L’Eas compra l’acqua dai privati e la rivende a un prezzo più basso ai Comuni!

Sembra che, questa volta, gli assessori regionali sono stati tenuti fuori. E guarda caso – sussurrano i maligni – gli uffici del commissario dello Stato non hanno trovato nulla da dire sull’ultima legge approvata dall’Ars.

Soddisfatto il commento di chi, invece, ha seguito tutto l’iter di questa legge: si tratta del presidente della commissione Bilancio e Finanze, Riccardo Savona. Che si sofferma su un aspetto del provvedimento.il personale dell’Eas, l’Ente acquedotti siciliani.

“Si è definitivamente conclusa la questione che coinvolgeva tutti di dipendenti dell’Ente acquedotti siciliani – dice Savona -. La norma contenuta nell’ultima manovra di bilancio, ed approvata dall’Aula qualche giorno fa, ha infatti superato il vaglio del commissario dello Stato, autorizzando lo stanziamento delle risorse necessarie per pagare gli emolumenti sia del personale in servizio che dei pensionati dell’Ente”.

“Si è fatta finalmente chiarezza – conclude il presidente della commissione Bilancio e Finanze dell’Ars – su una vicenda annosa che si perpetrava da troppo tempo. Rassicuro tutta la categoria coinvolta, a cui sarà garantito stabilmente ciò che gli spetta”.

Un passaggio di questa norma desta qualche perplessità. Leggiamola insieme: “Il  commissario  liquidatore, nominato secondo  le  disposizioni di cui al comma 2 dell’articolo  1 della  legge regionale 31 maggio 2004, n. 9, al  quale  sono conferiti,  fino  alla  completa  liquidazione  dell’Eas, i poteri  di dirigente generale a far data dalla pubblicazione della  presente legge, provvede altresì ad adottare apposita delibera   di   approvazione  di  modifica  del  regolamento interno  dell’ente  che preveda non  più  di  due  strutture intermedie  a  far data dalla pubblicazione  della  presente legge”.

L’intento, se non abbiamo capito male, è quello di risparmiare. Perché – ripetiamo: se non abbiamo capito male – il commissario liquidatore dovrebbe assumere anche i poteri del dirigente generale. Solo i poteri o poteri e l’indennità? Nel secondo caso, è chiaro, non si avrebbe un risparmio.

In ogni caso, va detto che, forse, sarebbe stato opportuno sospendere la liquidazione dell’Eas, dal momento che, ancora oggi, l’Ente gestisce un gruppo di Comuni del Trapanese, del Messinese e del Catanese (in totale, i Comuni gestiti sono 45, per circa 200 mila utenti). A questi si aggiungono i Comuni ai quali l’Eas fornisce l’acqua che poi viene distribuita ali utenti dalle stesse amministrazioni comunali.

Un particolare degno di nota: proprio ieri, davanti la sede dell’Ars, si è svolta la manifestazione di oltre cento sindaci siciliani che si battono per ripristinare, in Sicilia, la gestione dell’acqua pubblica. Sempre ieri abbiamo letto dichiarazioni di autorevoli esponenti del Pd siciliano che, tra i tanti ‘risultati’ raggiunti dal Governo Lombardo – che il Pd appoggia da quattro anni – annoverano anche il ritorno al servizio idrico pubblico.

A parte il fatto che se la gestione dell’acqua, in Sicilia, fosse pubblica non avremmo avuto la manifestazione di ieri, va detto ch, oggi, l’Eas presenta un deficit di circa 150 milioni di euro. Questo perché l’Eas è stato costretto, da una legge assurda – che forse i dirigenti del Pd siciliano non lo sanno, ma è ancora in vigore – a cedere ai privati le proprie infrastrutture.

Sapete qual è il paradosso dell’acqua che il Pd siciliano dice di essere tornata ‘pubblica’? Che l’Eas acquista l’acqua dai privati e la rivende a un prezzo più basso ai Comuni. Vi sembra una follia? No, è la realtà. Perché l’acqua, in Sicilia, checché ne dicano i dirigenti del Pd siciliano che da quattro anni ‘armeggiano’ con Lombardo e compagnia bella, è ancora gestita dai privati.

 

 

Redazione

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