«Linee guida digitali utili nella ricerca del lavoro». È questa l’idea della web series dal titolo Best practice realizzata dagli stagisti del Centro orientamento e formazione dell’Università degli studi di Catania, in collaborazione con ZammùTV, la televisione d’ateneo. Dieci episodi per raccontare in chiave ironica le problematiche più comuni che si trova ad affrontare un giovane laureato quando cerca un’occupazione, e le modalità per rendere più accattivante la propria candidatura a un’azienda. La serie – realizzata da Lorenzo Di Silvestro, Claudia Fiume, Mauro Sodano, Elisa Gulino e Raffaela Leone – nasce dall’esperienza che gli stagisti hanno maturato come operatori di placement. «Quello che si vede nei vari espisodi rispecchia molti aspetti della realtà che abbiamo affrontato presso il Centro», commenta Leone.
«Quando ci si candida a un’offerta è fondamentale rendersi reperibili a qualunque ora, così come è molto importante inserire una fotografia nel curriculum presentato», spiega Raffaella Leone. Che sottolinea: «Abbiamo notato che spesso questi dettagli vengono trascurati e così abbiamo pensato di fornire in maniera divertente alcuni avvisi e delle brevi indicazioni». Con l’obiettivo di innescare una riflessione, nonostante l’ironia. La web series ha come protagonista Andrea Straniero, un personaggio del quale si mettono in evidenza – con evidenti caricature – gli errori compiuti nella percorso di ricerca di un lavoro. Dalla presentazione al colloquio fino alla reputazione web sui social network, dalle reali conoscenze linguistiche possedute a quelle invece inserite nel curriculum vitae. Con un’attenzione particolare nei confronti della sostanza, oltre che della forma. «Piccole bugie sulle proprie capacità vengono scoperte subito dai recruiter e rischiano di mettere in cattiva luce un candidato che magari ha doti ottime», commenta Leone. Problemi ai quali si aggiunge «ritrovarsi madre e figlio seduti alle nostre scrivanie durante una fase di preselezione per alcune ditte o di ricevere spesso email da bambolina84@gmail.com o da belloeeimpossibile@virgilio.it».
«Abbiamo optato per la realizzazione video perché la comunicazione per immagini è molto diretta e – commenta Leone -, se avessimo scritto una linea guida classica non so quante persone avrebbero letto sul web un testo lungo più di dieci righe». I video dei vari episodi di Best practice sono stati preceduti dalla creazione di altrettante cartoline, e da un intenso lavoro di editing. Le immagini restano impresse e «arrivano sicuramente più velocemente di mille parole». All’idea dell’immediatezza del messaggio si lega anche quella dello strumento: «Il materiale digitale oggi ha molta più presa sui ragazzi di tutto il resto, e ci auguriamo che il nostro lavoro risulti davvero utile».
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