«Lassenza dello Stato ha creato le condizioni ideali per la diffusione della cultura mafiosa allinterno del quartiere di Librino. Cosa Nostra è divenuta lunica istituzione capace di garantire sicurezza, opportunità di far carriera e di miglioramento delle condizioni di vita». Questa lanalisi impietosa fatta da Giuliana Gianino, che ha presentato venerdì scorso al Museo Diocesano la sua ricerca Librino: un presente, per quale futuro?: uno studio sul quartiere catanese, che rientra in una più ampia esplorazione delle periferie urbane realizzata dalla Caritas Italiana in collaborazione con lUniversità Cattolica di Milano.
«Con i suoi 43.600 abitanti spiega la Gianino Librino è una vera e propria città. Una città dove mancano servizi, trasporti, istituzioni pubbliche, risorse economiche e sociali». E conclude: «E stato un progetto utopistico messo in atto da unamministrazione incompetente e corrotta. Sono state fatte molte promesse, e molte se ne continueranno a fare, ma nessun cambiamento avrà senso se non restituirà alle persone di questo quartiere la dignità. Occorre lavorarci ora e subito. Tra dieci anni non servirà a niente».
Alla conferenza erano presenti diversi politici, che si sono detti molto interessati al rilancio di questa realtà. Ad aprire la conferenza è stato proprio il Sindaco di Catania Umberto Scapagnini, che ha annunciato il progetto di collocare a Librino un poliambulatorio, nuove scuole e soprattutto il centro direzionale di Catania. «Librino non sarà più un quartiere dormitorio. I residenti non dovranno più venire a Catania per lavorare. Saranno quelli degli altri quartieri che andranno a Librino», ha dichiarato il prof. Scapagnini, prima di lasciare la conferenza anzitempo a causa di impegni istituzionali.
Forse il suo appoggio sarebbe servito quando, durante il dibattito che ha seguito la relazione della dottoressa Gianino, lassessore ai lavori pubblici Filippo Drago si è ritrovato bersaglio di polemiche e accuse. «Questanno abbiamo speso 1.800.000 euro per lo sviluppo di Librino» la frase che ha fatto scatenare la rabbia di buona parte del pubblico presente in sala, la maggior parte proveniente dal quartiere. «Siete venuti a prendervi i voti e poi siete scappati!», hanno commentato in molti.
A conclusione del dibattito è stato proiettato il cortometraggio realizzato dalla Caritas Diocesana di Catania intitolato Peter Pan gioca ancora?, in cui vengono riprese le interviste ad alcuni abitanti delle zone più degradate del quartiere. Lindagine della Gianino è stata condotta per il volume La città abbandonata, edito da Il Mulino. Lopera offre uno studio di altre 9 periferie, svolto nelle città di Palermo, Bari, Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Genova, Torino e Milano.
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