Una lunghezza complessiva di 770 chilometri, suddivisi in 36 tappe, per attraversare la Sicilia in mountain bike da oriente a occidente e viceversa. Sono i numeri del progetto destinato al ciclo escursionismo del Sentiero Italia del club alpino italiano. Nato per gli amanti della natura a piedi negli anni ’90 e da qualche tempo al centro di un lungo e complesso lavoro di conversione anche per gli appassionati della ruote grasse. Da qualche giorno un nuovo tassello è stato aggiunto al progetto grazie alla conclusione dei lavori nell’Isola. Sul portale Sentiero Italia del Cai è possibile visionare, attraverso una mappa interattiva, tutte le tappe con le indicazione di base: dal punto di partenza a quello d’arrivo, passando per distanza, dislivello e tracce gps scaricabili gratuitamente. «A questo lavoro si sono dedicate 16 sezioni. Abbiamo 29 tappe sulla dorsale da Messina a Trapani e le altre sulla cosiddetta variante Etna. In buone parte i percorsi destinati all’escursionismo sono risultati percorribili in bici ma c’è stata anche la necessità di concepire delle varianti», spiega a MeridioNews Enrico Fisichella, referente regionale per la Sicilia del progetto.
Alternative che permettono di rendere percorribili i sentieri in entrambi i sensi, pur non dovendo affrontare necessariamente le stesse strade. Massima attenzione anche ai punti d’arrivo dei vari segmenti: «Ogni fine tappa ha un punto d’appoggio destinato all’accoglienza», continua Fisichella. L’idea di base è infatti quella di coniugare il binomio natura e turismo con montagne e sentieri che non sono destinati a pochi singoli. «L’ottica è quella di avere sentieri con una difficoltà che non sia eccessiva anche se si tratta comunque di percorsi di montagna per il ciclo escursionista medio – continua Fisichella, che è anche presidente della sezione di Belpasso del Cai – Tuttavia con l’e-bike c’è la possibilità di superare certe difficoltà, anche legate alle pendenze. Avendo dei percorsi da affrontare in bici inoltre c’è la possibilità, rispetto all’escursionismo a piedi, di avere una percorrenza maggiore che permette di concatenare più tappe».
Il lavoro in Sicilia è cominciato nel 2020 e si è concluso dopo quasi due anni. Ad affiancare Fisichella nel lavoro di coordinamento nell’Isola è stato anche Alessandro Federici, marchigiano di Ascoli Piceno. «Gli aspetti fondamentali erano quelli di cercare di mantenere più possibile il Sentiero Italia a piedi per avere sinergie sia per la manutenzione che per la comunicazione, che rende tutto più facile anche nei confronti dei fruitori». Snodo successivo fondamentale verificare la percorribilità dei percorsi. «Quando sono stati fatti i rilievi sono stati utilizzati dei Gps con le tracce caricate online insieme alle relazioni sintetiche per caratterizzare e invogliare a fare il percorso, il tutto insieme a del materiale fotografico – continua Federici – La validazione delle tracce passa poi al Cai tramite un servizio cartografico interno all’associazione». Un lavoro su base volontaria «portato avanti con l’unico obiettivo di promuovere il territorio».
Numerosi sono i parchi e le riserve attraversate dal Sentiero Italia Cai in Sicilia: i monti dell’Agro Ericino, la riserva di monte Cofano, la riserva dello Zingaro, la riserva Naturale Orientata bosco della Ficuzza, i parchi delle Madonie, dei Nebrodi, e dell’Etna. Ma anche l’altopiano dell’Argimusco, la riserva Naturale Orientata bosco di Malabotta e i monti Peloritani. Un percorso da consigliare? «A ottobre abbiamo organizzato come Cai Sicilia, con la promozione delle sezioni di Belpasso e Acireale, il percorso della dorsale dei Nebrodi – conclude Fisichella – Due tappe suddivise in quattro giorni da Mistretta e Floresta».
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