Dalla scorsa settimana molti studenti di istituti catanesi stanno protestando per il mancato funzionamento dei riscaldamenti all’interno delle aule dove dovrebbero fare lezione. Striscioni, manifestazioni, cortei, ingressi alla seconda ora e anche rifiuto di entrare in classe. A battere i denti e dare vita a forme di contestazione ci sono pure gli studenti del liceo G. Turrisi Colonna che, dallo scorso mercoledì, stanno protestando con la formula dell’autogestione. «Al rientro dalle vacanze natalizie, i ragazzi hanno trovato le aule al gelo e hanno provato a chiedere spiegazioni senza, però, essere ascoltati – dichiara a MeridioNews la madre di una giovane – e, anzi, sentendosi trattati come bambini capricciosi».
Lunedì la dirigente scolastica, Anna Maria Di Falco, ha pubblicato una circolare diretta agli studenti e ai loro genitori. «Si comunica che i docenti svolgeranno regolarmente le lezioni anche in assenza in aula degli alunni e non daranno la possibilità di recuperare valutazioni sia scritte che orali. Si precisa, inoltre, che il comportamento degli alunni inciderà sul relativo voto e che i viaggi d’istruzione saranno annullati per tutte le classi che hanno aderito e che continuano ad aderire ad attività autogestite». Una comunicazione che non è piaciuta a molti dei genitori che, adesso, hanno intenzione di scrivere una lettera per rispondere alla preside e sostenere la lotta dei ragazzi.
«Innanzitutto perché è una battaglia giusta – spiega un genitore – e poi anche perché non è corretto privare gli studenti di un loro diritto con ricatti su note e abbassamento dei voti». Nei primi giorni dopo il rientro a scuola, i ragazzi hanno provato a cercare un dialogo con la dirigenza rimanendo però delusi dall’incontro. «La preside ha fatto un discorso e in ottocento giri di parole non ha detto nulla – scrive una studentessa in un post su un gruppo Facebook della scuola – Volevamo fare un dibattito ma non permetteva di parlare. La preside ci sottovaluta, ci fa stare zitti ma poi non conclude nulla. Anche noi abbiamo i nostri diritti».
Intanto i giorni passano e i riscaldamenti in molte aule nel plesso restano spenti. «Al piano terra alcuni termosifoni funzionano, mentre al secondo piano (dove ci sono le classi dell’istituto musicale, ndr) i ragazzi hanno fatto lezioni al gelo. Noi genitori – aggiunge una madre – all’inizio abbiamo pensato che i nostri figli fossero abbastanza grandi per sbrigarsela da soli ma di fronte a questo dispotismo della presidenza intendiamo far sentire anche la nostra voce». L’iniziativa dei genitori arriva dopo alcuni episodi che sarebbero accaduti negli ultimi giorni. «Molti ragazzi hanno note e assenze segnate sui registri di classe da parte dei professori che non sono d’accordo con la protesta. Azioni che ci sembra siano mirate a non lasciare gli studenti liberi di protestare».
«I riscaldamenti ci sono – risponde a MeridioNews la dirigente scolastica del Turrisi Colonna – Nei giorni scorsi sono venuti i tecnici della ex provincia e hanno controllato aula per aula. I termosifoni restano accesi dalla mattina fino alle 11 circa mentre i ragazzi vorrebbero che restassero in funzione per almeno sei ore». Ambienti grandi e porte spesso aperte non consento al plesso di raggiungere un clima caldo. «Ho fatto richiesta alla città metropolitana – aggiunge Di Falco – affinché vengano accesi anche per alcune ore pomeridiane visto che gli studenti dell’indirizzo musicale fanno lezioni anche fino alle 18».
Di Falco, che è preside del liceo Turrisi Colonna da 12 anni, non accetta l’accusa di non aver ascoltato i ragazzi. «La mia è una presidenza sempre aperta e ho accolto più volte le richieste dei rappresentanti d’istituto, ma questo non significa abbassare la testa». In merito al provvedimento preso con la circolare la dirigente precisa che «vengono presi da un collegio dei docenti. Siamo a fine quadrimestre – aggiunge – e molti professori non hanno potuto fare il terzo compito in classe né alcune interrogazioni. Giorno 25 iniziano gli scrutini e i ragazzi avranno i voti che meritano sulla base delle verifiche. Le proteste – conclude – hanno significato se sono fondate e portano a delle soluzioni. In ogni caso, sono disponibile a incontrare i genitori per discutere della questione».
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