Concretezza e umiltà, ma anche consapevolezza di essere finalmente sulla strada giusta. Dopo un paio di stagioni in sordina, anche a causa di problemi fisici, per Alice Mangione sembra arrivato il momento della consacrazione. La vittoria sui 400 metri piani ai campionati italiani di Padova, impreziosita dal suo record personale di 52″70, è il giusto premio per scelte coraggiose, compiute quando l’alternativa era addirittura quella del ritiro. La sliding door della sua carriera può essere considerata il trasferimento a Roma nel 2018 e l’inizio degli allenamenti con Marta Oliva: «Non è stato facile – ammette la velocista a MeridioNews – ero reduce da un periodo in cui non facevo più risultati, volevo smettere. Le poche persone che credevano in me, alla fine, mi hanno convinto. È stato un necessario salto nel vuoto: con la mia allenatrice, adesso, mi trovo benissimo».
Per la ragazza nata a Niscemi, svezzata a Catania dall’attuale tecnico azzurro Federico Di Mulo e poi impostasi al Cus Palermo con Gaspare Polizzi, è un periodo magico. Il successo che l’ha consacrata regina d’Italia sul giro di pista, infatti, ha preceduto di qualche giorno la sua prima partecipazione alla Diamond League. Si tratta, per i profani, dell’università dell’atletica leggera: un calendario di meeting internazionali secondi per importanza solo a Olimpiadi e Mondiali. La tappa di Bruxelles ha visto Mangione per la prima volta ai blocchi di partenza: il risultato è stato un ottimo quinto posto a un soffio dal podio, col tempo di 52′ 85”. «Ero molto emozionata – racconta – correre in uno scenario del genere è tutta un’altra storia: a breve, poi, arriverà la partecipazione al Golden Gala di Roma (il prossimo 17 settembre, ndr). Un altro obiettivo che si avvera».
Alice va veloce e i suoi sogni, finalmente, stanno coronando una passione che arriva da lontano. «Il mio interesse per la corsa è nato a scuola: i professori, dopo avermi vista correre, mi hanno suggerito di insistere. Io, a dire il vero – ride la velocista – facevo danza classica e l’atletica non mi interessava. Gli insegnanti però mi hanno convinto: è così che ho iniziato a disputare gare di velocità sugli 80 metri. Alle medie ero la più forte: battevo anche i ragazzi che mi sfidavano». È stato l’inizio dell’ascesa, col secondo posto ai Giochi della Gioventù di Roma, quindi gli allenamenti a Catania tre volte a settimana e il successivo trasferimento a Palermo. L’oro ai campionati italiani allievi nel 2014 e l’argento a quelli juniores l’anno successivo annunciavano la nascita di una stella che, negli anni successivi, ha rischiato di offuscarsi.
La forza di volontà e lo sconfinato amore per lo sport hanno evitato che tutto ciò potesse accadere, con i primi segnali di riscossa arrivati grazie al bronzo dei campionati italiani assoluti del 2019. Questi, infine, sono stati i mesi della crescita esponenziale, a livello di risultati e prestazioni. «Punto a migliorarmi ogni giorno, sempre di più. L’obiettivo è quello di arrivare alle Olimpiadi di Tokyo: non voglio soltanto partecipare – ribadisce la quattrocentista – desidero mettermi in evidenza, anche se la concorrenza è molta». Da Niscemi verso il Giappone, passando per un presente fatto di sacrifici e idee chiare: «Studio scienze motorie, sono al terzo anno. Voglio laurearmi e proseguire con la laurea magistrale: mi piace questo ambiente, vorrei insegnare educazione fisica». Proprio ai ragazzi della sua terra giunge l’ultima raccomandazione: «Non fatevi trascinare dalle brutte amicizie: coltivate sempre le vostre passioni, non fermandovi mai di fronte agli ostacoli. Guai ad abbattersi!».
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