Le prove contro il giovane accusato di tentato omicidio Prime dichiarazioni della vittima, il video e il benzinaio

Alessio Mantineo – il giovane 25enne accusato di aver tentato di uccidere, bruciando viva, la sua ex convivente – «ha agito con premeditazione». Non ha dubbi il gip Eugenio Fiorentino che lo scrive nell’ordinanza di custodia cautelare con la quale ha disposto che il giovane rimanga al carcere di Gazzi. 

A incastrare il ragazzo non ci sono solo la testimonianza della vicina di casa che ha soccorso Ylenia Grazia Bonavera e ha chiamato il 118. Non c’è solo la dichiarazione della madre della vittima che ha raccontato alla polizia di Stato che la figlia le ha detto che era stato il suo ex. Stesso racconto fatto al medico che per primo ha curato le ustioni della 22enne e che sono state ascoltate dai poliziotti che si trovavano in una stanza accanto a quella dove la giovane vittima veniva medicata. Oltre a tutto questo c’è un video che riprende Alessio Mantineo acquistare un pacchetto di sigarette e una bottiglietta vuota che riempie di benzina in una stazione di carburante Eni nel villaggio di Contesse, a sud di Messina. 

Dalle immagini del sistema di videosorveglianza si vede che «alle 4:24 entrava nel bar un giovane che si avvicinava alla cassa. In particolare, il giovane si presentava con una leggera barba e i baffi, e portava ancora in testa il casco, di colore marrone e riportante la scritta Momo, ed indossava un giubbotto di colore blu. Lo stesso, dopo aver acquistato un pacco di sigarette, si faceva consegnare dal cassiere una bottiglia di acqua vuota, alle ore 4:25. Mantineo nell’uscire dal locale faceva cenno, con la bottiglia in mano, al benzinaio che in quel momento si trovava all’interno del bar, di uscire per effettuargli rifornimento. I due si avvicinano alla pompa più vicina all’ingresso del bar. Infine si notava che alle 4:25:53 il giovane si allontanava dal rifornimento in direzione Messina a bordo dello scooter». 

Quel giovane è Alessio Mantineo. La conferma arriva anche dal benzinaio che, ascoltato dagli investigatori della squadra mobile, riferisce di ricordarsi che la notte dell’8 gennaio un ragazzo, da lui riconosciuto nel 25enne arrestato, gli aveva chiesto di poter fare rifornimento e mettere un euro di benzina dentro una bottiglia di plastica. Il benzinaio non gli chiede a cosa gli servisse. Secondo la Procura e anche secondo il gip che ha disposto il carcere per Mantineo, la sequenza temporale tra queste immagini e quanto accade alle 6.20 a casa di Ylenia è inequivocabilmente riconducibile al tentato omicidio di Ylenia. A suffragare questa ipotesi ci sono le richieste di aiuto che la ragazza fa alla vicina di casa per ben due volte quella notte, alle 3.15 e alle 4, prima di presentarsi alla porta della dirimpettatia nuda e già ustionata.

Le dichiarazioni di Ylenia sull’innocenza di Mantineo sono per il magistrato solo «un goffo tentativo di scagionare il proprio (ex) fidanzato». Il perché lo difenda è un interrogativo a cui «è difficile fornire risposta non suscettibile di smentita – scrive ancora il gip -: è ben possibile infatti che si sia così determinata in ragione di un forte legame sentimentale che attualmente la lega al Mantineo, o da un timore in lei suscitato dal predetto o ancora in ragione di un substrato culturale che induce a ritenere privo di adeguata considerazione colui che denuncia. in tal senso potrebbe essere letta la frase “io non sono sbirra”». Frase che Ylenia rivolge alla vicina di casa che l’ha soccorsa dopo che la donna, parlando con l’operatore del 118, dice: «C’è una ragazza. Non so se è litigata con il fidanzato e l’ha bruciata, non so».

Ylenia racconta di essere andata via dal locale con delle amiche e di essere tornata a casa da sola, ma il suo racconto viene smentito da una delle ragazze con cui era uscita. Ylenia va via con Alessio dal locale dove si erano incontrati all’1:30. «Inverosimili» sono infine per il gip le dichiarazioni di Mantineo che racconta di aver lasciato il locale dove si era incontrato con Ylenia a bordo di un scooter datogli in prestito perché il suo era senza carburante. Il giovane infatti non sa indicare al magistrato a chi appartenga il mezzo a due ruote datogli in prestito. Racconta quindi di essere andato a prendere la benzina al distributore solo per rifornire il suo scooter, di essere tornato al locale, aver messo il carburante nel proprio ciclomotore ed essersi poi diretto a casa della cugina dove avrebbe dormito fino alle 8. Ricostruzione a cui il gip non ha creduto.

«Mi fa piacere sottolineare – ha sottolineato ieri il questore di Messina, Giuseppe Cucchiara – e mi congratulo con i poliziotti della squadra mobile per avere ricostruito in tempi rapidissimi e con un attento lavoro di squadra un quadro attendibile dei fatti. Gli investigatori hanno chiuso il cerchio e fatto luce sulla vicenda, nonostante le difficoltà connesse alle resistenze dei protagonisti, ed in particolar modo alla mancanza di collaborazione da parte della giovane Ylenia, vittima di uno stato di fragilità emotiva che la vede tuttora fortemente legata al suo aggressore».

Simona Arena

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