L’ex Gianluca Berti avvisa il Palermo «A Empoli serve una gara gagliarda»

Quattro anni e mezzo giocati a Empoli, a poco più di mezz’ora dalla sua Firenze, e due stagioni in maglia rosanero. In mezzo, tante buone prestazioni da una parte e dall’altra, condite da una promozione in serie A ottenuta con la maglia del Palermo che dice essere stata l’emozione più grande della carriera. Personaggio mai banale, Gianluca Berti ha presentato la gara che si giocherà più tardi al Castellani e che vedrà opposte le sue ex squadre: «Si tratta di una sfida – spiega a Meridionews che varrà molto di più per il Palermo che per l’Empoli. È la classifica a dirlo. Sicuramente i toscani non hanno la necessità di fare risultato a tutti i costi, mentre i rosa dovranno portare via punti». L’obiettivo dei siciliani, chiaramente, è quello di allontanare la zona retrocessione, dato che la lotta salvezza si è infiammata dopo le recenti vittorie di Frosinone e Carpi: «A essere coinvolte nella lotta per non retrocedere ci sono anche squadre come Udinese e Atalanta, ma sono convinto che queste si tireranno fuori perché sono abituate a queste situazioni».

Berti prosegue poi nella sua analisi relativa alla lotta per non retrocedere, arrivando a contemplare in tale bagarre momentaneamente sei squadre. «Chi parte svantaggiato – prosegue l’ex portiere – è sicuramente il Verona. Carpi, Frosinone e Palermo, invece, lotteranno fino alla fine. Ciò non toglie, inoltre, il fatto che friulani e orobici debbano stare attenti». La gara del Castellani vedrà di fronte due formazioni che nell’ultimo periodo hanno faticato non poco: da una parte i toscani, che nel girone di ritorno hanno conquistato appena cinque punti, mentre i rosanero, nello stesso arco temporale, ne hanno messi in cascina sei. «L’Empoli – prosegue Berti – non è nelle migliori condizioni: la scorsa settimana ha pareggiato in casa con la Sampdoria, ma arrivava da diverse sconfitte consecutive. Gli azzurri vorranno chiudere definitivamente i conti per la salvezza e possono farlo vincendo questa gara. L’Empoli farà la partita e cercherà di vincere, ma dal Palermo mi aspetto una prestazione gagliarda e importante».

Non è difficile, però, spiegare le difficoltà attraversate dai siciliani, come spiega lo stesso fiorentino: «Sappiamo tutti – prosegue Berti – che quella del Palermo è stata un’annata a dir poco travagliata con cinque, sei o sette allenatori, fatico anche a ricordarlo. Tutta questa situazione sicuramente non ha facilitato le cose, la squadra e l’ambiente sono in difficoltà, ma spero che i rosa possano venirne fuori al più presto perché tutti sanno quanto sono legato a quei colori». Tra gli ostacoli attraversati dalla squadra rosanero, Berti vuole citare anche la situazione del mancato rinnovo di Stefano Sorrentino, esprimendo anche tutto il suo pessimismo riguardo a un eventuale prolungamento: «È fondamentale per questo Palermo per diversi motivi: innanzitutto è il capitano e l’uomo più anziano della squadra. Per i rosa si tratta di un vero e proprio faro, insieme al giocatore di maggior qualità che è Vazquez. Per quanto riguarda il rinnovo del contratto non so come si evolverà la situazione anche se, essendo a marzo, la vedo molto difficile. Però tengo a precisare che non conosco le dinamiche interne».

L’ex portiere giunge poi al momento amarcord, passando in rassegna i bei ricordi che lo legano tanto alla formazione empolese, quanto a quella palermitana: «A Empoli – racconta a Meridionews ero a casa mia, sono stato lì quattro anni e mezzo e tutt’ora vado al campo perché ci sono ancora tanti amici che hanno giocato con me. Con i toscani ho un rapporto direi familiare e sono legatissimo a loro. D’altro canto sono legatissimo anche al Palermo e con i rosa ho vissuto l’emozione più grande della mia carriera: la promozione in serie A dopo oltre trent’anni è stata qualcosa di unico, una sensazione così non l’avevo mai provata». Una situazione drasticamente diversa rispetto a quella odierna: allora il Palermo giocava in un Barbera sempre pieno, mentre oggi la situazione sugli spalti è quantomeno desolante: «Per vedere più gente allo stadio – continua Berti – bisogna fare qualche risultato in più. Nel mio piccolo posso fare un appello ai tifosi dicendo loro di stare vicino alla squadra, perché i giocatori hanno bisogno del loro sostegno. Per la salvezza bisogna essere compatti e fare punti soprattutto in casa. Solo così si potrà festeggiare la salvezza».

L’ultima esperienza su un campo di calcio è quella del 2009/10 con il Jolly Montemurlo, squadra dell’Eccellenza toscana. Appesi gli scarpini al chiodo, Berti divenne anche capitano della Nazionale Italiana di Beach Soccer. Anche quell’esperienza si è conclusa, ma l’ex portiere non ha mai lasciato in maniera definitiva il mondo del calcio: «Oggi mi occupo di giovani calciatori e della ricerca di nuovi talenti. È un qualcosa – conclude Berti – che mi piace molto, mi fa piacere essere rimasto nel mondo del calcio per svolgere un lavoro del genere».

Luca Di Noto

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