L’antidoping sbarca a scuola?

Immaginatevi la seguente scena: la professoressa d’italiano che apre il registro, muove l’indice su e giù sulla lista degli alunni e poi chiama la “vittima” di turno ad alzarsi in piedi e ad andare interrogato alla cattedra. Poi immaginate se, con grande stupore del docente, lo studente cominci a parlare, con ‘strani’ entusiasmi ed ‘inedita’ fermezza nella voce, dell’Alcyone di D’Annunzio piuttosto che dell’intera opera carducciana.

 

Immaginate se le sue non sembrino proprio “classiche” movenze da studente di liceo interrogato d’improvviso e immaginate, infine, l’interrogazione che va a buon fine grazie ad una  preparazione che c’è, è solida, con un’analisi delle opere matura e ben fatta; pensate a tutto questo e poi fate uno sforzo in più: immaginate la prof. che fa l’antidoping allo studente proprio come succede all’atleta dopo la competizione sportiva: troppo strano l’atteggiamento dell’alunno, decisamente anormale quella sicurezza di se. E se poi risultasse positivo? Beh a quel punto l’interrogazione verrebbe annullata.

 

Ecco, quella sopra citata è una di quelle situazioni auspicate provocatoriamente (?) dal Ministro dell’Interno Giuliano Amato durante l’incontro di ieri sulla sicurezza nelle città, organizzato dall’Anci al Palazzo Vecchio di Firenze. Il Ministro Amato, ha parlato di controlli antidoping nelle scuole che, in qualche maniera, salvaguarderebbero l’ambiente scolastico dalla circolazione di sostanze stupefacenti ed ha sottolineato come – anche se probabile oggetto di polemiche e proteste da parte delle famiglie degli studenti – questa iniziativa avrebbe una enorme e significativa forza deterrente. “Le analisi potrebbero svolgersi dopo le interrogazioni, specie se ‘sospette’ – ha spiegato Amato – e se lo studente risultasse positivo ne pagherebbe le conseguenze vedendosi annullare il voto e perdendo punti”.

 

Dunque dopo l’idea di ‘testare’ il sangue dei parlamentari all’indomani dell’inchiesta de Le Iene lo scorso ottobre, ecco questa nuova proposta. Una proposta certamente destinata a finire tra vespai d’opinione. Le domande potrebbero essere sempre le stesse: che effetto potrebbe avere, questo mega anti-doping, sulla popolazione studentesca? Non finirebbe per trasformare i banchi di scuola in grandi ambulatori? Parteciperebbe il test post-interrogazione ad irrigidire un ambiente che, già da un po’, ha perso parte del suo storico romanticismo? (tra violenze, bullismo e molestie sessuali).

 

Dopo il doping nelle scuole il passo seguente sarebbe, certamente, quello di portare provette, lettini, e tamponi nelle Università. E, così, magari dopo una positività verificata, il docente potrebbe abbassare il voto del candidato da 30 a 18. Attenzione però agli studenti di chimica, saprebbero in qualche modo eludere i test…

Riccardo Marra

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