Lentini, l’agguato in piazza per contrasti su spaccio La vera vittima, rimasta illesa, ha reagito sparando

Un uomo, col cappuccio di una felpa a coprirgli il capo, che percorre la traversa che porta in piazza Duomo a Lentini. Si ferma, guarda a sinistra, verso il bar Jessica, prende la mira e spara. Secondo i carabinieri che lo hanno arrestato, si tratta di Samuele Grasso. È lui, classe 1994, il ragazzo che avrebbe sparato nel tardo pomeriggio del 17 novembre scorso, ferendo gravemente il 68enne Luigi Proto. Ma la sua vittima non doveva essere Proto, bensì la persona che con lui era seduto ai tavolini dell’esercizio commerciale, cioè Giuseppe Scandurra, 54 anni. Quest’ultimo, solo sfiorato dai proiettili, sapendo bene cosa stava succedendo, si è lanciato all’inseguimento di Proto, sparando contro di lui lungo la strada. Ed è mancato davvero poco perché una passante venisse colpita da un proiettile. È la ricostruzione che hanno fatto i carabinieri dell’agguato di due settimane fa nel pieno centro della cittadina siracusana. All’origine dei contrasti tra i due, segnati da numerosi episodi precedenti alla sparatoria, ci sarebbe lo scontro per la gestione di una piazza di spaccio a Lentini. Entrambi sono adesso in carcere e dovranno rispondere di tentato omicidio. 

Le indagini degli investigatori sono state subito agevolate dall’acquisizione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza poste nella zona, che riprendono interamente la sparatoria. Dalla reazione di Scandurra, i militari hanno presto capito che non era Proto la reale vittima, nonostante i suoi precedenti per spaccio. A dare forza a questa tesi anche altri episodi verificatisi nelle ultime settimane: Grasso e Scandurra, infatti, si sono scontrati in più occasioni nel centro di Lentini arrivando alle mani, ma anche attraverso altri atti intimidatori. Scandurra avrebbe addirittura cercato di sequestrare Grasso, e non riuscendoci si sarebbe accontentato di bruciargli lo scooter in piazza Duomo. Non solo. Le armi erano già state usate nei giorni precedenti il 17 novembre: fori di proiettile sono stati individuati dagli investigatori in prossimità delle abitazione dei due contendenti. Al momento non risultano legami con la criminalità organizzata, ma continuano le indagini per individuare gli altri appartenenti al gruppo di cui Grasso, che comunque il giorno dell’agguato ha agito da solo, farebbe parte.

Scandurra e Grasso sono stati arrestati il 29 novembre. Il primo è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica calibro 7.65, perfettamente funzionante, di provenienza clandestina e matricola abrasa, insieme a tre proiettili dello stesso calibro. Il secondo, alla vita dei carabinieri, ha provato la fuga sui tetti delle case, tentando di disfarsi di un sacco contenente una pistola semiautomatica dello stesso calibro, perfettamente funzionante, di provenienza clandestina e con matricola abrasa, di tre caricatori e di 19 proiettili dello stesso calibro. Inoltre Grasso era già stato arrestato nel maggio del 2017 perché aveva investito un agente di polizia per scappare da un controllo, mentre a dicembre del 2016 era stato trovato in possesso di tre bombe carta. Ieri il Gip ha applicato la misura di custodia cautelare in carcere per i due, come chiesto dal pubblico ministero Davide Lucignani, della Procura di Siracusa. 

Salvo Catalano

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