La marcia #Nomuos di Turi Cordaro (fu Vaccaro) A piedi da Palermo a Niscemi, in tempo per il 4 aprile

«Partenza da Palermo il 12 marzo, arrivo a Niscemi il 4 aprile. Asino Calò permettendo, sennò il 25 aprile». Il viaggio da 400 chilometri a piedi, scalzo, e in compagnia di un asino lo sta completando il pacifista Turi Cordaro, già noto come Vaccaro – nome abbandonato perché richiama alla violenza sugli animali -, e pianificato solo su un foglio di quaderno

Poche righe, fatte arrivare a metà marzo tramite Whatsapp ai militanti dei Comitati No Muos, per informarli dell’ennesima impresa nella lotta contro il mega impianto di antenne satellitari dell’esercito Usa costruito in contrada Ulmo a Niscemi. Città dove, per essersi arrampicato sulle antenne in una delle tante manifestazioni di protesta, non può ora teoricamente più andare a causa di un divieto di dimora. Che potrebbe portare al suo arresto una volta arrivato a Niscemi, in tempo per la grande manifestazione organizzata dai comitati siciliani.

«Contro le antenne inquinanti e offensive, adibite al controllo dei droni e sottomarini armati di missili nucleari. Il Tar ha ordinato la sospensione dei lavori ma gli Usa li continuano come niente fosse», è la motivazione dell’impresa spiegata nella lettera. Il tutto arricchito anche da un anniversario: gli 85 anni della «marcia del sale di Gandhi, dal 12 marzo al 6 aprile del 1930».

«Sappiamo solo che è in viaggio, ogni tanto ci arriva qualche notizia, ma la persona che lo segue, Maurizio, ha perso il telefono: Turi non lo usa – spiega Fabio D’Alessandro del comitato No Muos di Niscemi – Adesso sono a Marianopoli, e dovrebbero arrivare in tempo per il 4 aprile». Una data che resta comunque in dubbio «a causa della lentezza dell’asino: le poche volte che sono riuscito a sentirlo, ho capito che era più veloce lui dell’animale».

«In realtà è normale che sia così: l’asino riconosce che Turi non è una persona autorevole, che non è un cavaliere esperto. E non lo ascolta», spiega Federico Price Bruno, noto per il suo progetto Eco Mulo che qualche anno fa lo ha portato dalla Sicilia fino al Quirinale a Roma, cavalcando. E che ha pubblicato recentemente su Facebook una delle rare foto dell’impresa, scattata nei pressi di Prizzi

«Diciamo che sto seguendo l’impresa di Cordaro tramite i miei contatti sul territorio – spiega Price Bruno -. La mia gente sono agricoltori, cavalieri e pastori in giro per la Sicilia, e lo “tengono d’occhio” anche se lui non lo sa», afferma Price Bruno. «Le ultime informazioni le ho avute dal figlio di un pastore quando era a Castronuovo: le notizie poi fra di noi corrono più veloci che su Internet», conclude il creatore del progetto Eco Mulo. 

Leandro Perrotta

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