La mafiosità diffusa che imprigiona Palermo

LA LETTERA DI MINACCE RECAPITATA A ORLANDO E  IL LENZUOLO CON LA SCRITTA OFFENSIVA APPESO AI CANCELLI DI UNA SCUOLA DELLO ZEN SONO LA REAZIONE AGLI INTERVENTI PER RIPRISTINARE LA LEGALITA’

di Aldo Penna

Le minacce a Orlando, a differenza di venti o venticinque anni fa, non provengono dalle famiglie mafiose disturbate dai potenti riflettori che le denunce del sindaco, eletto a furor di popolo, accendevano sul controllo pervasivo nei confronti dell’economia e della politica cittadina.
Oggi i segnali inquietanti che si levano sotto forma di lettera o lenzuolo appeso a una cancellata, arrivano dalla mafiosità diffusa ancora rigogliosa e forte nel territorio.
Parcheggi abusivi, mercatini, ambulanti, negozi, discariche, un controllo alternativo a quello ufficiale che calpesta la legalità, impedisce il normale scorre della vita della comunità e si riverbera sui servizi essenziali dove sono presenti sacche di trascuratezza e arroganza che deturpano e trasfigurano Palermo.

La rivolta distruttiva per piazza San Domenico, i raid vandalici ripetuti nelle scuole della periferia, l’ostinazione a non rispettare turni e presenze per i servizi, lo sberleffo alle regole, sono le tante facce della mafiosità culturale così difficile da estirpare.

E se dopo un decennio di abbandoni si chiede a tutti di onorare il patto di convivenza che trasforma una città in comunità, ecco che arrivano le minacce, gli striscioni, le intimidazioni.

La strada verso la normalità è ricca di insidie. Ogni angolo nasconde incognite. Ma la reazione della cittadinanza per Piazza San Domenico è un segno potente. E’ su questo nuovo spirito che Orlando e l’amministrazione cittadina devono basare la loro azione riformatrice.

La speranza si alimenta di segni. Se saranno ripetuti, forti e coerenti, da Palermo si leverà tanta energia da dissolvere quelle tenebre civili in cui per troppo tempo siamo stati immersi.

Aldo Penna

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