Lentini, i reperti delle cripte nella chiesa Madre «Trovate ossa e raffigurazioni di età medievale»

«Un capitello, elementi architettonici modanati, una figura con un’aureola e tunica pieghettata, incisa su un blocco architettonico». È parte del materiale rinvenuto all’interno di due cripte esplorate sotto il pavimento della chiesa Madre di Lentini. A descriverle a MeridioNews è Rosalba Panvini, soprintendente di Siracusa: «Le cripte ospitavano i defunti, che venivano sistemati su dei sedili-colatoi collocati attorno alle pareti». 

Prima dell’editto di Napoleone, le sepolture avvenivano nei sepolcri sotterranei posti sotto la pavimentazione di chiese o conventi e i colatoi, realizzati in muratura o ricavati nella roccia e formati da un foro centrale sul quale veniva seduto il cadavere, servivano per privare il corpo della parte putrescibile. I liquidi cadaverici defluivano da un’apertura sottostante. «Le ossa venivano poi disposte all’interno di una vasca che stava al centro dell’ambiente funerario, per far posto ad altri inumati», spiega Panvini. Terminato il processo di putrefazione dei cadaveri, i resti venivano raccolti, puliti e trasferiti nell’ossario comunale.

«Tra i reperti – continua Panvini – abbiamo trovato anche raffigurazioni con motivi fitomorfi su pietra arenaria, frammenti di stoffe, bottoni, alcuni dei quali in metallo, coroncine, rosari, medagliette, elementi che ci riconducono a un’epoca precedente a quella del terremoto del 1693 e post medievale. E che – sottolinea la soprintendente – potrebbero essere appartenuti anche a membri di confraternite, e non solo a monaci o personaggi del clero».

«I ritrovamenti sono stati casuali», afferma Maurizio Pizzo, il sacerdote che ha avuto l’idea di riportare alla luce i sepolcri, con l’autorizzazione della Soprintendenza di Siracusa e con l’aiuto del Rotary club che ha finanziato i lavori di bonifica e messa in sicurezza. All’interno dei due siti sono state raccolte anche numerose ossa, prontamente conservate in delle cassettine e catalogate. «Esporremo in modo permanente i reperti dentro le stesse cripte», aggiunge il parroco. A maggio scorso, ne era stata aperta un’altra posta sotto la navata sinistra del Duomo di Lentini, a settembre la decisione di aprire le due inaugurate oggi. «La comunità si deve riappropriare della propria storia», aggiunge Panvini.

Le figure a rilievo e a basso rilievo rinvenute, documentano – secondo la Soprintendente – la frequentazione dell’area già in epoca medievale, quindi prima della costruzione dell’ex Cattedrale di Lentini. Dopo il terremoto del 1693, che devastò la Sicilia orientale e sud orientale, nacque l’edificio religioso e vennero scavati i putridaria nell’arenaria, da oggi osservabili dai visitatori.  

Danilo Daquino

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