LAssemblea regionale siciliana ha approvato lo scorso 5 novembre la mozione promossa da Valentina Zafarana del Movimento cinque stelle sulle «iniziative urgenti per ottenere la restituzione al demanio regionale delle aree militari dismesse presenti nel territorio della Regione siciliana». Si tratta di siti che avrebbero dovuto essere consegnati alla Regione perché venissero utilizzati per gli scopi del territorio già molti anni fa, ma per i quali si sta ancora aspettando. Diverse sono infatti le aree militari non più utilizzate e pressoché abbandonate nel territorio siciliano. La loro assegnazione all’ente non solo è prevista dall’articolo 32 del suo statuto speciale, secondo il quale «i beni del demanio dello Stato, comprese le acque pubbliche esistenti, sono assegnati alla Regione, eccetto quelli che interessano la difesa dello Stato o servizi di carattere generale», ma un «trattamento particolare» per questi immobili è stabilito nel 2002 dal ministero della Difesa, al punto 10.4.2 del suo Libro Bianco.
Una dichiarazione di intenti più che unazione concreta però, in entrambi i casi. Lo statuto, infatti, non è mai stato applicato e nel Libro Bianco, sia per la Sicilia che per la Sardegna, la Difesa ha solo dichiarato di voler predisporre «gli elenchi degli immobili non più necessari alle proprie esigenze che formeranno oggetto di prossimo esame congiunto presso la presidenza del consiglio dei ministri, dipartimento affari regionali, in sede di revisione degli statuti delle regioni in questione».
Con il documento appena approvato lAssemblea impegna così il governo della Regione guidato da Rosario Crocetta a una svolta in tal senso e quindi «a chiedere al governo nazionale, per il tramite della commissione paritetica Stato-Regione siciliana, la modifica dell’articolo 4 del decreto del presidente della Repubblica in ottemperanza alla sentenza della Corte Costituzionale numero 383 del 1991», si legge sul documento. Lo scopo è quello di «ottenere la restituzione al demanio regionale di tutte le aree militari ed anche quelle utilizzate per servizi di carattere generale dismesse, a prescindere dalla data della loro dismissione».
Una volta ottenuta la gestione dei siti «per cui stiamo organizzando un censimento – spiega Valentina Zafarana si auspica che gradualmente si possano mettere a disposizione dei cittadini, secondo la vocazione del territorio». Seppure non si abbia ancora un quadro generale della situazione, «tanti sono gli immobili già individuati – dice ancora Zafarana come quelli indicati dal piano Borzì a Messina o quello di Punta secca a Ragusa, solo per fare qualche esempio». Approvato l’atto di indirizzo e incaricata la Commissione paritetica Stato-Regione siciliana di fare da tramite con il ministero della Difesa, adesso tocca a questultimo decidere. «Un processo che doveva iniziare molto tempo fa e che invece è stato bloccato. Non so se per negligenza o per mancanza di volontà – aggiunge Zafarana ma adesso speriamo di cambiare qualcosa», conclude.
«La più vasta operazione contro la pirateria audiovisiva in ambito internazionale». Con 89 perquisizioni nei…
«Aeroitalia ha annunciato oggi la regolare programmazione dei voli da e per l’aeroporto di Comiso,…
I giudici della terza sezione del tribunale di Palermo hanno assolto l'ex presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta dall'accusa…
Tremila tonnellate di rifiuti e un ingiusto profitto per 300mila euro. In provincia di Palermo…
È morto a causa del ribaltamento del suo trattore. A Cammarata, in provincia di Agrigento,…
La polizia ha eseguito «la più vasta operazione contro la pirateria audiovisiva condotta in Italia…