Timbrava il cartellino, poi non si presentava sul luogo di lavoro. È successo a Lentini, dove un dipendente comunale di 50 anni è stato sospeso dal servizio. Stavolta ad arrivare prima della Procura o delle forze dell’ordine, come successo in diverse città siciliane negli ultimi anni, è stato direttamente il Comune. L’uomo infatti è stato beccato a seguito di alcuni controlli a campione effettuati dall’ente: «Abbiamo verificato se chi timbrava il cartellino poi prestava regolarmente servizio – spiega a MeridioNews il sindaco Saverio Bosco – e nel caso del dipendente comunale in questione abbiamo accertato che nei giorni 10, 11, 12, 13, 14, 17, 18, 19, 20 e 24 luglio 2017, pur avendo effettuato la timbratura, non ha prestato alcuna attività lavorativa».
È così scattata la sospensione, prevista per legge, per «falsa attestazione della presenza in servizio», con la sospensione dello stipendio fino alla conclusione del procedimento disciplinare aperto a suo carico. «È la prima volta che il nostro Comune adotta questo tipo di provvedimento», aggiunge il primo cittadino.
«Per tutto il periodo di sospensione cautelare dal servizio – si legge sulla determina stilata dal coordinatore del primo settore – sarà corrisposto l’assegno alimentare oltre all’assegno per il nucleo familiare, se dovuto». Nel documento si precisa inoltre «che il periodo di sospensione cautelare non è computabile nell’anzianità di servizio e che l’assegno alimentare erogato al dipendente ha natura assistenziale e non è soggetto alla contribuzione previdenziale». Secondo quanto si apprende dalla determina, il 12 giugno 2017, lo stesso dipendente comunale – assunto a tempo indeterminato per 24 ore settimanali – ha chiesto il trasferimento presso altri uffici e la possibilità di lavorare solo la mattina. Delle due richieste, soltanto la modifica dell’orario lavorativo sarebbe stata accettata. Poi, dal 10 al 24 luglio, si è registrato il contestato assenteismo, fatta eccezione per il giorno 21 luglio, in cui si sarebbe assentato per malattia.
Entro 30 giorni, il 50enne potrà esporre le proprie motivazioni agli organi anticorruzione del Comune e all’ufficio per i procedimenti disciplinari dove è stato convocato, poi «se tutto verrà acclarato si procederà col licenziamento», precisa Bosco.
Aggiornamento del 22/09/2017:
Come segnalato dallo stesso dipendente oggetto del provvedimento, in data 19 settembre 2017, con determina del responsabile dell’ufficio personale, è stata revocata la sospensione cautelare, in quanto «è stato deciso di ritenere insussistente la responsabilità disciplinare» del dipendente che quindi tornerà regolarmente in servizio.
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