La Regione ha l’Irfis, ma per i fondi europei si serve di Unicredit e Bnl…

Da oggi gli imprenditori siciliani possono richiedere agli sportrelli della Banca nazionale del lavoro (Bnl) e a quelli di Unicredit di tutta la Sicilia finanziamenti per il fabbisogno delle loro imprese finanziamenti sino a 400 mila euro. Tale possibilità origina da una misura adottata dal governo della Regione siciliana che ha stanziato 110 milioni di euro presso tali banche. Questo provvedimento – si legge nel blog del presidente Raffaele Lombardo – va incontro alle “aziende siciliane che, da tempo, reclamavano l’impossibilità di accedere al credito agtevolato…” e continua con esso “… il governo regionale ha ridato fiducia al sistema produttivo siciliano, dimostrando che è in corso una reale inversione di tendenza nella capacità di investire e spendere i fondi europei”.
Va tutto bene, ma questo provvedimento ci fa venire un atroce dubbio: nella riunione di giunta regionale che ha deliberato questo provvedimento era presente l’assessore Gaetano Armao, titolare dell’Economia dello stesso governo? E il presidente della Regione, nel decidere questo provvedimento, si è ricordato che appena qualche giorno addietro aveva nominato il dottor Enzo Emanuele presidente dell’Irfis FinSicilia?
Questi interrogativi sono abbastanza ovvi dal momento che la Regione siciliana dispone di ben tre istituti di credito agevolato alle imprese, ma che tuttavia nel comunicato presidenziale non compaiono nemmeno quali soggetti titolati alla concessione di credito alle imprese, quanto meno, quella versione della nuova “tendenza di investire e spendere i fondi europei”. Ovvero: le nostre perplessità sulla funzionalità della pletora di società partecipate dalla Regione siciliana sono condivise dallo stesso governo che di esse è il mallevadore? E che senso ha nominare uno dei più qualificati dirigenti dell’amministrazione regionale all’Irfis se, poi, al momento di dargli la possibilità di esercitare e mettere in campo le sue capacità non lo si considera affatto? E ancora, a cosa è servito recuperare da Unicredit quel che è rimasto di Irfis, depauperato della parte bancaria, se poi non lo si utilizza per la sua ‘competenza’ finanziaria ed invece si ricorre a quella dello stesso Unicredit?
Questi interrogativi sono reali o campati in aria? E le forze politiche che sostengono il governo Lombardo hanno o no qualcosa da dire?
Ci fermiamo qui per non farla troppo lunga. Aspettiamo qualche risposta anche se poco fiduciosi che questa verrà.

 

Riccardo Gueci

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