La questione Muos arriva in Parlamento «Illegittima la procedura di autorizzazione»

Mozione parlamentare pronta per il caso del sistema di antenne satellitare statunitense Muos in costruzione in contrada Ulmo a Niscemi, perché viola gli articoli  80, 87 e 11 della Costituzione italiana. A presentare la proposta, ieri, all’intergruppo di Parlamentari per la pace composto da Pd, Sel, Movimento 5 stelle e Scelta civica – nel corso di un incontro a Roma dal titolo Muos: Sicilia tra ponte di pace e avamposto militare – è stato il coordinamento regionale dei comitati No Muos insieme ad Arci, Associazione antimafie Rita Atria, Legambiente e Rete disarmo. Un incontro in «chiaroscuro» lo definisce il giornalista Antonio Mazzeo, «perché poteva andare peggio, ma anche meglio». Non moltissimi infatti i parlamentari presenti. «Siamo stati un po’ sfortunati a causa di molteplici incontri in varie commissioni oltre che a lavori nelle camere del Parlamento per una serie di decreti finanziari in scadenza», spiega ancora Mazzeo. Si dice comunque soddisfatto per l’attenzione ottenuta dal Comitato da tutti i gruppi, in particolare da alcuni deputati siciliani e in generale dalla partecipazione del Partito democratico, «al governo e quindi per nulla scontata».

«Abbiamo iniziato un dialogo con le istituzioni – afferma Nadia Furnari a Roma in rappresentanza del coordinamento regionale dei comitati No Muos – vedremo adesso cosa accadrà. Noi non ci fermiamo qui e discuteremo di questo e di altri eventi nella riunione regionale che abbiamo in programma per sabato 2 novembre», dice. Dello stesso avviso Antonio Mazzeo che amplia la problematica della sicurezza per la popolazione includendo l’intero processo di militarizzazione della Sicilia che avviene anche con l’operazione Mare Nostrum. Questa, con l’utilizzo di personale e mezzi di marina militare, esercito, aeronautica militare, carabinieri, guardia di finanza e guardia costiera, ha l’obiettivo di aumentare il livello di controllo dei flussi nel mare Mediterraneo e in particolare di quelli migratori. «Quella parlamentare era una delle strade da percorrere e lo stiamo facendo, ma la lotta non è finita nonostante la situazione in Italia sia disastrosa – continua Mazzeo – sono anche saltati gli elementi minimi della democrazia e ci sono sempre meno spazi per l’attività politica».

Soddisfazione ma anche amarezza viene espressa dal deputato di Sinistra ecologia e libertà Erasmo Palazzotto. La prima per «aver contribuito a riportare la giusta attenzione su un tema che non può essere limitato soltanto ad un livello regionale», la seconda per l’assenza, ieri, dell’amministrazione siciliana guidata da Rosario Crocetta, «governo regionale che ha lamentato proprio uno scarso impegno delle forze politiche nazionali sulla vicenda del Muos».

Il tema è stato affrontato anche martedì, durante un incontro nel quale alcuni docenti e giuristi dell’università di Catania hanno messo in luce una gestione degli accordi internazionali da parte dell’Italia che sembra essere formalmente scorretta e l’incostituzionalità di alcuni di questi, tra i quali spicca proprio il trattato che autorizza la costruzione del Muos. Una presa di posizione ribadita, dunque, anche in Parlamento. È proprio questo il luogo deputato alle decisioni in merito agli accordi politici internazionali che poi devono essere ratificate dal presidente della Repubblica, secondo gli articoli 80 e 87 della Costituzione. «Nel caso dei trattati di concessione delle basi militari e, in particolare, della base di trasmissione di Niscemi, si è proceduto in modo informale, mediante sottoscrizione solo del rappresentante del ministero della Difesa, – denunciano i membri dei comitati No Muos – secondo una prassi che può essere ritenuta valida solo per gli accordi di natura tecnica o economica ma non sicuramente per quelli aventi rilevante valenza politica». Con la proposta di mozione presentata all’intergruppo dei parlamentari per la pace, quindi, si denuncia l’illegittimità di tali procedure e si «chiede al governo di risolvere tali accordi, procedendo a richiedere le necessarie autorizzazioni parlamentari».

Non solo. Secondo i No Muos la discussione parlamentare non è sufficiente a risolvere il problema del sistema di antenne satellitari, come quello degli armamenti Usa ospitati sia nella base statunitense Niscemi che in quella mista Usa-Nato di Sigonella, in cui ci sono anche i droni. Il Muos «per la sua importanza strategica e architettura di funzionamento sarà usato dagli Stati Uniti in tutti i conflitti, anche in quelli non conformi ai principi dell’articolo 11 della Costituzione e all’articolo 5 del trattato Nato», scrivono infatti gli attivisti. Il comitato chiede così un voto negativo alla loro ratifica. «La proposta è stata presentata, non resta che attendere che l’intergruppo la discuta e decida. Rimangono tante cose da fare, intanto registriamo un rispetto da parte delle istituzioni verso il lavoro del Coordinamento», conclude Nadia Furnari.

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