«Magistrato. Eroe della lotta alla mafia». È l’epitaffio che da oggi ricorda nella chiesa di San Domenico, a Palermo, Giovanni Falcone. Il giudice ucciso nel 1992 nella strage di Capaci, dopo 23 anni dai funerali di Stato, torna nella stessa chiesa per sempre. L’iscrizione sulla pietra tombale sarà affiancata ai lati da due lapidi commemorative delle stragi di Capaci e via D’Amelio, con le quali si renderà omaggio a Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano.
La cerimonia solenne nel Pantheon degli uomini illustri di Sicilia, in programma alle 18 e presieduta dal cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, sarà aperta a tutta la città. L’iniziativa è promossa dalla comunità dei frati domenicani e dal suo priore padre Sergio Catalano. «Nel nostro piccolo, ma in sintonia con il lavoro che la nostra comunità domenicana svolge da ormai 800 anni in questa terra – dice – nell’accogliere Giovanni Falcone abbiamo voluto porre un contributo, piuttosto che di parole, di atti e segni evangelici a sostegno di chi lavora per la verità, la giustizia ed il bene comune».
Un gesto di accoglienza che per Maria Falcone, sorella del giudice e presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone è «coerente con gli obiettivi e gli scopi per i quali nacque la fondazione». Ovvero privilegiare la dimensione pubblica del magistrato affinché il sacrificio di tutti coloro che caddero nelle stragi diventasse “memoria” ed “educazione civica” per le future generazioni. «Da domani – spiega – la sepoltura di Giovanni sarà il primo “luogo di visita” pubblico e segnerà il tassello iniziale di un percorso a ritroso della vita del magistrato». Nelle intenzioni della Fondazione c’è la creazione insieme all’assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, di un progetto per valorizzare «memoria e identità siciliana attraverso i luoghi simbolo dell’esistenza terrena di Giovanni Falcone».
La sepoltura in cui riposeranno le spoglie del magistrato, progettata dagli architetti Filippo Amara, Sabina Branciamore e Giuseppe Maurizio Alessi, è stata realizzata grazie alla partecipazione del gruppo industriale Finmeccanica. L’iniziativa ha coinvolto il cardinale Romeo, il sindaco Leoluca Orlando, il Fec (Fondo edifici per il culto), la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali, l’Asp, il Comune di Palermo e l’assessorato della Salute della Regione siciliana.
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