Librino, San Teodoro ceduto ai Salesiani I Briganti: «Centro sportivo, non oratorio»

Mentre al Comune di Catania ci si affanna sui conti di bilancio per salvare la città dal dissesto, dal vecchio centro polisportivo di Librino, oggi Campo San Teodoro Liberato, I Briganti – associazione sportiva di rugby etnea – lanciano un appello sulla loro pagina Facebook in difesa della struttura comunale, abbandonata da anni, che dalla primavera scorsa occupano e gestiscono a spese loro. «E che adesso – dicono – l’amministrazione vuole affidare ai Salesiani».

«Da aprile ad oggi abbiamo raccolto e presentato al Comune oltre settemila firme per farci affidare ufficialmente la gestione del campo, ma fino a ora non abbiamo avuto risposte concrete», racconta Piero Mancuso del Comitato campo San Teodoro. «Dopo aver protocollato l’ennesima richiesta di incontro con l’amministrazione, circa dieci giorni fa siamo stati convocati. E dal confronto è emerso che l’organizzazione religiosa sarebbe diventata beneficiaria di una parte del campo – continua Mancuso – assumendo un ruolo di presenza salvifica per la struttura».

«Una situazione per noi inaccettabile», sbotta. «Si tratta chiaramente di un modo della vecchia politica di gestire i beni comuni con interessi privati. Non si spiegherebbe altrimenti perché a noi non possa essere affidata la gestione, mentre alla Chiesa sì», lamenta Mancuso. «Evidentemente è una questione di scelte ideologiche». Dal Comune intanto nessuno risponde in modo chiaro. «Di scritto non c’è nulla – dice l’ingegnere Orazio Palmeri alla direzione dell’ufficio Patrimonio, a cui fa riferimento la gestione del centro sportivo – a meno che non si tratti di promesse fatte da superiori di cui io non sono a conoscenza».

«Di certo il Campo San Teodoro fa parte di quel terreno che dovrà essere ceduto alla società che costruirà il nuovo stadio del Calcio Catania», spiega l’ingegnere. «Non possiamo quindi parlare di cessione, semmai di comodato d’uso gratuito per un paio d’anni ancora, in attesa che inizino i lavori per lo stadio». A chiunque venga affidato, quindi, la fine del Campo San Teodoro sembrerebbe così segnata. «Per rimettere il centro sportivo in sesto, al momento servirebbero almeno 200mila euro – commenta Palmeri – E, considerato che tutti gli impianti sportivi della città sono in passivo, in tempi di magra come questo, il Comune non può permettersi di investire in una struttura a scopo sociale senza averne un ricavo economico».

Dal canto loro i Briganti non hanno nessuna intenzione di abbandonare l’opera di pulizia del Campo dove hanno in programma di iniziare diverse attività. «Sappiamo che al Comune non c’è ancora chiarezza su cosa vogliano farne cedendola ai Salesiani: forse una chiesa con oratorio. Ma non possiamo accettare che il Campo diventi un’altra cosa e il lavoro svolto dai ragazzi fino a oggi per renderlo nuovamente fruibile venga sminuito così», commenta Mancuso. «Sono loro che hanno strappato l’erba e ripulito le palestre fino a renderle un luogo di incontro. Da allora nessuno si è più permesso di sporcare o distruggere qualcosa», racconta.

«Esigiamo quindi che tutto venga fatto regolarmente – continua Mancuso – Non vogliamo creare scontri, anzi, siamo disposti a collaborare con chiunque, anche con i salesiani, e ci stiamo attivando per incontrarli. Purché si tratti di un dialogo in senso orizzontale – chiarisce – Vogliamo che la struttura resti un centro di aggregazione culturale e sportiva, quello per cui è nata e in cui l’abbiamo trasformata in questi mesi, con il contributo gratuito e la passione di tanti nel quartiere e in città».

[Foto di Campo San Teodoro Liberato su Facebook]

Federica Motta

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