La mafia nello Statuto siciliano. Ora tocca alla Costituzione italiana

VINCE LA POLITICA DELLA PROPAGANDA CON QUALCHE LIMATURA

Non c’è niente da fare. Quando una classe politica decide che la cosa più importante è la propaganda, nessuno può fargli cambiare idea. Neanche la storia che insegna  come le strategie della propaganda abbiano avuto sempre la vista corta.  Tant’è.

Propagandistica per antonomasia è, ad esempio, la proposta molto caldeggiata dal Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, di inserire il ripudio della mafia nello Statuto siciliano. Un provvedimento privo di logica giuridica e politica, oltre che pratica, come abbiamo sostenuto in questo articolo.

Ma era una fissazione del Presidente della Regione, che tra l’altro, sui temi dello Statuto e dell’Autonomia siciliana, a quanto pare, è abbastanza ‘disinformato’.

Così, tra mille polemiche e vivaci dibattitti all’Ars (per fortuna, anche tra i deputati dell’Ars, c’è qualcuno che conosce un po’ meglio la storia di questa regione e i suoi rapporti tormentati con lo Stato) alla fine l’ha spuntata, ma solo in parte.

Ieri il provvedimento ha incassato il prima via libera, anche se,  in Commissione Antimafia, si è cercato di alleggerire lo strafalcione istituzionale:

“Alla fine è stato approvato un mio emendamento dove sostituiamo il termine ‘ripudio’ con il termine ‘condanna’- spiega a LinkSicilia il Presidente di questo organismo parlamentare, Nello Musumeci- la differenza è sostanziale. Ripudiare significa rescindere dei legami che c’erano. Una terminologia che rivela una scarsa conoscenza sia della storia siciliana che della mafia. Altra cosa è condannare”.

Musumeci, che di Autonomia siciliana e di antimafia ne sa un bel po’, era del tutto contrario alla norma: “Ho dovuto prendere atto della volontà della maggioranza, cercando di limitare i danni con il mio emendamento”.

Il testo deve ora passare al vaglio dell’Aula e poi del Parlamento italiano (lo Statuto, come sappiamo, è parte della Costituzione italiana).

Dal Presidente Crocetta e dai deputati che hanno partorito questa idea ‘brillante’, adesso ci aspettiamo coerenza. Ci aspettiamo, ad esempio,  che si intestino una battaglia per inserire anche nella Costituzione il principio secondo cui  gli Italiani tutti ripudiano la mafia e magari  il terrorismo.

Siamo curiosi di sapere cosa ne penserebbero i costituzionalisti, oltre agli italiani.

Editoriale/Qualcuno all’Ars pensa di ‘istituzionalizzare’ la mafia

Antonella Sferrazza

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