Nella seduta del 28 maggio al Senato accademico doveva aver luogo la discussione sul D.D.L. Gelmini sul “riordino dell’università”, attualmente in discussione al Senato della Repubblica, sollecitata dalla Mozione di protesta presentata al Rettore Recca il 15 maggio dal Coordinamento dei ricercatori di ateneo.
Nonostante il Rettore avesse assicurato in questa data al Coordinamento dei ricercatori che la mozione sarebbe stata messa all’o.d.g. del prossimo Senato accademico (quello del 28 maggio), previo ricevimento delle adesioni, ha rinnegato tutto ciò occultando le circa quattrocento (400) adesioni pervenutogli nel frattempo, e dando conto della Mozione presentatogli in forma di “comunicazione”, negando di fatto ai componenti del Senato (i quali erano invece a conoscenza sia del numero delle adesioni nelle loro singole Facoltà che delle altre), di poter replicare e discutere sia il D.D.L. Gelmini, che le ragioni della protesta contenue nella mozione.
Per precisione si specifica che la mozione di protesta dei ricercatori, nel proporre una propria analisi del D.D.L. Gelmini sui punti giudicati lesivi per l’Università italiana, dichiara che questi sono ” pronti in qualunque momento a ritirare la propria disponibilità ad assumere incarichi didattici non obbligatori per legge per l’anno accademico 2010/2011″, dove questi stessi dichiarano altresì che sono pronti a recedere dalla manifestata volontà di astensione dalla didattica nel caso in cui vengano emanati, nelle sedi competenti, provvedimenti legislativi concreti che tengano conto delle loro legittime aspettative”.
Le ragioni che sostengono questa mozione hanno già raccolto l’adesione degli studenti di diverse Facoltà, i quali, nell’essere consapevoli che c’è il rischio che nel prossimo anno accademico non partiranno diversi corsi dti sudio, ritengono che questa protesta dei ricercatori vada assolutamente sostenuta.
Al contrario di quanto hanno fatto coraggiosamente gli studenti, il Rettore con il suo atto unilaterale del tutto anti-democratico, ha perso l’importante occasione di farsi interprete del malumore nei confonti del D.D.L. Gelmini espresso a livello nazionale e locale unicamente dai ricercatori, evidenziando in sede C.R.U.I. le diifficoltà didattiche a cui andranno incontro diverse Facoltà dell’Università di Catania a partire dal prossimo A.A., così come hanno già fatto molti altri rettori italiani.
Nel dissentire totalmente dalle modalità di comportamento del Rettore Recca, i ricercatori di Catania continueranno a manifestare le ragioni della loro protesta nello stato di agitazione da questi sollecitato, riservandosi di prendere delle ulteriori decisioni rispetto a quelle sino ad ora già espresse.
Alessandro Lutri
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