L’affissione abusiva che tappezza Catania

Per chi arriva con il treno alla stazione centrale di Catania e poi percorre il viale Africa verso piazza Europa; per chi si ritrova a passeggiare lungo i marciapiedi di Corso Italia, ma anche per chi cammina dalle parti del centro storico (via Sant’Euplio, piazza Stesicoro, via San Giuliano, piazza Dante, via Vittorio Emanuele, via Umberto) del lungomare, di via Leopardi/D’annunzio, dello Stadio. Insomma per chi si ritrova a girare per la città, in quasi tutti i suoi punti nevralgici, è impossibile non accorgersi dell’imponente invasione di manifesti commerciali abusivi.

 

Il massiccio abusivismo nelle affissioni, a Catania, è sempre stato una spiacevole consuetudine specialmente del periodo elettorale. Durante le campagne elettorali la città viene totalmente conquistata dai “volti” dei candidati di turno, messi in posa a promuovere la propria bontà politica, ed ogni angolo disponibile della città è preso d’assalto da squadre notturne che hanno la missione di incollare questi poster cartonati di ogni colore e schieramento politico.

 

Negli ultimi tempi, però, l’esposizione dei cartelloni pubblicitari abusivi ha superato di gran lunga il confine strettamente elettorale. In città, infatti, sono centinaia e centinaia le locandine che pubblicizzano concerti, serate in discoteca, spettacoli di differenti compagnie circensi ed eventi dei più disparati, piazzati veramente dappertutto: dalle lamiere dei lavori pubblici, alle pareti degli edifici; dalle pensiline degli autobus fino, addirittura, ai cassonetti della spazzatura, alle saracinesche dei negozi ed al retro di edicole e chioschi.

 

Un vero e proprio selvaggio tappezzamento che salta all’occhio perché esteso trasversalmente da una parte all’altra di Catania. In alcuni casi i manifesti sono incollati in modo tale e in maniera così invadente da “incorniciare” letteralmente le vetrine e le entrate dei negozi. In Corso Sicilia, in più, non c’è una colonna una, del lungo porticato, che non sia affrancata da spot pubblicitari; alle volte, questi, raggiungono altezze così vertiginose che lasciano intuire l’utilizzo di lunghe scale per realizzare la spericolata affissione. I manifesti, poi, sono il più delle volte anche parzialmente lacerati e penzolanti in modo da non risultare proprio l’ideale dal punto di vista dell’estetica urbanistica.

 

Con la nuova finanziaria del 2007, il Ministro dell’Economia Padoa Schioppa, ha sancito che le sanzioni contro l’abusivismo selvaggio – in passato destinate solo a chi, concretamente, attaccava i manifesti e cioè quei ragazzi (spesso giovanissimi) colti in flagranza di reato – ora toccano direttamente i mittenti (chi commissiona il lavoro) con multe che possono ammontare anche a 1500 euro per ogni manifesto, più le spese comunali di rimozione e pulizia dello spazio.

 

Ma sembra proprio che l’inasprirsi delle multe non abbia intimorito per nulla i responsabili delle affissioni non autorizzate, i quali si rifiutano di pagare le tariffe del comune in ambito di pubblica pubblicità (l’affitto dei tabelloni di ferro) continuando ad assalire la città di manifesti.

Riccardo Marra

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