Per raccontare il 2017 della città di Catania e della sua provincia, le pagine di MeridioNews si sono trovate a spaziare dalla cronaca giudiziaria al susseguirsi dei fatti della vita cittadina, fino a tragedie e arresti che hanno alzato il velo su inquietanti vicende con protagonisti insospettabili. Selezionando una notizia clou per ciascuno dei passati 12 mesi, viene fuori una variegata panoramica sull’anno che sta per cedere il posto al 2018.
Primo flash, a gennaio, è una pagina cruciale nella lotta alla mafia che vede protagonista proprio il capoluogo etneo. La cattura del latitante Andrea Nizza, sparito dal 2014, chiude l’epopea criminale dell’ultimo introvabile della Cosa nostra catanese, ritenuto il capo dei Santapaola-Ercolano. A febbraio la città viene scossa da un’esplosione: quella che fa accartocciare su se stesso un palazzo di via Crispi, vicino corso dei Martiri e il centro di Catania, per lo scoppio di una bombola del gas. Muoiono due persone, mentre inizia l’odissea degli inquilini sopravvissuti, rimasti senza un tetto sulla testa.
La cronaca cambia tono a marzo, quando parte il cantiere che promette, proprio nel 2018, di rimarginare una ferita viaria e infrastrutturale. Quella del Tondo Gioeni, che dopo la demolizione del ponte sarà abbellito da una fontana monumentale. Aprile porta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla metropolitana di Catania. Non per lo sviluppo della linea e i record di passeggeri, ma per l’allagamento della stazione Cibali, ancora oggi chiusa.
A maggio la cronaca giudiziaria si riprendere la scena: il terremoto travolge l’istituto musicale Vincenzo Bellini fino a toccare la famiglia della consigliera comunale Erika Marco. Madre, padre, zio e sorella dell’esponente di Articolo 4 finiscono fra i 23 arrestati per accuse come peculato continuato e riciclaggio. Giugno sposta i riflettori della cronaca sulla provincia: a Piedimonte Etneo una gara automobilistica amatoriale viene interrotta dall’uscita di strada di una vettura che piomba sul pubblico. La donna rimasta ferita gravemente, Letizia Gerami, muore dopo quasi due mesi d’agonia. Cinque gli indagati, al momento, per omicidio stradale.
Una storia di corruttela e malcostume all’interno della cosa pubblica è quella che porta, a luglio, all’arresto di Adolfo Messina, presidente di Pubbliservizi, partecipata della Città metropolitana di Catania. La Procura etnea spezza il presunto cerchio magico guidato dal politico, nominato alla guida della società dall’ex presidente Rosario Crocetta, orchestrato per truccare appalti ed elargire favori. Nell’afa dell’agosto catanese irrompe, poi, il caso 12 apostoli: Pietro Capuana, l’arcangelo dell’associazione cattolica Cultura e ambiente viene arrestato, assieme ad altre componenti del gruppo, per abusi su ragazzine dai 12 ai 15 anni. Le stesse che prendevano parte alle sessioni di preghiera e alla vita comunitaria della setta fondata dal santone.
A settembre si parla ancora di violenza sessuale: una dottoressa, Serafina Strano, viene stuprata mentre presta servizio notturno alla guardia medica del Comune di Trecastagni. L’autore del crimine, Alfio Cardillo, viene arrestato subito dopo. Si cercano ancora, invece, cause e possibili responsabili della morìa di pesci che, a ottobre, fa scattare l’allarme degli ambientalisti per il fiume Simeto. A novembre, sullo sfondo delle elezioni regionali, scoppia il caso degli anziani non autosufficienti di una casa di riposo di Sant’Agata Li Battiati, che avrebbero votato a loro insaputa, per il Pd e il deputato recordman di preferenze Luca Sammartino. Si consuma, infine, a Biancavilla la vicenda culminata a dicembre nell’arresto di un barelliere, Davide Garofalo: l’uomo avrebbe guadagnato 300 euro per ogni paziente terminale ucciso sulla sua ambulanza con delle iniezioni d’aria.
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