Un sottile – ma non troppo – filo rosso unisce film come “I misteri del giardino di Compton House”, “Lezioni di piano”, “Wonderland” e “Gattaca”: tutti hanno in comune una colonna sonora firmata da uno dei più grandi compositori viventi, Michael Nyman.
Compositore, pianista, critico musicale, ma anche scrittore e fotografo, Nyman è stato e sarà ancora presente a Catania con un doppio appuntamento: giovedì sera si è esibito con la sua band al teatro Metropolitan per l’ultimo concerto della stagione di CataniaJazz, mentre il giorno dopo ha presentato il suo artbook “Sublime”, un “viaggio fotografico e musicale attraverso il mondo”, agli studenti all’ex Monastero dei Benedettini.
La malinconia di “Lezioni di piano”, la determinazione di “Gattaca”, la vitale “Water dances” che il padre-Nanni Moretti riascolta senza sosta guardando scene di vita perduta assieme al figlio ne “La stanza del figlio” rivelano – molto più di quanto possano fare le parole – come per il compositore inglese la musica sia “potenza, passione, istinto, dolore”. In una parola: umanità. Il tutto si esprime con un approccio non visuale ma onirico, quasi inconscio, e – forse proprio per questo motivo – universale, attraverso un processo che lo stesso Nyman definisce “da alchimista”.
È quindi questo desiderio di dare continua forma (musicale, ma non solo) alla vastissima gamma di sentimenti e passioni di donne e uomini che ha spinto l’artista inglese a sperimentare continuamente: dagli esordi minimalisti (termine da lui applicato in musica per la prima volta alla fine degli anni ‘60), nel corso della sua carriera non si è occupato soltanto di colonne sonore per film ma ha composto musica anche per ensemble, soprattutto per quella da lui formata nel 1976. Proprio l’evoluzione della “Michael Nyman band” può aiutare a comprendere meglio questo talento poliedrico: inizialmente formata da strumenti medievali come la ribeca e popolari come la cennamella (la siciliana “ciaramedda”), oggi è composta da un quartetto d’archi, sassofoni, trombone basso, chitarra basso e pianoforte.
Il concerto è stato diviso in due parti, la prima dedicata alle colonne sonore più famose composte dal pianista e la seconda centrata sui suoi ultimi lavori, a cominciare dal brano “50.000 feet can’t be wrong” – che ha dato il titolo all’evento – per passare per qualcun altro tratto dall’ultimo album “Mozart 252”, nel quale rielabora alcuni brani dell’immortale compositore di Salisburgo.
Venerdì – alle 10.30 al Coro di Notte dell’ex Monastero dei Benedettini – il compositore ha parlato del suo artbook “Sublime”. Presentato in anteprima al Salone del libro di Torino poche settimane fa, è una raccolta di fotografie realizzate da Michael Nyman nel corso dei suoi viaggi nelle più belle città del mondo accostate ad alcuni suoi brani inediti.
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