La radio d’Ateneo? Non è più un gioco

Il Festival delle Radio Universitarie 2009 comincia con un primo momento di confronto dell’Assemblea Generale di RadUni, l’associazione delle radio Universitarie. Quest’anno l’incontro è incentrato sulla presentazione delle “Best Practices” della comunità di RadUni. Alla presenza dei delegati provenienti da tutta Italia, viene proposta una panoramica delle soluzioni vincenti e da mettere in comune. L’incontro è moderato da Francesco Colucci (ufficio stampa dell’Ateneo salernitano), e Gioia Lovison, presidente di RadUni, ed è stato trasmesso in diretta da tutte le radio aderenti al festival, che hanno presentato le realtà migliori a livello nazionale parlando dei palinsesti e dei format più innovativi e originali.

Per salutare i giovani sono intervenuti il Magnifico Rettore dell’ateneo Campano prof. Salemi e il responsabile scientifico Unis@und prof. Massimo de Santo.

Si susseguono gli interventi delle radio: la “Fuori Aula Network” di Verona presenta una propria novità editoriale con la pubblicazione di “Radio Education”: “Un libro che abbiamo scritto insieme per far capire il nostro amore per questa esperienza: Noi la radio la viviamo così.” La radio, con i ricavati dalle vendite, sosterrà una particolare esperienza radiofonica comunitaria africana, “Stella Del mattino”. Andrea Diani, anche lui di Verona, illustra le nuove vie che le band emergenti possono percorrere per farsi conoscere. “Il primo inizio è sicuramente trovare spazio in una radio che non mette musica commerciale e in cui sicuramente è più facile trovare spazio ed entrare a contatto con le università. Il passo immediatamente successivo è il rapporto con gli eventi e le etichette che oggi guardano molto al mercato delle radio universitarie”.

In una direzione analoga, con l’aggiunta di un robusto supporto informatico e un’organizzazione sul modello dei social-network, si muove anche “RadioPhonica” di Perugia.  Presenti al festval sono anche delle realtà uniche sul territorio nazionale per le scelte tecnologiche-organizzative utilizzate.

Giovanni Cellini, responsabile di “RadioFrequenze” di Teramo, prima radio comunitaria italiana, parla di questa realtà nata da una collaborazione tra Università, studenti e gli enti cittadini. In questa visione comunitaria, Cellini sottolinea l’importanza delle leggi, che possono influenzare l’organizzazione e le scelte di una radio (per esempio per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria).

Francesco Pira, invece, rappresenta la prima realtà on demand nazionale, nata nella radio dell’Università di Udine. Pira va all’attacco: “C’è qualcuno che in alto, intervenendo a “Porta a Porta”, dice che le Università buttano soldi con le radio. Siamo qui per dare una risposta decisa a questa affermazione. Non è il nostro modo di essere, noi crediamo fortemente nel nostro lavoro e non giochiamo a fare la radio”.

“RadioBue” dell’Università di Padova, “RadioSapienza” dell’Università di Roma e “RadioF2” dell’Università di Napoli incentrano il loro intervento sul “passaggio da Formazione a Informazione”. Queste tre radio hanno istituito corsi di formazione professionale radiofonica, introducendo anche “Format-dispense” audio nei loro sito a disposizione degli studenti sulle diverse iniziative del loro ateneo.

Non poteva mancare la Radio del nostro ateneo, Radio Zammù che, per voce di Alberto Conti, fa conoscere la propria vita redazionale e l’organizzazione dei programmi e delle trasmissioni, curate interamente e in autonomia dagli studenti dell’ateneo catanese.

Al termine di questo momento viene presentata la grande novità di quest’anno: UStation. “La prima grande piattaforma italiana nata per appoggiare la creatività universitaria” afferma il presidente Romeo Perrotta, sottolineando la sua idea di rappresentare la ricchezza espressiva dei media universitari: “Come se ci fosse un FRU ogni giorno”.

Daniele Palumbo

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