La macchina dell’immaginazione, Leonardo alla Gam L’omaggio di Palermo a 500 anni dalla sua morte

Dal Palazzo Reale di Milano alla Gam di Palermo per celebrare il genio di Leonardo a 500 anni dalla sua morte. Da domani, 17 settembre, fino al 26 gennaio prossimo sarà possibile visitare La macchina dell’immaginario, la mostra progettata da Studio Azzurro e che arriva in città grazie all’interazione tra la Fondazione per l’Arte e la Cultura Lauro Chiazzase, l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani e il Comune di Palermo, con la collaborazione di Civitas Sicilia. Una celebrazione, questa, che passerà «attraverso la sinossi tra rappresentazione visuale e cultura dell’immagine – chiarisce subito il professor Pogliese della Fondazione per l’Arte e la Cultura Lauro Chiazzase -, dove La macchina dell’immaginario diviene l’ossimoro tra staticità meccanica e dinamicità immaginativa. E, in questo passaggio di testimone tra le due città, la Fondazione svolge il ruolo di pivot», dice prendendo in prestito il gergo del basket.

«La presenza a Palermo di questa mostra è frutto della coincidenza e della casualità di molti incroci culturali e personali tra le persone qui riunite – spiega ancora -. Io sono stato presente all’inaugurazione milanese rimanendo molto colpito dall’allestimento e visto la mancanza nella nostra Regione di eventi rilevanti legati ai 500 anni di Leonardo, la Fondazione Chiazzese, il cui scopo ultimo è la creazione di opportunità per rendere la Sicilia una piattaforma culturale, ha colto l’occasione collaborando anche con Civitas Sicilia. Una collaborazione tra varie realtà, che testimonia come le cose camminano sulle gambe degli uomini e non accadano mai per caso». Una sinergia vincente, che permette adesso anche alla nostra città di fare la sua parte per celebrare Leonardo, «un artista che è importante ricordare in Italia, per evitare che i francesi se ne approprino, attraverso una mostra che fa parte del cammino culturale intrapreso dalla città», l’inciso del sindaco Orlando.

«Leonardo interpreta il mondo enciclopedico attraverso sperimentazione e conoscenza – aggiunge poi anche Michele Bray, dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani -. Soprattutto in una mostra che può raggiungere chiunque attraverso l’applicazione appositamente ideata per la fruizione dell’evento, che permette alla cultura di raggiungere tutti gli interessati. Dal 1925 portare la cultura e la conoscenza a un numero sempre maggiore di cittadini, con lo scopo di renderli una singola comunità, è la mission della Treccani, che nel nuovo millennio ha cambiato pelle dimostrandosi sensibile alle sfide della società tecnologica. Siamo interessati a promuovere la cultura e in questo periodo stiamo editando molti volumi legati alla storia dell’arte e ai cataloghi delle mostre, dimostrandoci sensibili rispetto a innovazione e arte contemporanea e percependo la necessità di farle conoscere attraverso rigorosi metodi di lettura anche nelle scuole. Un impegno prioritario per qualunque governo, perché investire nella cultura è necessario affinché il Paese possa costruire il proprio futuro».

A guidarci lungo il percorso della mostra è, poi, Fabio Cirifino di Studio Azzurro, il collettivo artistico nato negli anni Settanta, il cui gruppo di lavoro ha studiato approfonditamente i materiali usati da Leonardo partendo dai suoi disegni, visto come elementi di studio e indagine della realtà. «Studio Azzurro indaga le nuove tecnologie cercando di tirare fuori il meglio, riportandola ad una dimensione più umana e al servizio dell’uomo. Lavorando su Leonardo abbiamo scelto un approccio dialogico tra il fruitore e la scienza del genio rinascimentale, una dimensione in cui disegno e scrittura risultano complementari permettendoci di usare una narrazione visiva per portare in vita le immagini partendo dagli scritti di Leonardo», afferma il curatore della mostra guidandoci attraverso le istallazioni. Passato e futuro si incontrano quando le macchine di Leonardo prendono vita sotto forma di contenitori e telai sui quali vengono tese le tele usate per proiettare i filmati interattivi, attivati attraverso software di riconoscimento vocale (programmati dai tecnici di Studio Azzurro), basati su precise parole chiave contenute nelle info grafiche alla base di ogni installazione, le cui doppie facce proiettano video diversi per la stessa chiave vocale.

«Ogni elemento della narrazione visuale è costruito a partire dagli scritti di Leonardo, così come le animazioni digitali e le video performance che raccontano i concetti espressi negli appunti dell’artista, il tutto al servizio del concetto che Leonardo esprime nelle sue opere, suddivise con precisione scientifica in diverse categorie», continua Cirifino, mostrando il funzionamento delle varie installazioni artistiche. Paesaggio, Osservazioni sulla Natura, Tavolo Anatomico, Macchine della pace, Macchine della Guerra, la Città e la Pittura sono i settori della mostra, che esplora le molte sfaccettature del genio leonardesco mantenendo come fulcro concettuale la presenza del corpo umano, quella fisicità attribuita alla macchina uomo che permea l’intera mostra invitando il fruitore alla riflessione, «al recupero della gestualità artigianale propria di Leonardo, un ritorno alla corporeità espresso da Studio Azzurro con l’assenza di freddi e impersonali touch screen, ricorrendo invece alla necessità del contatto fisico, per quanto permesso in seno a una mostra, con l’opera l’istallazione», conclude Cirifino a margine della visita museale, che per i fruitori si conclude con una lunga disamina da quarantacinque minuti sulla costruzione stratificata e la sovrapposizione dei paesaggi nei quadri di Leonardo da Vinci.

Francesco Lodato

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