Lavoratori ex Pip, la stabilizzazione è ancora in bilico  No da Roma? Resterebbero dubbi anche per il sussidio

È stato un primo maggio particolarmente sentito, quello dei lavoratori del bacino ex Pip, che hanno brindato alla norma inserita in Finanziaria regionale che prevede la stabilizzazione degli oltre 2.700 precari all’interno della Resais, la società partecipata della Regione in cui confluiscono i dipendenti degli enti in liquidazione. Una norma che fa storcere il naso a molti e che solleva più di un dubbio rispetto alla possibilità che da Roma il governo possa impugnare il provvedimento.

Ma c’è di più e a sollevare il dubbio è l’ex primo inquilino di Palazzo d’Orleans, Rosario Crocetta: «Se fosse stato così semplice – ammette a MeridioNews – crede che non ci avrebbe pensato anche il mio governo? Le cose sono due: o mi sono distratto io e non ho letto dichiarazioni in merito, oppure mi sembra che non ci sia stata nessuna interlocuzione con Roma a garanzia di questo percorso di stabilizzazione. Con questi presupposti, temo che il rischio impugnativa, soprattutto in materia di pubblico impiego, sia particolarmente alto. E se Roma dovesse accendere il semaforo rosso davanti alla norma, il sussidio finora erogato dall’Inps sarebbe comunque garantito? Qualcuno, almeno questo, lo ha assicurato a quei lavoratori che oggi festeggiano?». Insomma, quei posti di lavoro, secondo Crocetta, sarebbero «quantomeno a rischio».

Gli ex Pip – bacino di lavoratori formato a fine anni Novanta nell’ambito del piano Emergenza Palermo che puntava a dare un’opportunità a categorie socialmente svantaggiate come ex detenuti, ex tossicodipendenti e alcolisti, ragazze madri al momento beneficiano di un sussidio versato dall’Inps (ma pagato dalla Regione). In caso di assunzione in Resais, il minimo che si possa immaginare è che la Regione sarebbe tenuta a pagare i contributi a queste persone, alle quali finora non è stato versato neppure un euro. Un costo «aggiuntivo» che in questo momento non è previsto dalla norma approvata in Finanziaria. Senza considerare il nodo della tipologia contrattuale che andrebbe applicata agli ex Pip.

E mentre alla Resais sono in attesa di capirne di più, sotto il profilo giuridico e soprattutto sotto quello finanziario, ecco che dal governo regionale le bocche sono piuttosto cucite attorno al provvedimento. La norma, infatti, non è stata proposta dall’esecutivo regionale, ma è frutto di un emendamento a firma di diversi deputati regionali. Così l’assessore al Lavoro e alle Politiche Sociali, Mariella Ippolito, si limita ad ammettere che non può «essere certa che la norma non verrà impugnata a Roma, ma sono convinta che in ogni caso una soluzione per il sussidio si troverebbe».

Una valutazione che Ippolito fa anche alla luce della lunga interlocuzione con l’Inps, che lo scorso febbraio ha interrotto l’erogazione dei sussidi, rivendicando un credito nei confronti della Regione di oltre 140 milioni di euro. Così, mentre gli uffici proseguivano le verifiche sul debito con l’istituto previdenziale, Ippolito ha portato a casa la garanzia che i sussidi sarebbero stati erogati comunque. Ne è conferma una missiva inviata lo scorso 3 aprile dal direttore regionale dell’Inps, Sergio Saltalamacchia, al presidente della Commissione Lavoro, Luca Sammartino, che lo aveva convocato in audizione.

Saltamacchia a quell’audizione non andò, ma inviò una lettera a Sammartino in cui faceva presente che era in corso «una serena e fattiva collaborazione con l’assessore al Lavoro, che auspico possa portare a soluzione le diverse problematiche insistenti sull’argomento». In quell’occasione Saltalamacchia faceva presente che «i pagamenti a favore delle categorie dei lavoratori Asu e Pip sono regolarmente in corso e saranno garantiti fino alla conclusione delle suddette interlocuzioni».

Una mezza garanzia, almeno in linea di principio, sul fronte dell’erogazione del sussidio da circa 700 euro al mese. Ma sulla stabilizzazione in Resais, nonostante l’ok dall’Ars, il percorso resta in salita. Una fumata nera da Roma potrebbe rendere quell’articolo della finanziaria carta straccia.

Miriam Di Peri

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