La Sicilia ha il primato delle intimidazioni agli amministratori «Dimettersi dopo minacce è una sconfitta della democrazia»

Nel 2021 in Sicilia si sono registrati 51 atti intimidatori ai danni di amministratori pubblici. Un numero che porta l’Isola al secondo posto dopo la Campania. A essere colpiti sono stati 32 Comuni distribuiti in otto province: 13 episodi si sono verificati in sei Comuni del Palermitano (compreso il capoluogo); undici nell’Agrigentino con sette territori interessati; nove a Messina e in altri tre Comuni della provincia; cinque nel Catanese, nel Siracusano e nel Trapanese con quattro Comuni coinvolti in ciascuna delle tre province; due atti intimidatori nel Ragusano e uno a Caltanissetta. Sul totale dei casi censiti a partire dal 2011 (4.747 in tutta Italia) la Sicilia detiene iL primato con 777 episodi. Nel mirino finiscono sindaci, assessori, consiglieri, amministratori, candidati, funzionari e dipendenti della pubblica amministrazione. In Italia c’è stato un atto intimidatorio ogni venti ore per un totale di 438, il 6 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Dall’analisi fatta nel rapporto Amministratori sotto tiro di Avviso pubblico si evince che il metodo più usato al Sud per minacciare sono gli incendi. Sempre più frequenti le intimidazioni sui social network anche se resistono pure le tipologie più tradizionali: lettere e messaggi, aggressioni fisiche, minacce verbali (anche telefoniche), scritte offensive e minacciose, danneggiamenti, proiettili recapitati in buste, ordigni esplosivi, spari e, in percentuale minore, anche l’invio di parti di animali

E i mittenti non sono tanto direttamente riconducibili alle organizzazioni criminali quanto piuttosto a cittadini comuni. Molti episodi sono legati legati a proteste e agitazioni dovute alla pandemia da Covid-19. Ma anche al malcontento suscitato da una scelta amministrativa sgradita, da estremismi politici, da disagi sociali, problemi economici o richieste di lavoro non soddisfatte. Un incremento di atti intimidatori, nel corso del 2021, si è avuto nei Comuni medio-piccoli (al di sotto dei 20mila abitanti) dove chi amministra ha un rapporto più diretto con la popolazione e dove «spesso non godono di particolari forme di protezione», si legge nel report. Altro fenomeno che salta agli occhi è che circa il 20 per cento dei casi è avvenuto in Comuni già sciolti per mafia. Di fronte alle intimidazioni, alcuni amministratori denunciano e vanno avanti, altri invece rispondono rassegnando le dimissioni. «Nel rispetto di chi ha preso questa decisione – analizzano da Avviso pubblico – si deve prendere atto che si tratta di una sconfitta della democrazia». 

3 gennaio, Ravanusa (Agrigento). L’Alfa Romeo 146 di proprietà di un dipendente comunale viene distrutta dalle fiamme. 

10 gennaio, Messina. Durante una diretta su Facebook del sindaco Cateno De Luca, per informare sulle nuove regole anti-Covid, vengono minacciati i suoi anziani genitori. Il primo cittadino denuncia ma decide di ritirare l‘ordinanza che fissava misure più stringenti sul territorio comunale

12 gennaio, Palma di Montechiaro (Agrigento). Dalle carte dell’inchiesta antimafia Oro bianco – in cui viene arrestato anche un consigliere comunale – emergono intimidazioni e minacce verso la polizia locale. 

13 gennaio, Lampedusa (Agrigento). «Cu ci leva u pani ai miei figghi io ci levo a vita… U cori ti manciu Totò! (A chi toglie il pane ai miei figlio io tolgo la vita…Ti mangio il cuore Totò!, ndr)». Sono le minacce rivolte in dialetto al sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello, pronunciate nel corso di una diretta Facebook da un imprenditore del settore del noleggio auto dell’isola. 

15 gennaio, Avola (Siracusa). Un pregiudicato 42enne, dopo essere finito ai domiciliari per evasione, minacce a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio, va negli uffici dei servizi sociali per chiedere un ulteriore sussidio in contanti. Di fronte al rifiuto, minaccia gli impiegati comunali.

17 gennaio, Altofonte (Palermo). L’architetto responsabile dell’ufficio tecnico del Comune Salvatore Butera, uscendo dal lavoro, trova i copertoni della sua auto squarciati. 

25 gennaio, Buccheri (Siracusa). Piante di ulivo sradicate e recinzione divelta nel terreno del presidente del Consiglio comunale Gianni Garfì, che è anche responsabile provinciale del settore Forestali della Uila.

19 febbraio, Palermo. Un ausiliario del traffico, dipendente dell’Amat, viene aggredito da un automobilista che stava multando per avere lasciato la vettura in seconda fila.

27 febbraio, Castel di Iudica (Catania). Su una pagina Facebook viene pubblicato un video in cui il sindaco Ruggero Strano, rappresentato con la figura di Hitler e ritenuto colpevole di volere zittire l’opposizione, viene colpito da un raggio laser che provoca un’esplosione mortale. 

2 marzo, Acireale (Catania). Salvatore Messina, direttore della Sogip, società municipalizzata che gestisce il servizio idrico, viene minacciato davanti al portone di casa da un soggetto moroso, che prende anche a calci l’abitazione. 

12 marzo, Mazara del Vallo (Trapani). Gli agenti della polizia municipale trovano alcuni bossoli e un foglio con frasi minacciose rivolte a loro. 

17 marzo, Palma di Montechiaro (Agrigento). Il consigliere comunale Salvatore Malluzzo riceve una lettera intimidatoria.

18 marzo, Palermo. Vengono dati alle fiamme mobili e documenti degli archivi dei Servizi sociali del Comune. 

25 marzo, Corleone (Palermo). Una busta con un proiettile e un biglietto intimidatorio indirizzata al sindaco Nicolò Nicolosi viene intercettata al centro di smistamento delle Poste

30 marzo, Scicli (Ragusa). Il sindaco Enzo Giannone denuncia di avere subito minacce su Instagram con un video in cui si dice di volere bruciare la sua auto.

19 aprile, Marsala (Trapani). Vengono tagliate le ruote di 13 auto della polizia municipale parcheggiate davanti al comando.

19 aprile, Castelvetrano (Trapani). Viene distrutta la tomba del suocero del comandante dei vigili urbani Marcello Caradonna, responsabile anche della decima direzione organizzativa del Comune. 

25 aprile, Mazara del Vallo (Trapani). Un incendio, di probabile natura dolosa, divampa nell’archivio cartaceo del Comune.

12 maggio, Lampedusa (Agrigento). Il sindaco Totò Martello denuncia minacce sui social in merito al flusso di migranti che arrivano sull’isola.

13 maggio, Palermo. A causa di insulti e minacce, il sindaco Leoluca Orlando chiude alla possibilità di commentare i post sulla sua pagina Facebook. 

24 maggio, Messina. Durante un controllo sullo sversamento illecito di rifiuti viene aggredito il commissario della polizia municipale Giovanni Giardina.

27 maggio, Lentini (Siracusa). Video offensivi e diffamatori e con minacce rivolte al sindaco Saverio Bosco vengono postati online e, in poco tempo, diventano virali. 

9 giugno, Messina. Un dipendente comunale viene aggredito da un cittadino con una testata. 

14 giugno, Trapani. Il sindaco Giacomo Tranchida riceve minacce dopo una vicenda legata alla locale squadra di calcio. 

13 luglio, Favara (Agrigento). La sindaca Anna Alba rassegna le dimissioni. Tra le motivazioni c’è anche la pressione sociale che si è scatenata in merito alla crisi di rifiuti e che si è concretizzata nei commenti sui social: «Essere demonizzata segna». 

31 luglio, Messina: Il consigliere Francesco Pagano trova sulla propria auto un sacco di spazzatura dopo avere votato in Consiglio la delibera che aumentava la Tari. 

7 agosto, Limina (Messina). Vengono danneggiate due auto del sindaco Filippo Ricciardi.

8 agosto, Favara (Agrigento). Nella notte viene sfondata, forse con una spranga, la vetrata della sede del circolo che ospita la sede del comitato elettorale del candidato sindaco Antonio Palumbo

16 agosto, Solarino (Siracusa). Un dipendente dell’ufficio Anagrafe del Comune viene aggredito per la mancata emissione di un documento. 

3 settembre, Catania. A conclusione di una riunione con i rappresentanti dell’associazione che gestisce il centro di accoglienza per minori Mary Poppins l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo si rifugia in auto per sfuggire ad alcuni manifestanti. 

5 settembre, Catania. Un ordigno rudimentale che si trova sui binari vicino Militello Val di Catania viene fatto brillare dagli artificieri. Dentro c’è una lettera di minacce rivolte al presidente della Regione Nello Musumeci

29 settembre, Cinisi (Palermo). Il sindaco Giangiacomo Palazzolo rassegna le dimissioni. Tra le motivazioni addotte vi sono anche reiterate minacce subite. 

11 ottobre, Adrano (Catania). Il candidato sindaco Carmelo Pellegriti viene minacciato in chat. Due uomini ritenuti responsabili vengono individuati

20 ottobre, Canicattì (Agrigento). Rotto il vetro dell’auto di Alberto Tedesco, indicato come assessore in caso di vittoria dal candidato sindaco (poi eletto) Vincenzo Corbo

22 ottobre, Pettineo (Messina): Le aquile di marmo sul cancello di fronte alla casa del sindaco Pino Barbieri vengono ritrovate decapitate e con le ali mozzate. 

24 ottobre, Comiso (Ragusa): «Meno tasse o ti uccidiamo e ti diamo in pasto ai maiali». Comincia così una lettera anonima inviata alla sindaca Maria Rita Schembari. 

28 ottobre, Caltanissetta. Il sindaco Roberto Gambino viene aggredito in strada.

6 novembre, Lipari. Il sindaco Marco Giorgianni, trova bucate le ruote della sua auto parcheggiata a due passi dal Comune. 

20 novembre, Palermo. L’auto di una ex dipendente comunale viene data alle fiamme. Accanto viene trovata una bottiglietta con tracce di benzina. Mesi prima era stata incendiata un’altra vettura. 

26 novembre, Vittoria (Ragusa). Il candidato sindaco Salvatore Di Falco trova una corona funebre davanti alla porta del suo comitato elettorale.

6 dicembre, Palermo. Vetri rotti, paravento di una moto di un impiegato danneggiato e aggressioni verbali. È il bilancio di un raid compiuto contro la delegazione comunale postazione di Brancaccio.

8 dicembre, Agrigento. Il consigliere comunale Mario Fontana è vittima di un brutale pestaggio in un noto locale della movida. 

Marta Silvestre

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