La sabbia vulcanica ‘inquina’ il mare di Catania? Cari grillini ma che combinate?

A PARTE QUESTO ‘SCIVOLONE’, IL RUOLO DEI DEPUTATI DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALL’ARS SUL FRONTE DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE  ESSENZIALE. PERCHE’, AD ESEMPIO, NON ACCENDERE I RIFLETTORI SULL’INCENERITORE DI RIFIUTI IN CORSO DI REALIZZAZIONE NELLA VALLE DEL MELA?

Noi seguiamo con grande attenzione le battaglie del Movimento 5 Stelle a difesa della legalità e per la tutela dell’ambiente. Sono battaglie sociali e politiche sacrosante contro l’inquinamento, per la pulizia delle spiagge, contro la privatizzazione delle stesse spiagge (incredibile che a Mondello – la spiaggia dei palermitani per antonomasia – dagli anni ’50 del secolo passato ad oggi ‘comandino’ ancora i privati). E, ancora, denunce per segnalare il mal funzionamento dei depuratori, contro le speculazioni edilizie, in favore dell’acqua pubblica e via continuando.

Detto questo, dobbiamo segnalare che il comunicato diffuso nei giorni scorsi sul presunto inquinamento del mare di Catania ci sembra un po’ fuori luogo. L’utilizzazione dei big bags sul fondale al largo del lido Bellatrix, utilizzate dall’Amministrazione comunale etnea per lo scavo del canale di gronda – scavo, peraltro, ancora non terminato – non ci sembra un attacco all’ambiente.

Alla fine si tratta di sacchi di plastica che contengono sabbia vulcanica. Sono stati impiegati per effettuare lavori ordinari. Il Comune di Catania – che non ci sembra amministrato da ‘banditi’ – ne ha autorizzato l’uso. Idem l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. La Capitaneria di porto ne è a conoscenza e ha trovato nulla da dire. Anche perché alla fine dei lavori verranno rimossi.

Insomma, amici grillini: ma da quando in qua la sabbia vulcanica inquina il mare?

Cogliamo l’occasione per sollecitare i parlamentari del Movimento 5 Stelle ad occuparsi, invece, di quello che sta succedendo in provincia di Messina, dove, nel silenzio generale, si sta realizzando un inceneritore di rifiuti per produrre energia. In pratica, un termovalorizzatore targato Edipower A2A.

L’aspetto grave è che, a monte di questo termovalorizzatore, non c’è la raccolta differenziata dei rifiuti. Se ne deduce che bruceranno tutto: anche le sostanze che, una volta ‘infornate’, emetteranno nell’aria sostanze pericoloso per la salute dell’uomo. 

Qualcuno ci ha detto che per la sperimentazione a ‘umma ‘umma di questo termovalorizzatore è stata scelta una zona già inquinata dallo stabilimento chimico di Milazzo. Ma vi sembra seria una cosa del genere?

E’ il caso o no di occuparsi di questa vicenda? Ricordiamo che a Milazzo e nella Valle del Mela c’è già un movimento popolare che si batte contro l’inquinamento della raffineria, contro il folle elettrodotto di Terna i cui tralicci passano a pochi metri dai centri abitati e, adesso, anche contro la follia del termovalorizzatore.

Cari deputati grillini, visto che siete tra i pochi a difendere la Valle del Mela dall’elettrodotto, accendete i riflettori anche su questo scandalo del termovalorizzatore del quale – a quanto pare – il solito Governo regionale (assessorato regionale all’Energia e Rifiuti) sa tutto, ma non ha fatto nulla. E lasciate perdere i sacchi di lava, vicenda vecchia che con l’inquinamento del mare non ha nulla a che vedere.

 

Giulio Ambrosetti

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