Lido dei Ciclopi, tra ruggine e promesse Censurato un cittadino su Fb, è polemica

Un tempo era noto per la salubrità delle acque marine ricche di iodio che attiravano moltissimi turisti stranieri. Oggi fa ancora parlare di sé, perché deturpato da una struttura arrugginita. È il lido dei Ciclopi, alle porte di Acitrezza, che negli ultimi anni sta vivendo una fase turbolenta della sua gestione. A far scoppiare la scintilla su Facebook, l’azione di censura fatta dall’Area Marina Protetta Isole Ciclopi sul proprio profilo ai danni di Lorenzo Valastro, giovane abitante di Acicastello. Oggetto del contendere: una foto che ritrae l’impalcatura arrugginita dei solaria del lido trezzoto e l’unione del lungomare che separa Acitrezza e Acicastello.

«Ho fatto la foto dell’impalcatura – commenta Lorenzo Valastro – per postarla nei forum cittadini, con l’intento di tenere sempre alta l’attenzione sulla questione lido, che dopo il referendum pare sia scemata». La consultazione, indetta il 15 maggio 2010 dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Filippo Drago, riguardava il congiungimento del lungomare dei ciclopi di Acitrezza con il lungomare Scardamiano di Acicastello. Per la precisione, da ricongiungere sarebbe il lungomare trezzoto, interrotto proprio dal lido. Decisione che aspetta ancora la concreta realizzazione.

«Ricordavo di aver letto nel regolamento dell’area marina protetta che i materiali consentiti per i solaria devono essere realizzati in acciaio zincato, acciaio inox, legno ed altri materiali eco-compatibili- racconta Valastro – Chiodi, viti e bulloni devono essere in acciaio inox, zinco o alluminio». Ma dalle foto risulta il contrario. Così il cittadino ha prima postato un estratto dell’articolo in questione sul gruppo Facebook Voci di paese, «del tutto in buona fede – precisa – anche perché non credo ci possa essere faziosità in una cosa del genere». Da qui scatta il botta e risposta tra il giovane di Acicastello e i gestori del profilo Facebook dell’area marina protetta.

«Visto il silenzio da parte dell’amministrazione comunale e l’indignazione di diversi cittadini – continua Valastro – ho postato la foto anche sulla pagina dell’area chiedendo spiegazioni sull’attuazione dell’articolo 9 del loro regolamento. Dopo alcune ore mi hanno risposto che la problematica era stata segnalata a chi di dovere». Valastro però non si accontenta e insiste. La sua foto viene prima cancellata dalla pagina del popolare social network e lo stesso profilo di Valastro viene eliminato dagli amici dell’area marina protetta.

Emanuele Mollica, direttore dell’amp Isole Ciclopi, replica così alle accuse di censura: «Il motivo dell’avvenuta cancellazione è già contenuto nella mia risposta pubblicata in bacheca. Ad ogni buon conto il signor Valastro ha fatto una giustissima segnalazione e a questa abbiamo risposto immediatamente dicendo che avremmo provveduto». Contattando il direttore del lido e concordando con lui un intervento manutentivo straordinario, spiega Mollica. Ma Valastro, secondo il direttore, non ha creduto alla buona fede dei gestori e «ha cominciato, a poche ore dalla prima segnalazione, ad aggredirci con numerosi messaggi lasciando intendere che per qualche inspiegabile motivo l’amp avrebbe lasciato cadere la cosa senza intervenire». Il comportamento del giovane di Acicastello avrebbe anche, secondo Mollica, scaldato gli animi di altri utenti. «Hanno cominciato a parlare di mettere della dinamite per risolvere il problema, di ingiustizia della politica e dei potenti – conclude – Tale atteggiamento è distruttivo e deleterio. Non posso fare a meno di oscurare dalla nostra bacheca tutti coloro che pensano di andare avanti con il “piove, governo ladro”».

Dopo poco più di due settimane – la foto incriminata risale al 16 febbraio 2012 – nulla però si è mosso. A testimoniarlo anche un recente video realizzato dall’associazione culturale Centro studi Acitrezza, che denuncia la mancanza di intervento dopo la segnalazione fatta da Lorenzo Valastro.

Una problematica che non sembra esistere solo nella riviera dei Ciclopi. Alcuni casi analoghi sono da poco saltati all’onore delle cronache sul versante occidentale dell’isola. La Capitaneria di porto ha infatti effettuato una serie di controlli a Isola delle Femmine e a Sferracavallo, multando cinque titolari di stabilimenti balneari che non hanno smontato i ponteggi. Ciascuno dei titolari è stato multato con 1.032 euro per inquinamento ambientale, pericolo per la pubblica incolumità e mancata manutenzione.

Mario Grasso

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