Alle tante anomalie della Regione siciliana di oggi si aggiunge l’applicazione della nuova legge elettorale approvata da Sala d’Ercole nel 2011. Mentre è in corso il conteggio ci si accorge che non sono chiare le modalità con le quali attribuire le percentuali dei voti ai candidati a sindaco e alle liste. Cosicché in alcuni Comuni – succede, per citare due esempi, a Sciacca e a Misterbianco – due candidati, lunedì sera, vanno a letto da sindaci e si risvegliano da vincitori del primo turno. Non più sindaci, ma candidati pronti per il ballottaggio. Possibile?
Nella Regione siciliana di oggi, sì. Tant’è vero che i sindaci del lunedì rimangono vincitori del primo turno fino a ieri pomeriggio. Quando – bontà sua – l’assessore regionale alle Autonomie locali, Caterina Chinnici, che nella vita fa il magistrato e che, forse, ‘quattro fili’ di leggi e giurisprudenza li ‘mastica’ – fa sapere che l’interpretazione autentica della legge è quella iniziale. Cosicché i sindaci del lunedì sera, poi semplici vincitori del primo turno del martedì mattina e di martedì pomeriggio tornano ad essere sindaci eletti al primo turno martedì sera.
Che dire? Che è bello sapere che noi cittadini siciliani paghiamo 20 mila euro al mese cadauno 90 parlamentari per fare le leggi. Che paghiamo stipendi elevatissimi ai ‘giuristi’ di Palazzo Reale, la damascata sede dell’Assemblea regionale siciliana, per poter leggere, sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana leggi scritte con chiarezza e comprensibili a tutti i cittadini. E’ bello sapere che paghiamo un Ufficio legislativo e Legale – sempre della Regione siciliana, oggi dipartimento a tutti gli effetti – con un dirigente generale da 220 mila euro all’anno e tanti altri dirigenti e funzionari tutti ben pagati.
Ebbene, tutti questi signori – un assessore regionale, almeno due dirigenti generali (quello del dipartimento della Funzione pubblica e quello dell’Ufficio Legislativo e Legale), i dirigenti dell’Assemblea regionale siciliana – hanno impiegato più di 24 ore per interpretare una legge che è stata sì votata dal parlamento siciliano, ma che è passata dalle mani di tutti questi signori decine di volte prima e dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana!
Leggi regionali scritte con i piedi? Il dubbio è legittimo. A questo punto, una domanda e una considerazione.
La domanda: nelle mani di chi siamo finiti?
La considerazione: a furia di scrivere leggi incomprensibili per i cittadini – visto che il 90 per cento delle leggi approvate dall’Ars celano ‘operazioni’ e ‘imbrogli’ vari – è finita che chi scrive materialmente le nostre leggi non capisce nemmeno quello che ha scritto e che ha fatto pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. E così finisce che – come in una seduta di psicanalisi – ha bisogno di interpretare se stesso…
Un vecchio maestro delle scuole elementari di Sciacca degli anni ’60 ripeteva spesso: “Ricordatevi ragazzi: chi non capisce la propria scrittura è un asino di natura…”.
Nella foto tratta da it.wikipedia.org una metafora sulle modalità con le quali vengono scritte le leggi nella Regione siciliana…
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