Dopo le straordinarie nevicate della prima settimana dell’anno la neve inizia a sciogliersi e ha già abbandonato le aree pianeggianti e in parte quelle collinari con la viabilità in grande parte ristabilita, soprattutto nelle grandi arterie viarie. Restano però tutti sul tavolo i danni e i disagi che questa finestra di rigido inverno ha causato ad alcuni settori, in particolare a quello agricolo e zootecnico. Per avere delle risposte più esaustive bisognerà attendere la normalizzazione del clima e il ritorno alla percorribilità di molte strade interne, soprattutto in montagna, ancora invase dalla neve, ma in tanti temono per le colture, in particolare per gli ortaggi, ma anche per le semine.
Non si lascia andare ad allarmismi la presidente dell’ordine degli agronomi di Palermo, Paola Armato, che da par suo si riserva di esprimere una valutazione più dettagliata una volta in possesso di dati più certi. «La neve in molte zone si è sciolta – dice a MeridioNews – ma ancora i tecnici non sono stati in grado di completare una stima vera e propria dei danni e all’ordine non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione particolare». Il timore tuttavia, non riguarda solo il fenomeno delle nevicate, ma gli sbalzi repentini di un clima instabile. «II problema – prosegue Armato – continuano a essere le temperature. Non c’è dubbio infatti che la neve abbia potuto danneggiare alcune colture, soprattutto nelle zone più interne, ma il continuo alternarsi tra giornate più calde e altre freddissime potrebbe portare danni maggiori. Potrebbe esserci infatti una ripresa vegetativa con le temperature più miti che le successive ondate di freddo potrebbero stroncare. Tra qualche giorno, quando i tecnici avranno completato le loro perizie, potremo essere più precisi con la conta dei danni».
A toccare con mano immediatamente i disagi invece è stato il comparto zootecnico. L’impraticabilità delle strade interpoderali, infatti, ha reso in molti casi impossibile per gli allevatori prendersi cura del bestiame. Un problema che in alcune zone continua a persistere, anche in luce del fatto che, andato via il ghiaccio, ci si è trovati a doversi misurare con fango e frane su molte delle vie di collegamento di poderi e aziende. Da qui la richiesta di Cia Sicilia di ottenere lo stato di calamità denunciando «animali abbandonati a se stessi e, di contro, un’indennità compensativa che non arriva e, per i fortunati che l’hanno ricevuta, è dimezzata – dichiara Rosa Giovanna Castagna, presidente regionale di Cia Sicilia – Anche se la valutazione dei danni è provvisoria si aspetta di comprendere meglio l’entità che, in alcuni casi, è di difficile valutazione per l’impossibilità di raggiungere alcune zone. Temo che il bilancio regionale del maltempo possa peggiorare generando gravi danni economici per tutto il comparto agricolo e zootecnico. Per questo motivo bisogna intervenire in tempi brevi». Una via, quella della richiesta dello stato di calamità non esclusa neanche dall’assessore Regionale al ramo, Edy Bandiera, che una volta avuta stima completa sull’estensione e sull’ammontare dei danni, deciderà se portare l’istanza in giunta e a Roma.
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