Last train to hell, il ritorno dei Boppin’ Kids

Ci hanno messo tremendamente tanto, ma alla fine sono tornati. I Boppin’ Kids di Orazio Grillo, ai più conosciuto come Brando, sono di nuovo in giro dopo 18 anni di assenza dalle scene. La band si è raccontata nell’aula A6 dei Benedettini, presentati dal direttore artistico di Radio Zammù, Ubaldo Ferrini.
Ma chi sono stati i Boppin’ Kids? “La più devastante macchina da rock’n’roll che l’Italia abbia mai posseduto”, come recita la loro presentazione, i Boppin sono nati a Catania a metà anni ’80 dall’idea di tre ragazzi poco più che adolescenti: appunto Orazio Grillo e poi Emilio Catera e Brando Mirabella. Quella, per Catania, era una stagione in cui il movimento rock, che poi la segnerà significativamente qualche tempo dopo, era ancora debole: solo qualche sala alternativa, qualche appassionato ed il programma radiofonico dei fratelli Bartoli su Radio Esmeralda. Sarà proprio da quelle frequenze che i tre “ragazzi danzanti” iniziarono ad assorbire il revival del rockabilly e del rock ‘n roll degli anni ’50. Ritmi indiavolati, movenze pelviche, pettinature vaporose, giubbini di pelle e lyrics che parlavano d’amore, di treni supersonici, emancipazione giovanile, tornarono a “popolare” le radio e le sale da ballo dei giovani degli anni ’80.
 
Fu così che i Boppin’ Kids partirono a razzo cavalcando quelle sonorità. «La pubblicità dei concerti era “meno di cinquant’anni in tre” – racconta Orazio – noi, infatti ci presentavamo come tre minorenni, vestiti benissimo, tutto sommato con buone qualità musicali, che si muovevano vertiginosamente. Partimmo per un tour nei locali alternativi italiani e la svolta avvenne con la pubblicazione della cover di Tainted Love che funzionò molto e che ci procurò un contratto con la Polygram». Di lì, una stagione stracolma di concerti e di attestati di stima, vedi quello prestigioso di Renzo Arbore che fu il definitivo battesimo per la band. Dopo la pubblicazione di dischi come “Go Wild” e “Just fo fun” e la partecipazione ad Arezzo Wave accanto ai Mano Negra di Manu Chao, però, l’avventura dei Boppin’ s’interruppe d’improvviso. «Un progetto nato da ragazzi molto giovani, finì per deteriorarsi. Siamo arrivati all’inizio degli anni ’90 in disaccordo sul da farsi. I nostri erano scazzi “pacifici”, come quelli tra ziti. Ognuno pensò di avere più chances rispetto agli altri, e forse c’era anche il desiderio di voler fare cose diverse». Da quel ’91, dunque, nessuna notizia del trio del rockabilly. Orazio cominciò la sua carriera come Brando pubblicando il debutto da solista “Santi e Peccatori”, gli altri presero la loro strada.
 
Poi, accade qualcosa di imprevedibile: Orazio, appassionato di rete, si rende conto che da qualche anno è partita una terza ondata di rockabilly e psichobilly (una mescola di punk e rockabilly). Così apre una pagina Myspace, dedicata ai Boppin’ Kids, che in pochissimo tempo incassa migliaia di contatti. Non solo, viene a scoprire che il disco “Go Wild” era stato tramandato dalle nuove generazioni grazie a internet e a copie di fortuna. Dunque si convince che era il caso di rimettere assieme i pezzi della sua band. Emilio Catera ci sta, Blasco Mirabella no, impegnato in altre produzioni. Al suo posto verrà chiamato Kris Sinister al contrabbasso. Il resto è storia recente, con il concerto in Spagna per lo “Psichobilly meeting” al quale i Boppin’ hanno partecipato come headliner, i festival di Dublino e Anversa, la pubblicazione per un’etichetta tedesca della raccolta “The Ultimate Worst Of” e l’atteso live che li rivedrà a Catania sabato 31 gennaio allo Zo. Antipasto del tour spettacolare che li porterà nelle sale da ballo di mezzo mondo: «da Bercellona a Copenaghen, da Berlino a Oslo, dagli States al Giappone».

Riccardo Marra

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