I PESSIMI RISULTATI OTTENUTI DALLA NOSTRA ISOLA SONO LA RISULTANTE DI 5 ANNI DI GOVERNi PESSIMI, FATTI DI FINTA ANTIMAFIA, ‘ASCARISMO’ A TUTTII LIVELLI E RUBERIE VARIE
La battaglia che questo giornale conduce per una Sicilia più libera e più moderna è confermata dalla classifica della vivibilità nelle città d’Italia pubblicata da Il Sole 24 Ore. Con la scoperta che le province siciliane, unitamente ad altre meridionali, occupano gli ultimi posti della graduatoria. (sotto, foto tratta da ilfattonisseno.it)
Le nostre denunce e spesso i nostri suggerimenti tendono non tanto al gusto di essere ‘comunque contro’ tutti e tutto, né ad assumere le vesti di Bastian contrario per il piacere di differenziarsi dal ‘piattume’ che caratterizza l’informazione classica, ma soltanto ad esprimere reali esigenze di sviluppo, progresso e modernità espresse dal popolo siciliano e segnatamente dalle intelligenze giovanili. Queste, infatti, di fronte alla carenza di qualsivoglia prospettiva di modernità, se ne vanno.
Non è un caso che buona parte degli aiuti europei sono stati o sprecati, vedi a questo proposito la creazione di ben 34 società in house inventate per trasformare fittiziamente la spesa corrente in spesa d’investimento, cioè per far fare a queste società il lavoro che in via ordinaria è competenza degli assessorati e lasciare quindi gli apparati amministrativi della Regione siciliana a girarsi i pollici e a fare, tramite queste società, migliaia di assunzioni clientelari assolutamente improduttive e sprecone, cioè inutili.
Con l’aggravante che buona parte di queste ‘trovate’ sono state gestite con i rappresentanti di Confindustria Sicilia – quella senza industrie ma, in compenso, dell’antimafia di facciata – per giustificarne i requisiti di forza di governo e, in particolare, titolare del ramo politico-amministrativo delle attività produttive. Guarda caso nei Governi autodefinitisi autonomisti, quello di Raffaele Lombardo e quello attuale di Rosario Crocetta. Cioè dei due ultimi Governi guidati da due furbastri di provincia per i quali la politica consiste nell’esercizio del potere comunque, giusta lezione storica dorotea.
Guarda caso, entrambi hanno cercato a copertura delle loro pretese autonomistiche di reclutare esperti internazionali ai quali assegnare posti di comando politici o amministrativi di vertice nell’amministrazione regionale. Con ciò superando di gran lunga le malefatte del loro predecessore Salvatore Cuffaro, il quale almeno aveva il senso dell’Autonomia.
Ora, poiché le sei macro-aree d’indagine assunte da Il Sole 24 Ore sono il Tenore di vita, gli Affari e il Lavoro, i Servizi, l’Ambiente e la Salute, la Popolazione, l’Ordine pubblico ed il tempo libero, ci chiediamo: quali di questi parametri hanno valore di priorità nell’azione del governo regionale?
1. Il tenore di vita nella nostra Isola si va sempre più divaricando tra chi più ha e chi è dentro la soglia di povertà.
2. Affari e lavoro. Si verifica, è vero, qualche lucrosa circostanza per chi ha qualche frequentazione con gli ambienti governativi (leggi acqua e discariche, per esempio), ma in quanto a lavoro non ci pare che gli assessorati preposti alle attività produttive abbiano assunto politiche tali da incoraggiare la nascita e la crescita di nuove opportunità di occupazione, fatta eccezione per l’infinita serie di precariato nella pubblica amministrazione.
3. Su servizi, ambiente e salute basta vedere cosa succede al territorio appena cade un po’ d’acqua in più per avere chiara la visione di quanta cura abbiamo per la tutela ambientale o, per quanto attiene alla salute, i tagli dei centri di maternità al punto che dalle isole dei nostri arcipelaghi le partorienti debbono essere tradotte all’ospedale Civico di Palermo o in altri ospedali della Sicilia per dire qual è l’attenzione che il governo ed il sistema sanitario rivolgono a questa versione del Wellfare.
4. In quanto a popolazione e tempo libero, qui pensiamo che di entrambe ce ne siano abbondanti, ma di sicuro tenute in stato di ozio ed improduttive.
5. Infine, sull’ordine pubblico meglio sorvolare perché purtroppo questo aspetto implica un discorso le cui radici risalgono alla notte dei tempi e questi attengono alla piaga tutta siciliana qual è la mafia.
Se questi parametri hanno un fondamento nella classificazione dello sviluppo civile di un territorio e di una realtà socio-culturale, ci chiediamo, e chiediamo al Governo regionale di dirci quali progetti e quali misure intende assumere per perseguire un progetto di sviluppo del territorio e della società siciliana.
In particolare, chiediamo all’assessore dell’Economia, Luca Bianchi – questo ‘luminare’ del meridionalismo senza Meridione – che abbiamo ricevuto in omaggio da Roma a garanzia dell’Autonomia siciliana, in cosa consiste il suo programma politico-economico. All’altro assessore – la bella signora delle Attività produttive, dottoressa Linda Vanchieri – chiediamo qual è la sua ricetta per la diffusione delle attività manifatturiere, che a nostro umile parere sono le uniche capaci di produrre valore aggiunto e quindi occupazione e sviluppo economico.
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