SENZA RENDERSENE CONTO, CON LE LORO DICHIARAZIONI, CON GLI APPELLI ROMANI E I RICHIAMI (ASSAI IMPROPRI!) ALL’AUTONOMIA, IL GOVERNATORE E L’ASSESSORE HANNO SOLO DESCRITTO SE STESSI E LA LORO PATETICA INCAPACITA’ POLITICA
La reazione scomposta e, per certi versi, patetica del presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dell’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, danno l’esatta misura della pochezza culturale, prima che politica, dell’attuale Governo siciliano.
Dire che il Commissario dello Stato, impugnando una Finanziaria sballata e truffaldina, ha leso l’Autonomia siciliana è un’offesa all’intelligenza e alla stessa Autonomia. Prendere contatti con Roma, come – a giudicare da quello che leggiamo sui giornali – sta facendo l’assessore all’Economia, Bianchi, è ridicolo.
Ricordiamo che l’impugnativa del Commissario dello Stato non è ‘Cassazione’: se Crocetta e Bianchi sono convinti che l’impugnativa sia sbagliata possono tranquillamente pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana – e quindi promulgare e applicare – la legge Finanziaria impugnata. Nessuno glielo impedisce.
C’è solo un ‘piccolo’ problema: se l’impugnativa è corretta – e a stabilirlo non può che essere la Corte Costituzionale – il presidente della Regione è in una botte di ferro. Ma se è sbagliata, il governatore paga di tasca propria tutti i pagamenti eventualmente effettuati con l’applicazione della legge Finanziaria.
Se ne deduce che il governatore Crocetta e l’assessore Bianchi, invece di fare tutta ‘sta ridicola sceneggiata sui giornali, dovrebbero seguire quanto prevede in questi casi la legge, che è – o dovrebbe essere – la via maestra di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica.
Presidente della Regione e assessore all’Economia sono convinti di essere nel giusto? Sono certi che l’impugnativa del Commissario dello Stato sia sbagliata? Bene. Come già accennato, promulghino la Finanziaria regionale 2014 con le parti impugnate. E la applichino.
Contemporaneamente, propongano ricorso presso la Corte Costituzionale. Se, come dicono sui giornali, hanno ragione, i giudici della Consulta non potranno che riconoscergliela. Ma se hanno torto, beh, il presidente Crocetta si prepari a pagare il costo di questa Finanziaria.
La verità è che la Finanziaria è stata correttamente impugnata perché è priva di copertura finanziaria. Può sembrare un gioco di parole, ma è così. E Crocetta e Bianchi lo sanno benissimo. In queste ore, non sapendo come difendersi, alzano polveroni per nascondere le proprie responsabilità. Ad aiutarli, in fondo, c’è la legge per gli editori – e non per i giornalisti – che l’Ars ha approvato: la stessa Ars che, non a caso, ha approvato quest’orribile Finanziaria.
In queste ore il governatore Crocetta, sempre nella foga di alzare polveroni, rimprovera al Commissario dello Stato di aver approvato, nel passato, le stabilizzazioni di precari e, in generale, le assunzioni di precari nelle varie branche della pubblica amministrazione.
Il presidente Crocetta confonde l’Ufficio del Commissario dello Stato con l’attuale Commissario dello Stato, Prefetto Carmelo Aronica. Evidentemente, il governatore non sa che, da quando si è insediato nel ruolo di Commissario dello Stato per la Regione siciliana, il Prefetto Aronica ha bloccato sistematicamente i tentativi dell’Ars – palesi e surrettizi – di stabilizzare nuovo personale precario nella pubblica amministrazione con continui quanto opportuni richiami alla Costituzione italiana che, com’è noto, stabilisce che nella pubblica amministrazione si accede solo per pubblico concorso.
L’Autonomia siciliana, infine. Il governatore Crocetta dovrebbe avere la dignità politica di non pronunciare questa parola. Il governatore Crocetta è quello che in campagna elettorale voleva smantellare il Muos di Niscemi e che poi, una volta eletto, si è rimangiato tutto e, dalle colonne di un quotidiano americano, ha affermato che il “Muos di Niscemi è uno strumento di pace”.
Già solo per quello che ha detto e combinato con il Muos di Niscemi, Rosario Crocetta da Gela non dovrebbe più, per il resto della sua vita, pronunciare le parole “Autonomia siciliana”.
Il signor Crocetta è quello che, in pieno dibattito sulla Finanziaria, all’Ars, pur sapendo che nel Bilancio regionale c’è un ‘buco’ di un miliardo e mezzo di euro, avrebbe voluto far contrarre alla Regione un mutuo da un miliardo di euro per pagare improbabili imprese delle quali, ancora, non si sa nulla.
Proprio i signori Crocetta e Bianchi si erano impegnati a portare in Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars l’elenco delle imprese da pagare con questo mutuo da un miliardo di euro. Ma si sono guardati bene dal farlo.
Non contenti di aver preso in giro la Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, in pieno dibattito sulla Finanziaria, si sono presentati in Aula con un emendamento proponendo sempre lo stesso mutuo: un mutuo che Sala d’Ercole avrebbe dovuto approvare, nelle teste di Crocetta e Bianchi, senza nemmeno sapere a chi sarebbero andati questi soldi (cioè il miliardo di euro di mutuo!).
L’Aula, per fortuna, ha bloccato l’ennesimo atto di ‘pirateria’ politica, economica e parlamentare dell’accoppiata Crocetta-Bianchi. Ma questo tentativo dà la misura di quanto sia ‘autonomista’ Crocetta: della serie, dell’Autonomia siciliana a lui e ai suoi ‘soci’ non gliene può fregare di meno.
Ora che Crocetta per difendere una Finanziaria sbagliata e scorretta debba richiamarsi ai valori dell’Autonomia, beh, questo è veramente troppo.
Se in questa storia c’è un autonomista, ebbene, questo è l’attuale Commissario dello Stato, che ha bloccato una legge Finanziaria che avrebbe gettato ulteriore discredito sulla Sicilia e sull’Autonomia siciliana.
Con le loro dichiarazioni deliranti, il governatore Crocetta e l’assessore Bianchi, lungi dal descrivere l’Ufficio del Commissario dello Stato, hanno solo descritto se stessi e la loro goffaggine politica.
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