Aetnae alla Casa San Tommaso – Colonnato dei Domenicani di Linguaglossa.

«Giuseppe Dato – spiega Nigrelli – appartiene a una generazione che, probabilmente, è stata la prima a sprovincializzarsi dopo la guerra». Negli anni ’60, infatti, Dato va a studiare a Venezia, dove l’istituto universitario di architettura era una delle scuole più prestigiose al mondo ed era frequentato dai più grandi architetti urbanisti italiani

«Questo ragazzo dal profondo Sud entra così a contatto col mondo – racconta il professore – acquisendo una certa conoscenza dell’urbanistica avanzata e convincendosi, come tanti altri coetanei, di dover tornare nella sua provincia e spendersi per migliorare le condizioni del Sud». 

E sceglie di farlo dall’università. «Non appena rientrato – ricorda – fu chiamato a insegnare nella neonata facoltà di Ingegneria dell’università di Catania, prima disegno e poi urbanistica, ambito che gli consentiva di unire le due passioni per l’architettura e per la situazione politico-sociale».

Nel ‘94 Dato vince la cattedra a Messina e, dal 2000, contribuisce alla nascita della branchia di Siracusa, di cui è stato preside fino alla morte. «È importante ricordarlo e tramandarne la memoria anche per alcune delle sue ricerche – continua il professore. Il libro pubblicato nell’83 La città di Catania, che ricostruisce le vicende urbane della città dal terremoto del 1693 alla metà dell’Ottocento, è irrinunciabile per chiunque voglia capire Catania contemporanea, così come altre pubblicazioni che raccontano dall’unità d’Italia fino agli anni successivi alla seconda guerra mondiale». 

Tanta è stata anche l’attenzione rivolta dal professor Dato alla cosiddetta città marginale formata dalle comunità periferiche abbandonate e tenute ai margini. «Parlò dei centri storici quando erano abbandonati da tutti – sottolinea Nigrelli – e spese tante energie per accendere i riflettori sulle periferie e sui paesi in via di sviluppo».

L’iniziativa di domenica «vuole essere un momento per evidenziare lo straordinario valore del genius loci – commenta l’assessore alla cultura di Linguaglossa, Andrea Giuseppe Cerra – e, nello specifico, il linguaglossese illustre Giuseppe Dato e ripartire dalla sua visione di rigenerazione degli spazi. Ci inorgoglisce – conclude l’assessore – che l’evento sia stato sposato dai più autorevoli istituti culturali della Sicilia orientale».

Giorgia Lodato

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