La Tasi e la Tari rischiano di assestare la mazzata definitiva alle famiglie italiane

ALTRO CHE 80 EURO AL MESE! LE ELEZIONI EUROPEE NON HANNO RISOLTO LO STATO DI CRISI. LO CERTIFICA UN’ANALISI DELLA BANCA D’ITALIA. I COMUNI SI APPRESTANO A MASSACRARE I CITTADINI. I PRELIEVI SARANNO PESANTISSIMI

di Alfio Di Costa

Amiche ed Amici, le elezioni Europee con i suoi vincitori ed i vinti sono ormai cronaca. I vincitori in queste ore stanno cercando di massimizzare il loro risultato ed i vinti fanno analisi del perché e del cosa ? successo. La Democrazia ha le sue regole che Noi tutti dovremmo accettare e rispettare.

Ma vorrei ritornare ai gravi problemi dell’Italia e della Sicilia. Possiamo affermare che le elezioni Europee non hanno risolto lo stato di crisi che attanaglia la nostra Società. Chi ha vinto ha soltanto posticipato i termini per iniziare a dare qualche soluzione.

Certo, appare strano che due giorni dopo il Governatore della Banca d’Italia parli di gravi difficoltà. Dice che la via della ripresa economica “non sarà breve, né facile” e l’uscita dalla recessione appare “travagliata”. Servono ora “azioni di sostegno alla crescita” che vanno dal rilancio degli investimenti all’efficienza della Pubblica amministrazione, dalla riduzione del cuneo fiscale alla lotta alla corruzione, dalla rivoluzione digitale delle imprese alla revisione del sistema scolastico e formativo. Il tutto, però, in un quadro “chiaro, organico e coerente” di riforme che restituisca la fiducia nel futuro”.

Il governatore della Banca d’Italia sottolinea che “la lunga recessione si è arrestata alla fine dello scorso anno”, ma che “una vera ripresa stenta ad avviarsi”. Tanto che “il graduale miglioramento delle aspettative tarda a tradursi in un solido recupero dell’attività economica”.

Il Governatore continua affermando che tra il 2007 e il 2013, l’occupazione “è scesa di oltre un milione di persone, quasi interamente nell’industria”, ricordando che il tasso di disoccupazione è “più che raddoppiato rispetto al minimo toccato nel 2008, al 12,7% dello scorso marzo”.

Il Governatore Visco spiega che “corruzione, criminalità, evasione fiscale, oltre a minare alla radice la convivenza civile, distorcono il comportamento degli attori economici e i prezzi di mercato, riducono l’efficacia dell’azione pubblica, inaspriscono il livello della tassazione per coloro che adempiono ai propri doveri, comprimono gli investimenti produttivi e la generazione di nuove occasioni di lavoro”.

Un punto cruciale è la pubblica amministrazione, il suo buon funzionamento “migliora l’operare dei mercati e la concorrenza, riduce i costi delle imprese, si riflette favorevolmente sulla qualità e sul costo dei servizi pubblici”.

Gli italiani ci prepariamo a pagare la TASI. Questa tassa si conferma una vera mazzata per le famiglie italiane. Con la TASI “il prelievo complessivo” da parte dei Comuni è destinato ad aumentare nel 2014”. Secondo Bankitalia, se i Comuni incrementassero le aliquote fino al 2,5 per mille la tassazione locale sugli immobili sarebbe di molto superiore ai livelli del 2012.

“Nel 2014 – si legge nella Relazione annuale – nell’ipotesi di applicazione della Tasi ad aliquota base, il prelievo aumenterebbe di circa il 12%. Se ciascun Comune applicasse un’aliquota pari al 2,5 per mille – aggiunge via Nazionale – il prelievo complessivo crescerebbe di oltre il 60% rispetto al 2013”.

Vediamo nel particolare cosa è la TASI che rappresenta l’incognita più grande. La Tasi, la tassa sui servizi indivisibili comunali, quali la manutenzione del manto stradale, la pubblica illuminazione ecc . La Tasi dovrà avere un’aliquota massima del 10,6 per mille. Ma non è tutto deciso, visto che con un decreto che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, il Governo stabilirà, per esigenze di ‘cassa’ dei Comuni, che l’aliquota della Tasi potrà crescere fino anche ad un massimo del 3,5 per mille.

La CGIA di Mestre sostiene che è facile ipotizzare che molti Comuni saranno costretti ad aumentare l’aliquota della Tasi fino al nuovo picco massimo, con il pericolo di penalizzare oltre modo le famiglie più numerose. Nelle simulazioni effettuate dalla CGIA, il probabile aumento delle detrazioni fino a 1,3 miliardi di euro consentirà uno sconto medio su tutte le prime abitazioni pari a 66 euro, contro i 200 euro – ai quali si aggiungevano altri 50 euro per ogni figlio – concessi dall’Imu nella versione 2012. Visto che la base imponibile della Tasi è la stessa dell’Imu, i rincari previsti nel 2014 rischiano di essere pesanti, soprattutto per le famiglie numerose.

Naturalmente non possiamo dimenticarci della Tari. La Tari è la nuova tassa sui rifiuti che si pagherà per la raccolta e la gestione dei rifiuti, da versare in base ai metri quadrati della propria abitazione e in relazione al numero dei residenti che la abitano. Anche qui dunque molto varierà a seconda dei Comuni e visto il periodo di magra nelle ‘casse’ comunali, quasi sicuramente ci saranno aumenti sparsi.

Comunque nessun commento politico da parte mia sul provvedimento che tocca i risparmiatori: l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie, che passa dal 20% al 26%. La pressione fiscale sul risparmio cresce più di quanto non appaia a prima vista, perché tra ritenuta d’imposta e bolli, siamo nell’ordine del 36%.

E non pensate a patrimoni milionari, qui parliamo anche dei 10-20 mila euro su un conto deposito presso una qualunque banca italiana!

Non mi soffermo sull’aumento previsto sull’accise delle benzina stabilito per finanziare Expo 2015 o altri balzelli tipo il raddoppio della tassa di concessione sul passaporto.

A mio modo di vedere questa non è la strada che potrà far riprendere la crescita all’Italia. Se non si inizia a tagliare i privilegi della Casta, se non si taglieranno le pensioni d’oro. Senza il Coraggio di cambiare davvero strategia ci troveremo tutti ad affrontare tempi bui.

Dobbiamo continuare il nostro impegno per un progetto reale di cambiamento che mandi a casa tutti i venditori di fumo ed i professionisti della politica troppo legati al Potere ed alla sua gestione. Vi ricordo che il cambiamento inizia da Noi. #InsiemesiPuò

Nota a margine

Ieri, in tv, con la sfacciataggine propria di un regime, dicevano che gli 80 euro al mese faranno aumentare i consumi. Facendo finta di non sapere che, tra qualche mese, le famiglie italiane – come ci ha descritto con dovizia di particolari il nostro Alfio Di Costa – verranno massacrate dalla Tasi, dalla Tari e da altri balzelli nel frattempo aumentati in parte dal Governo Letta e, in parte, anche dallo stesso Governo Renzi.

Sarà uno scenario molto più pesante di quello che ci ha comminato il Governo Monti. Non a caso, proprio in questi giorni, Monti ha detto che Renzi è il suo vero delfino!

Con questo ennesimo prelievo dalle tasche degl’italiani, che si annuncia pesantissimo, la domanda al consumo, nel nostro Paese, si ridurrà ulteriormente.

Giusta la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale sollecitata dalla Banca d’Italia. Sbagliato pensare che eliminazione di corruzione e evasione fiscale risolverebbero i problemi dell’Italia.

Il prossimo Natale, al di là della demagogia del Governo Renzi e di quelle che Fabrizio De Andrè definiva “le verità della televisione”, le famiglie italiane saranno stremate e non potranno né fare i regali, né preparare i cenoni.

A dicembre prossimo non avremo una ripresa economica. La domanda al consumo, dopo il prelievo di Tasi e Tari dai già magri bilanci delle famiglie, come già accennato, sarà ai minimi storici. Le imprese non avranno smaltito le scorte. I negozi saranno sempre più vuoti. La disoccupazione sarà aumentata.

Il pessimismo della Banca d’Italia è più che giustificato dai fatti. Quelli veri.

g.a.

 

 

 

Redazione

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