La rivoluzione elettronica dell’editoria si farà?

Immaginate un editore che vi offra un’intera biblioteca, anzi tutti i libri che siano mai stati scritti, a prezzo contenuto e disponibili sempre e all’istante. I libri del Prospero shakespeariano e anche molti di più che trovano spazio nel palmo della vostra mano. La promessa del libro elettronico da quest’estate diventa realtà. Le società in competizione sono due: c’è la Sony, che ha lanciato un e-book Reader nel 2004 in Giappone, e sta per promuoverne una nuova versione sul mercato americano a 250 $ e la olandese iRex Technologies che ha appena messo in vendita online il suo iLiad a prezzo più contenuto e ha appena stipulato con un gruppo editoriale italiano un accordo per sperimentare la lettura di un suo quotidiano online.

 

Lo scrittore di fantascienza Ben Bova, autore di un romanzo Cyberbooks, uscito nel 1989 in cui anticipava l’avvento del libro elettronico, è un fan della nuova tecnologia. “Il nuovo Reader della Sony è praticamente identico al mio Cyberbook”, scrive su Naples News, “e trovo che sia un’ottima cosa. Soprattutto perché dovrebbe finalmente consentire di produrre e vendere libri a un prezzo irrisorio, risolvendo una volta per tutte il problema dei costi di carta e inchiostro, che fanno lievitare di anno in anno il prezzo dei libri tradizionali”.

Non tutti condividono l’ottimismo di Bova. Il libro in versione cartacea sarà anche ingombrante e antiecologico, ma molti lo amano anche per quello, per la sua fisicità, e non si entusiasmano particolarmente all’idea di un’intera biblioteca digitalizzata sottile come un palmare e con un’unica, immutabile copertina, un oceano di parole virtuali chiuse dentro un software che si materializzano a comando (elettronico) sopra uno schermo. Lo svantaggio degli e-book rispetto ai libri “veri” è che si perde il piacere di vedere il singolo volume, tenerlo tra le mani, sentirne frusciare le pagine sotto le dita.

In compenso un lettore di e-book permette di condensare l’equivalente di un migliaio di titoli e risolvere, per esempio, il classico dilemma “che libri mi porterei su un’isola deserta?”.

 

Le librerie elettroniche esistono già da qualche anno sotto forma di laptop e palmare ma in genere lo schermo stanca la vista, è spesso illeggibile al sole e quindi scoraggia la lettura. Ma Sony e concorrenti sono convinti che i nuovi lettori diventeranno gli iPod del popolo di lettori. Il motivo? Un nuovo tipo di inchiostro elettronico.

Graham Bell, direttore della divisione sistemi editoriali di HarperCollins, è uno di quelli convinti che la rivoluzione elettronica dell’editoria sia ormai questione di poco. Dopo aver sperimentato l’e-ink della Sony si è letteralmente “convertito”: “Lo trovo eccezionale. Il fiore all’occhiello è senza dubbio lo schermo, opaco e senza riflessi, con un ottimo contrasto ed estrema nitidezza. Si legge davvero senza fatica. E poi le batterie durano a lungo, pesa poco ed è piccolo come un tascabile”.

 

Negli Stati Uniti Reader sarà in vendita nella catena di librerie Borders, e le maggiori case editrici americane (Random House, HarperCollins, Penguin-Putnam, Simon & Schuster e Time Warner Book Group) stanno già lavorando sui primi titoli. Entro la fine dell’anno il Reader Sony dovrebbe essere disponibile anche nel resto d’Europa; chi non resiste potrà acquistarlo, come il concorrente iRex, direttamente online.

Lo schermo funziona come una specie di lavagna magica che evidenzia l’inchiostro elettronico sotto una pellicola di sottile plastica grigia. Altra novità importante è l’assenza di retroilluminazione, che risolve il problema dell’abbagliamento tipico dei computer. La qualità dei caratteri somiglia moltissimo a quella del libro di carta e il piacere della lettura è sicuramente maggiore di quello sullo schermo del pc.

Certo non è esteticamente invitante come uno scaffale pieno di libri però sta in una tasca e le tre pile che lo alimentano garantiscono un’autonomia di lettura di ben 10.000 pagine: l’equivalente di una quarantina di romanzi. Per girare pagina basta toccare il cursore alla base dello schermo. Colore e immagini in movimento, assicurano alla Sony, arriveranno con la seconda generazione, insieme alla possibilità di scrivere annotazioni a margine.

“La parola chiave del successo è connettività”, dichiara Ken Blakeslee, finanziatore d’assalto con un debole per le innovazioni senza fili, nonché orgoglioso proprietario di un Reader Sony. “È l’ideale per leggere mentre sei in giro, ma secondo me dovrebbe poter essere collegato al computer per scaricare libri. Inoltre dovrebbe scendere un po’ di prezzo”.

 

Non è da escludere quindi che i 250 dollari da sborsare per il lettore più il costo dei libri (comunque la metà del prezzo di quelli tradizionali) possano far fare un bel flop all’operazione. In effetti in Giappone l’andamento delle vendite rimane deludente se si considera la passione nipponica per i gadget elettronici. I critici la attribuiscono, appunto, al prezzo non esattamente popolare ma anche all’inflessibile schema di tutela dei diritti digitali (Drp) per cui il “libro” svanisce, letteralmente, nell’aria a tre mesi dall’acquisto. In più c’è il problema del look piuttosto modesto del Reader.

Sony sostiene di aver fatto tesoro dell’esperienza acquisita in patria e giura che l’edizione americana avrà un’estetica più accattivante, consentirà il collegamento al computer tramite porta Usb per scaricare libri da internet e sarà compatibile con tutti i tipi di memory card (e non solo con quella Sony, come nella versione giapponese). Infine è andata a lezione dalla Apple per imparare come si vendono musica e video online e, prendendo a modello l’iTunes music store – dove trovare ciò che si cerca, scaricarlo e pagarlo è facile come bere un bicchier d’acqua – doterà la propria homepage per e-book, Sony Connect, di un software che consente agli utenti di rovistare a piacere tra migliaia di titoli e scaricarli con la massima facilità sul proprio Reader.

 

A proposito di titoli: all’inizio Connect Store metterà a disposizione del pubblico un’ampia scelta di romanzi e saggistica, bestseller, autori celebri, classici e altro ancora. Non mancheranno, inoltre, biografie degli autori, recensioni e commenti dei lettori (stile Amazon), né la possibilità di piluccare tra le versioni elettroniche dei quotidiani e la manualistica tecnica.

Sony ha già concluso accordi per la vendita di libri digitali con almeno tre grosse case editrici americane e anche l’editoria britannica si sta preparando a una nuova sortita sul mercato dell’e-book. Secondo Graham Bell la strada da battere per il libro elettronico è, da un lato, lo stile iPod/iTunes e, dall’altro, il ribasso dei prezzi. “La Apple ha mostrato alla Sony come mettere insieme con successo un buon hardware (l’iPod), un buon software (iTunes) e un buon negozio online (iTunes Music Store), ma non sarà facile per Sony, che ha già fallito nel rendere compatibili i lettori musicali e che si è arenato sullo scoglio dei diritti digitali”.

 

Il successo futuro dell’e-book dipenderà in gran parte proprio dalla capacità di gestire i diritti digitali in modo da far felici industria e lettori insieme. La facilità d’accesso ai contenuti digitali è un vantaggio per l’utente ma un incubo per editori e titolari di copyright, che si ritrovano spesso e (mal)volentieri alla mercé della pirateria. Gli editori non gradiscono assolutamente che i possessori di un Reader “passino” gratis i libri agli amici dopo averli scaricati. Hanno già abbastanza problemi con Google e affini, dove schiere di volenterosi mettono online intere biblioteche passate allo scanner. Nell’industria sono in molti a guardare con preoccupazione al diffondersi di una pratica che, agli occhi degli editori, è un furto bello e buono.

 

Secondo Doris Booth, editor di Authorlink.com (un sito che riunisce addetti ai lavori e semplici appassionati di libri), la digitalizzazione del libro è un’arma a doppio taglio. “Ad alcuni autori la presenza online porterà vantaggi che con la pubblicazione tradizionale non avrebbero mai avuto”, dice. “La parola d’ordine non è iPod, bensì Pod, ovvero print-on-demand – tu chiedi, io stampo. In questo modo l’editore può decidere quante copie stampare di un libro, una sola o centinaia di migliaia, senza anticipare soldi per stampare libri che poi nessuno compra e che gli occupano pure spazio in magazzino. L’unico svantaggio, per ora, è che produrre un libro in questo modo costa il triplo rispetto al metodo classico, il che rappresenta a sua volta un vantaggio per l’e-book, più economico da far giungere a destinazione grazie a internet o agli apparecchi digitali”.

Doris Booth è convinta che, una volta decollato, il libro elettronico offra anche maggiori opportunità di pubblicazione, per gli autori, rispetto a quello tradizionale. “Credo che i tempi siano maturi per il libro elettronico come formato alternativo o, addirittura, concorrente, a quello cartaceo. Il pubblico ha fame di informazioni scaricabili, e gli apparecchi mobili per consultarle sono sempre più pratici e maneggevoli”.

A questo proposito vale la pena precisare che la categoria delle biblioteche portatili non comprende solo Reader e affini, ma anche tutta una serie di hardware, cellulari in testa, con cui gli editori sperano di raggiungere e conquistare nuove fette di pubblico. Chiedetelo agli adolescenti giapponesi, che già leggono libri e manga sul cellulare. I giovani, sempre i primi ad adottare le nuove tecnologie, sempre più tendono a leggere e informarsi su schermo invece che su carta.

 

Oltre 50 milioni di giapponesi, quasi la metà della popolazione, sono abbonati a uno o più servizi di entertainment via cellulare (i manga, per esempio). Gli analisti giapponesi prevedono che nel giro di due anni il settore editoriale degli e-book e dei prodotti correlati destinati ai telefoni cellulari salirà a 10 miliardi di yen.

Solleticati dalle immense opportunità di guadagno offerte dalle nuove tecnologie, anche gli editori tradizionali hanno cominciato a muovere i primi, timidi passi nel settore dei contenuti per cellulare. Il colpo più clamoroso, però, per il momento l’ha messo a segno lo scrittore Yoshi, che ha lanciato il proprio “romanzo per cellulare”, Deep Love, applicando con successo una tecnica da guerrilla marketing. Un’idea geniale: Yoshi ha distribuito migliaia di volantini pubblicitari tra le studentesse di Tokyo. Il romanzo, scritto in giapponese semplice, era scaricabile a puntate di 1600 parole dal sito dell’autore. Nel giro di tre anni il sito ha registrato 20 milioni di contatti e la storia – al cui sviluppo potevano contribuire anche i lettori – sta per diventare persino un film.

 

A fronte di un simile interesse per la “lettura da cellulare”, soprattutto da parte dei più giovani, non sorprende che diversi scrittori di grosso calibro e relativi editori farsi avanti. La società britannica Icue spera di avvicinare gli adolescenti alla lettura offrendo libri da scaricare e leggere sul display del cellulare; per non rovinarsi la vista (e il piacere), dato lo spazio limitato del display, il servizio proposto da Icue consente di visualizzare le parole in successione, una alla volta, grazie a una tecnica messa a punto niente meno che dall’aviazione statunitense per migliorare la memoria dei piloti e aiutarli ad assorbire più rapidamente le informazioni.

Questo metodo – per cui vengono visualizzate singole parole in sequenza – si chiama lettura tachistoscopica e si basa sul principio per cui il cervello umano è particolarmente abile nell’assorbire piccole quantità di informazioni quando queste vengono visualizzate velocemente di fronte agli occhi.

Alla Icue sostengono che i ragazzi prendono subito confidenza con il sistema e lo preferiscono al metodo classico, tanto che nel Regno Unito si sta per dare il via a una campagna nelle scuole per diffondere la lettura di libri scaricati dai computer sui cellulari. D’altro canto, visto che il cellulare somiglia ormai sempre più a una porta di casa virtuale da cui entrano informazioni di ogni sorta, perché non avere anche film, musica e quindi anche i libri?

 

Per le generazioni future le biblioteche saranno solo virtuali e i libri stampati verranno considerati reperti storici come le tavole della legge di Mosè scolpite sulla pietra. Presto o tardi il digitale manderà in pensione inchiostro e carta così come i libri manoscritti rimpiazzarono, a loro tempo, i rotoli di pergamena. L’avvento dell’e-ink rappresenta per l’industria libraria la più grande rivoluzione dopo Gutenberg, e sappiamo tutti che le novità vengono sempre accolte con un certo sospetto…

Allora, cosa scegliereste se foste costretti all’esilio su un’isola deserta e lontana da tutto, senza nemmeno uno straccio di computer per fare un ordine su Amazon – una nave carica di libri con le pagine incollate dall’umido e dalla salsedine, o un praticissimo lettore di e-book?

 

E, soprattutto, tra carta ed elettronica, qual è destinata ad avere il sopravvento? Se state leggendo questo articolo online avete già risposto.

Michael Fitzpatrick

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