L’atletica di Giulia Aprile e l’ispirazione di nonno Salvatore Ora la sfida Europei: «Gioie dopo un periodo complicato»

Per inquadrare la dimensione sportiva di Giulia Aprile basta chiederle quanti titoli italiani ha vinto finora in carriera. «Non ricordo con precisione, dovrebbero essere quindici. Per essere sicuri dovrei contarli», risponde la mezzofondista di Augusta, in provincia di Siracusa. In mente l’ultimo alloro lo ha sicuramente chiaro, con la medaglia d’oro nei tremila metri al coperto vinti domenica scorsa nella cornice del palaindoor di Ancona. Venticinque anni, trapiantata in Toscana, Aprile è ormai una consolidata realtà dell’atletica leggera italiana. La sua carriera potrebbe essere a un giro di boa decisivo. È cambiata la distanza e anche la guida tecnica con la scelta di Saverio Marconi. Il 2021 è cominciato nel modo migliore mettendo in soffitta una 2020 complicato, soprattutto per le ripercussioni del Covid-19.

 «Durante il primo lockdown mi trovavo in Sicilia, perché ci vive tutta la mia famiglia e i miei genitori – racconta Aprile a MeridioNews – e praticamente sono stata 12 mesi nell’Isola. Per noi siciliani è stato un po’ complicato perché non potevi allenarti, nemmeno se atleta professionista». Mesi di stop forzato che forse nella mezzofondista hanno forgiato ambizioni e voglia di ricominciare a correre forte. «Praticamente sono stata totalmente ferma – continua – a differenza magari di altre atlete che riuscivano ad allenarsi. Insomma il 2020 è stato un disastro perché ho avuto anche un infortunio». Domenica scorsa Aprile si è presentata alla partenza con il sesto tempo d’accredito in una gara, quella dei 3000 metri, tutta da scoprire. 

«Sono molto felice sia di avere vinto questo titolo ma anche di avere fatto il tempo per i campionati europei», racconta dopo avere stabilito il suo nuovo primato in 9’09″26, davanti a Ludovica Cavalli e Martina Merlo. Nemmeno il tempo di festeggiare che per la mezzofondista megarese si sono aperte le porte degli europei, sempre al coperto, che si svolgeranno a Toruń, in Polonia, dal 4 al 7 marzo. «In questa gara possiamo aspettarci di tutto – spiega – Io nasco come atleta da 1500 metri. Sicuramente voglio provare a migliorare il mio tempo essendo una specialità che ho corso poche volte in carriera, credo cinque o sei volte, non di più».

Nel presente della mezzofondista l’asticella, che vanta diverse presenze in nazionale, sembra puntata proprio su questo genere di gare. «Mi alleno da anni per correre le distanze un po’ più lunghe ma per vari motivi ho sempre corso i 1500 metri. Quest’anno è stato un po’ di diverso – spiega – Ho cambiato guida tecnica e il mio allenatore si è concentrato di più sull’aspetto aerobico preparando la stagione all’aperto che si terrà a luglio». Probabilmente un pezzo di preparazione – e del sogno olimpico – passerà anche per l’Isola e il campo di atletica di Siracusa. «In Sicilia torno diverse volte, anche per allenarmi grazie al clima ideale». Nel mondo dello sport spesso e volentieri i miti a cui ispirarsi sono campioni affermati del passato o del presente. Per la mezzofondista «la musa ispiratrice al maschile» è stato nonno Salvatore Aprile. «Un atleta completo – conclude – ha fatto boxe, ciclismo e anche atletica, ed è riuscito a mettere insieme una famiglia di sportivi. Non è il classico mito olimpico ma per me è stato lui il mio idolo».

Dario De Luca

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