La mafia al contrattacco: vuole la sanatoria edilizia nelle aree vincolate e, soprattutto, lungo le coste della Sicilia

LA BATTAGLIA PER ‘CEMENTIFICARE’ LA NOSTRA ISOLA – ANZI, PER FINIRE DI ‘CEMENTIFICARLA’ – E’ GIA’ INIZIATA. ED E’ COMINCIATA DA PALERMO. A COLPI DI CARTA BOLLATA, DI PARERI E DI INTERPRETAZIONI BIZANTINE. PER ORA GLI UNICI CHE SI OPPONGONO SONO GLI ESPONENTI DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Com’era prevedibile, il parere del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) su un balcone di uno sperduto paesino del Messinese si sta trasformando in una mega sanatoria edilizia nelle aree vincolate della Sicilia. La storia l’abbiamo raccontata qualche mese fa, quando il Comune di Palermo ha fatto da ‘apripista’. Chiedendo a propria volta il parere ai ‘legulei’ dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente.

Di questi uffici della Regione siciliana abbiamo già riferito ieri sera. Sono quanto di peggio esiste nell’Amministrazione pubblica. Sono quelli che, nella nostra Isola, hanno autorizzato tutto e il contrario di tutto. Se tante aree della nostra terra sono inquinate, o meglio, massacrate da ogni forma di veleno, ebbene, il ‘merito’ è di chi, in tutti questi anni ha gestito tali uffici.

Da questi uffici, ancora una volta, sembra venuto fuori il parere che potrebbe dare la stura a una mega sanatoria edilizia della quale non conosciamo ancora i termini.

Il ruolo di apripista, l’abbiamo già ricordato, lo sta facendo il Comune di Palermo. Dove tra Commissione Edilizia e Consiglio comunale il ‘cemento’ è quasi sempre all’ordine del giorno. A Palermo la politica, al di là delle ‘marce’ e dell’antimafia di facciata, la politica – sul fronte edilizio – ha la faccia come il culo.

Basti pensare che, nella seconda metà degli anni ’80, in piena ‘Antimafia militante’, l’Amministrazione comunale di quegli anni non si opponeva alla lottizzazione abusiva di Pizzo Sella, la ‘ridente’ collina che sovrasta Mondello, priva di alberi – e quindi a rischio idrogeologico – che veniva presa d’assalto da ‘villazze’ ancora oggi in piedi, nonostante un voto del Consiglio comunale di Palermo, espresso nel 1995, che ne prevede la demolizione.

Oggi, a Palermo, si torna a parlare di ‘cemento’. Con un Consiglio comunale di ‘belli e addormentati’ che in due anni ha riesumato le peggiori delibere della passata Giunta di Diego Cammarata. Cemento e lottizzazioni a tutto spiano. Operazioni temerarie sulle quali non è da escludere possa essere ‘caduto’ l’ex assessore comunale, Giuseppe Barbera, che non sembrava molto in linea, per esempio, con la ‘cementificazione’ del Parco di Ciaculli. Per non parlare del cemento di via Trabucco e di altre ‘delicatezze’ cementizie messa in cantiere dall’attuale Consiglio comunale.

Tra queste ‘meraviglie’ c’è anche – ed è in prima fila, vista la simmetrica identità di vedute tra Giunta comunale, Consiglio comunale e Commissione Urbanistica comunale – sulla possibile sanatoria nelle aree vincolate.

L’unica forza politica che si sta opponendo a questa schifezza prossima ventura è il Movimento 5 Stelle. E infatti, oggi i grillini tornano ad attaccare l’Amministrazione comunale di Palermo.

“Il Sindaco Orlando – si legge in un comunicato del Movimento 5 Stelle – non perde occasione per dimostrare la sua scarsa sensibilità verso l’ambiente: la scelta di allargare il condono del 2003 anche agli immobili che ricadono in aree vincolate, dimostra quando sia basso il livello di tutela che il Comune offre al suo territorio”.

Il Movimento 5 Stelle torna sul pericolo maxisanatoria, che potrebbe aprirsi in tutta la Sicilia e soprattutto a Palermo. Un pericolo divenuto incombente a Palermo dopo che l’Avvocatura municipale ha dato parere favorevole al riesame di alcune pratiche di sanatoria ‘bocciate’.

“Alcuni mesi fa – afferma il presidente della commissione Ambiente dell’Ars Giampiero Trizzino, parlamentare del Movimento 5 Stelle – ho portato in assemblea la proposta del M5S per risolvere la vicenda: è un semplice disegno di legge che chiarisce una volta e per sempre l’interpretazione del condono edilizio del 2003, ancorandolo al dato nazionale, ovvero: la sanatoria non si estende alle aree sulle quali insiste un vicolo relativo”.

“Il disegno di legge – aggiunge Trizzino – era stato temporaneamente accantonato alla luce della sostituzione dell’assessore Mariella Lo Bello, firmataria della circolare regionale che aveva ingenerato il problema. Oggi la Lo Bello è stata sostituita dall’assessore Mariarita Sgarlata. Mi auguro che la sensibilità verso la tutela dell’ambiente del nuovo componente della Giunta regionale deponga a favore della nostra battaglia. Ad ogni modo, io sono pronto a riprendere quel disegno di legge anche domani: la politica regionale si deve pronunciare. Vogliamo nomi e cognomi dei deputati regionali che si schierano contro la tutela dell’ambiente”.

Siamo arrivati al punto dolente della questione: la faccia. Al Comune di Palermo – a parte il Sindaco che rappresenta l’Amministrazione e non si può nascondere – nessuno, in questa storia, ha messo finora la faccia. E anche all’Ars proveranno a non mettere la faccia.

Per ora ci sono solo ‘pareri’: il parere del Cga, il parere dei vertici burocratici dell’assessorato al Territorio e Ambiente e il parere dei vertici burocratici del Comune di Palermo e, supponiamo, il formicolio’ in corso in altri Comuni dell’Isola.

L’obiettivo della politica siciliana – e l’obiettivo della mafia, quella vera: la mafia che sta dietro le grandi ‘operazioni’ del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo – è quello di arrivare a una sanatoria edilizia generalizzata non soltanto nelle aree vincolate, ma anche in altre zone.

Siamo arrivati al vero snodo di questa storia. La mafia siciliana – sia nella sua espressione alto borghese, sia nella sua espressione meno nobile, ma non per questo meno efficace – insegua dal 2001 una sanatoria lungo le coste. Dove la sanatoria trasformerebbe chilometri e chilometri ci cemento, fino ad oggi abusivo, in legale. Aprendo la via a speculazioni inimmaginabili.

Con molta probabilità, l’operazione in corso è molto più grande e più estesa di quanto appaia oggi. Ricordiamo solo che nel 2012, a chiusura di legislatura, circolava un mega progetto di quasi integrale ‘cementificazione’ dell coste siciliane. Con dietro gli interessi di grandi gruppi economici nazionali.

Guarda caso, questi interessi coincidevano con quelli dei mafiosi. Sarà interessante capire – anche sotto il profilo sociologico – come, partendo da un parere del Cga su un balcone di uno sperduto paese del Messinese, i mafiosi e gli speculatori proveranno a ‘inghiottire’ prima le aree vincolate fuori dai 150 metri dalla battigia e, poi, le aree entro i 150 metri dalla battigia.

La partita della mafia – quella vera – è iniziata. Ed è iniziata da quella che resta la capitale della mafia: Palermo.

 

 

Redazione

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