“La Sicilia prima di tutto”

“Quello di Gianfranco Miccichè è l’unico progetto politico che serve alla Sicilia”.

Taglia corto Toni Scilla, leader di Grade Sud a Trapani, parlamentare di Sala d’Ercole e, naturalmente, candidato per la riconquista dello scranno all’Ars.

“Oggi – ci dice Scilla – è un errore insistere con le sigle della vecchia politica. Le formule del centrodestra e del centrosinistra non funzionano più. Oggi bisogna difendere i territori. Bisogna difendere il Sud del nostro Paese che è rimasto indietro. E qundi bisogna difendere la Sicilia. Ma per difendere la Sicilia – aggiunge – bisogna lasciarsi alle spalle le logiche romane. Noi di Grande Sud, con il nostro leader, abbiamo avuto il coraggio di farlo. E’ un impegno che abbiamo assunto direttamente con i siciliani”.

– Una commessa un po’ azzardata, no?

“In politica bisogna difendere le proprie idee, anche rischiando. Il nostro è un rischio politico, su questo non ci sono dubbi. Ma siamo ottimisti. La candidatuta di Miccichè non nasce dalle alchimie dei Partiti romani: nasce in Sicilia. La sua è una candidatura al servizio dei siciliani. Noi il patto non lo abbiamo fatto con i leader politico romani: noi il patto lo stiamo facendo con tutti i siciliani. Il resto non ci interessa”.

– Nello Musumeci sembra un candidato forte…

“Nello Musumeci viene dato in vantaggio perché la gente, quando è stata contattata per esprimere un’opinione, pensava che centrodestra e Grande Sud fossero insieme. Invece le cose non stanno così. Noi abbiamo il nostro candidato – Gianfranco Miccichè, per l’appunto, e ci giochiamo la nostra partita. I maggiori dettagli li forniremo ad apertur delle urne”.

– In questa competizione elettorale voi di Grande Sud avete un po’ scombinato i giochi: Musumeci, insieme a voi, sembrava fortissimo. Poi, a un certo pnnto, vi siete chiamati fuori…

– “Un momento: è avvenuto l’esato contrario: è stato Musumeci che, candidato a fare il leader di un progetto politico autonomista per la Sicilia, ha deciso di piantare le proprie tende a Roma. Problemi suoi e di chi gli va dietro, non nostri. Noi restiamo autonomisti. Per noi la Sicilia viene prima di tutto. Questo, ovviamente, ha un costo che noi abbiamo deciso di pagare”.

– Ovvero?

“Musumeci, il Pdl e il PID corrono con il paracadute. Hanno già gli accordi romani chiusi. Per loro – e mi riferisco a Berlusconi, a Musumeci, a Saverio Romano e via continuando, la Sicilia è un mezzo non un fine. Questi signori stanno usando la Sicilia per finalità politiche che nulla hanno a che vedere con gli interessi reali della nostra Isola. Si stanno garantendo i posti a Montecitorio, a Palazzo Madama e al Parlamento europeo. Per loro la Sicilia è un mezzo per accaparrarsi poltrone romane ed europee. Si accomodino pure. I siciliani non li seguiranno”.

– Parliamo di Raffaele Lombardo.

“Lombardo? Mi sembra che sia in uscita. Noi siamo alleati con il Partito dei Siciliani. In ogni caso, noi con Lombardo siamo stati sempre leali. Il presidente della Regione uscente sapeva che, se avesse fatto entrare in giunta il Pd, noi saremmo usciti. E così è stato. E abbiamo avuto ragione, perché il Governo Lombardo-Pd non è stato un grande Governo. Anzi”.

– Intanto Rosario Crocetta, candidato del Pd e del’Udc è convinto di vincere…

“Il Pd siciliano in questi anni ha commesso molti errori. Ma dagli errori, a quanto sembra, non impara nulla”.

– In che senso?

“Tutti notiamo un atteggiamento di sufficienza da parte dei dirigenti del Pd siciliano. Come se questo Partito, in questi anni, avesse fatto grandi cose. Invece non solo ha prodotto grandi danni alla Sicilia, ma sta pure sottovalutando la candidatura di Cladio Fava. In ogni caso, sono fatti loro: noi il nostro candidato l’abbiamo, ed è Gianfranco Miccichè: che è il candidato dei siciliani che vogliono cambiare la Sicilia”.

– Non avete un po’ di timori a correre senza paracadute?

“No, perché siamo convinti delle nostre buone ragioni. Rispetto ad altri candidati, noi mettiamo al centro la Sicilia. Non mi pare una cosa secondaria. Quando Miccichè guiderà la ‘macchina’della Regione siciliana, tante cose cambieranno. Per davvero. La Sicilia è una terra ricca. Ci dobbiamo liberare delle persone che vogliono amministrarla togliendo ricchezza e aumentando la povertà. Il vero avversario da battere, oggi, è la povertà”.

– Vorremo palare anche delle isole della Sicilia, che ci sembrano un po’ abbandonate…

“Mi fa piacere che non le chiamate isole minori: sono isole della Sicilia e basta. Su questo luogh bellissimi, che già scontano problemi enormi legati all’isularità, dico che non deve più succedere che su temi delicati come trasporti e sanità vengano aumentate le penalizzazioni. Su questo punto voglio assumere un impegn con gli elettori delle isole siciliane: lavoreremo insieme per risolvere i loro problemi”.

 

 

Redazione

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