Dopo la Toscana, la Sicilia. L’Unione europea riconosce all’olio dell’Isola il marchio Igp, indicazione geografica protetta. Un riconoscimento che arriva al termine di un lungo iter che ha avuto negli ultimi mesi un’accelerazione determinante. «Servirà a rendere riconoscibile nel mondo un prodotto di qualità e a mettere i produttori al riparo dalle frodi», spiega Alessandro Chiarelli, presidente di Coldiretti Sicilia, che ha salutato la notizia con grande soddisfazione. Così come le altre associazioni di categoria e gli europarlamentari siciliani che hanno seguito da vicino la procedura.
«È la prima Igp regionale dell’olio extravergine di oliva – sottolinea Maurizio Lunetta, presidente del comitato promotore del riconoscimento – a essere approvata con le nuove regole, molto più restrittive di quando fu approvata la Igt Toscana, l’unica altra Igt regionale. La Igp Sicilia è uno strumento forte, efficace e unico per affermare l’origine del nostro olio extravergine e il brand Sicilia. Il prossimo passo sarà la nascita di un consorzio dei produttori».
Cosa comporta il via libera della Commissione europea? I produttori siciliani che rispetteranno regole ferree in tutte le fasi della produzione – dalla raccolta allo stoccaggio che garantisca la tracciabilità, passando per la molitura da effettuare entro determinate ore dalla raccolta – potranno certificare sull’etichetta la provenienza siciliana. «Chi già produce olio dop non dovrà fare nient’altro, è già pronto», chiarisce Chiarelli. Che sottolinea come spetterà agli organi di controllo dello Stato effettuare le verifiche. «E chi froda andrà incontro a pene peggiori», precisa.
Opportunità anche dal punto di vista economico per i produttori. «Grazie all’Igp – commenta l’eurodeputata catanese del Pd, Michela Giuffrida – gli agricoltori potranno beneficiare in primis della misura tre del PSR Sicilia per coprire i costi di certificazione del prodotto fino a tremila euro per azienda e dell’aiuto accoppiato per gli oliveti certificati Dop e Igp. L’Igp Sicilia permetterà alle Organizzazioni di produzioni siciliane di accedere ai programmi di promozione nei paesi terzi e alle misure per la valorizzazione delle filiere regionali».
Chiarelli va oltre. «La vera nuova finestra deve essere il mercato – spiega – se riusciremo a vendere nel mondo a tre euro in più a litro grazie all’Igp, usciremo dalla logica degli aiuti e delle premialità. Oggi senza questi aiuti a rischiare è la stessa sopravvivenza delle aziende, invece la premialità deve tornare a essere tale e non un sostegno per il mancato reddito. Sogno che i contributi non servano al produttore per pagare l’Imu, le rate di un mutuo o il gasolio, ma per fare un regalo ai figli, o un viaggio. Siamo fiduciosi – conclude – che già a partire dalla prossima annata, l’olio siciliano possa essere venduto sotto il marchio Igp».
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