LA DISPUTA ANDO’ IN SCENA, IMPROVVISAMENTE, ALLA FINE DEGLI ANNI ’80 DEL SECOLO PASSATO, QUANDO IRI ED ENI SI FECERO UNA GUERRA SPIETATA PER COLLEGARE MESSINA CON REGGIO…
La notizia del ritrovamento di un tunnel sottomarino tra Sicilia e Calabria – a quanto pare un po’ inventato, anche se in tanti siti se ne parla ancora – ci riporta a una storia andate in scena alla fine degli anni ’80 del secolo passato e oggi dimenticata.
A un certo punto l‘Iri – Istituto per la ricostruzione industriale – al quale faceva capo la società “Ponte sullo Stretto di Messina”, dà un improvviso colpo di acceleratore al collegamento stabile tra la nostra Isola e la terraferma.
Alcuni importanti quotidiani italiani danno spazio al progetto del Ponte redatto dall’architetto Baldo De Rossi. Quello che fino ad allora era sempre stato un sogno sembra prendere corpo.
Il dibattito non si esaurisce in qualche giorno, ma va avanti per settimane. Qualche tempo dopo, a Palermo, arriva la notizia di una conferenza stampa dei vertici dell‘Eni. Tema: il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria.
La notizia arriva come una bomba. Da qui la domanda: ci sono forse due progetti per collegare Messina con Reggio Calabria, uno dell’Iri, presieduto allora da Franco Nobili, espressione della Dc, e uno dell’Eni, presieduto allora da Gabriele Cagliari, voluto dal Psi di Bettino Craxi?
Sì, c’erano due progetti: il Ponte dell’Iri e il progetto per tre enormi tubi sottomarini ideati dai tecnici dell’Eni. Insomma, il Ponte democristiano e i tre tubi sottomarini socialisti.
Il Ponte progettato dall’architetto Baldo De Rossi era suggestivo. Ma non meno interessanti erano i tre enormi tubi sottomarini: due per le automobili, uno in un senso e il secondo nel senso opposto; e in terzo tunnel per il passaggio dei treni.
In tanti anni di silenzi sulla possibilità di collegare la Sicilia con la Calabria, non si era mai visto, fino ad allora, un dibattito così appassionato sul progetto per unire Messina a Reggio Calabria. (a destra, foto tratta da reportagesicilia.blogs)
Con molta probabilità, lo scontro era tra potentati economici e finanziari. Che, alla fine, si sarebbero annullati l’uno con l’altro. Qualche mese dopo, infatti, i giornali non parlarono più né del Ponte dell’Iri, né dei tre tubi dell’Eni.
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