DA DECENNI PALERMO HA IL PRIMATO DELLA CITTA’ PIU’ SPORCA D’EUROPA. ADESSO I NODI ARRIVANO AL PETTINE E LA TARES QUI COSTA IL 20% IN PIU’ CHE A MILANO.
di Aldo Penna
Durante il 2013 appena trascorso l’Amia ha reso sporca la citta, abbondanando il servizio o accampando scuse, almeno 6 volte per un totale di 25 settimane. In sostanza un giorno su due il servizio ha avuto gravissime carenza e nel tempo restante cronica incapacità di far girare a regime la macchina della pulizia a Palermo.
L’Amia non è un’azienda correggibile. Chiunque dei passati amministratori vi abbia provato è riuscito soltanto a innalzare di poco la sua effcienza mantenendo il servizio lontanissimo da quello di qualunque città oltre il Gargliano. Di chi la colpa? Sarebbe più opportuno chiedere di chi le colpe. Sono antiche e recenti. Un tempo era il patto non scritto: io ti voto tu non chiedermi di lavorare. Oggi il patto non è in vigore ma i vizi hanno compromesso a tal punto la reattività dell’azienda da rendere inefficaci anche le minacce. Spedire i controllori per verificare la presenza in servizio degli operatori non basta, occorre una sterzata decisa in altra direzione.
L’ex municipalizzata negli anni si è gonfiata di personale a tal punto che la Tares, e quindi l’obbligo di coprire interamente i costi del servizio, a Palermo pesa il 20% in più che a Milano. Quindi oltre che inefficiente l’Amia costa cara e oggi, con la modifica della tassazione, è evidente che gli sprechi e l’esubero di personale sono pagati dai cittadini.
Il Comune ha un contratto di servizio con l’Amia ma l’Amia non lo onora. In normali rapporti aziendali questo contratto sarebbe stato sciolto da tempo. Ma se non può o non vuole scioglierlo del tutto, l’Amministrazione può verificare la possibilità di assegnare anche ad altra azienda una parte del servizio, magari dividendo la città in zone e ponendo in concorrenza qualitativa le aziende affidatarie.
Paternali e rimbrotti non hanno sortito nessun effetto è tempo di cambiare e di farlo rapidamente.
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