La grande partita tra Orlando e il centrodestra

Mentre a Roma Angelino Alfano e Pierferdinando Casini si esibiscono nel balletto sulla ‘Grande casa dei moderati’ che, però, fino ad oggi, è rimasta solo un’aspirazione, in Sicilia c’è chi prova a costruire questo ‘Tempio’ dei moderati. Sono dieci deputati dell’Ars – del Pdl e del Pid – che, proprio stamattina, tengono una conferenza stampa per annunciare un progetto di governo per la Sicilia. Quello di oggi è solo, come dire?, l’aperitivo. Perché il vero e proprio ‘manifesto’ del moderati siciliani verrà presentato il prossimo 7 giugno, a Palermo, nella Sala Gialla di Palazzo Reale, la sede del parlamento dell’Isola.
Quello di oggi, insomma, non è solo un colpo di acceleratore. E’ anche – anzi, soprattutto – un progetto politico per provare a governare la Sicilia nei prossimi anni. Si parte – e questo è inevitabile – da un’analisi sul Governo Lombardo che sembra ormai al capolinea (mentre scriviamo c’è il presidente della Regione che tenta, tra mille alchimie parlamentari, di dare vita al suo quinto Governo, mentre 38 deputati di Sala d’Ercole sono pronti a rassegnare le dimissioni per chiudere anticipatamente questa legislatura: e non è detto che nelle prossime ore, o nei prossimi giorni, non si arrivi al numero ‘fatidico’ di 46 deputati per dare l’addio ad Ars e Governo). Per arrivare a quella che, in fondo, non sarebbe altro che la ricostituzione della grande enclave moderata della Sicilia che negli ultimi anni è stata indebolita e smembrata da lotte interne di potere.

I deputati dell’Ars che danno vita a questo progetto sono Innocenzo Leontini, capogruppo del Pdl all’Ars, Rudy Maira, capogruppo del Pid, sempre a Sala d’Ercole, Toto Cordaro (Pid), Nino Beninati (Pdl), Fabio Mancuso (Pdl), Edoardo Leanza (Pdl), Totò Cascio (Pid), Raimondo Torregrossa (Pdl), Marianna Caronia (Pid) e Roberto Corona. E’ importante notare che il progetto nasce con la presenza di parlamentari di tutt’e nove le province siciliane. Nel progetto ci sono anche alcuni parlamentari nazionali di questi due partiti.

Già, la partita tra centrodestra centrosinistra in Sicilia. Che si annuncia difficile. Perché, come quasi sempre avviene nella politica siciliana, la competizione per le prossime elezioni regionali si giocherà al centro. Solo che questa volta il centrodestra siciliano, in fase di ricostituzione, se la dovrà vedere con Leoluca Orlando che, da quando è stato rieletto sindaco di Palermo, è diventato, di fatto, il leader dello schieramento di centrosinistra della Sicilia. Orlando è già in campo con tutto il suo carisma e con la sua grande capacità di aggregazione.

Con la conferenza stampa di stamattina – e con l’appuntamento del prossimo 7 giugno a Palermo – si apre la corsa per ‘conquistare’ alcuni ‘pezzi’ importanti dello scacchiere politico siciliano. Vediamoli per grandi linee.

L’Udc di Giampiero D’Alia -almeno così sembra – dovrebbe dialogare con Orlando. Anche se quando c’è di mezzo la ‘scuola’ politica  democristiana (e D’Alia, per inciso, è figlio d’arte) i termini ultimativi, tanto per capirci, non esistono.

In questo scenario il presidente Lombardo non c’è più; e non c’è nemmeno il Pd siciliano, che il capogruppo Antonello Cracolici, il parlamentare nazionale Giuseppe Lumia e la corrente Innovazioni hanno dirottato verso una strada senza uscite. La mossa del centrodestra – ovvero i 38 deputati dell’Ars pronti a firmare le dimissioni – ha messo in fuori gioco non il gruppo parlamentare del Pd all’Ars, ma il Partito democratico siciliano.

Il gruppo parlamentare all’Ars del Pd si riunisce oggi per decidere “cosa fare”. Anche se ormai non hanno molto da fare, mentre molto, invece, hanno da subire. Se decideranno di dimettersi – determinando lo scioglimento anticipato dell’Ars – faranno cadere il Governo del quale hanno fatto parte per quattro anni (una sorta di ‘autoincaprettamento’ politico con risvolti tragicomici). Se non si dimetteranno passeranno come quelli che tengono in vita un Governo ormai inviso alla società siciliana (emblematico, al riguardo, il “no” di Confindustria Sicilia ad esponenti politici alla guida di Irfis-Fin-Sicilia, un diniego dietro il quale si intravede un “no” al Governo Lombardo).

Insomma, il Pd siciliano, dopo quattro anni di sostengo all’attuale Governo regionale, si ritrova oggi a scegliere tra il ‘fuoco’ dell’autoscioglmento dell’Ars e l’acqua di un ipotetico quinto Governo Lombardo dove ‘annegare’.

In questa prospettiva è difficile che lo stesso Lombardo riesca a tenere unito il proprio partito e i singoli deputati – nazionali e regionali – che ancora gli stanno intorno. La nave ‘affonda’ e l’equipaggio cerca di mettersi in salvo…

Gli ‘approdi’ alternativi non mancano. “Anche perché – spiega il parlamentare regionale Toto Cordaro, tra i protagonisti del ‘gruppo dei dieci’ – il nostro è un progetto inclusivo. Stiamo elaborando un ragionamento politico ad ampio raggio, che va ben al di là di certi steccati che, oggi, non hanno più motivo di esistere”.

La partita, come già accennato, si giocherà al centro. Da una parte il carisma di Leoluca Orlando che, benché esponente di un partito di sinistra – Italia dei valori – e benché alleato della Federazione della sinistra, ha numeri, titoli e argomenti per attrarre i moderati in un progetto di modernizzazione della Sicilia. Dall’altra parte il centrodestra che, a fatica, si va ricostituendo.

La posta in palio è alta. E potrebbe determinare, alla fine, la vittoria dell’uno o dell’altro schieramento alle prossime elezioni regionali. L’Mpa e le piccole formazioni (che in realtà sono singoli deputati, visto che gli assessori, in termini elettorali, contano poco, come hanno dimostrato i risultati delle elezioni comunali di Palermo) sono in fase di scomposizione, pronte per essere aggregate dall’uno o l’altro schieramento. Mentre una parte moderata del Pd siciliano è in fibrillazione – e forse in fase di pre-scomposizione – se non altro perché la linea ‘governativa’ di Cracolici e Lumia, alla fine, costringerà lo stesso Pd ad ‘elemosinare’ qualche ‘strapuntino’ nel nuovo centrosinistra del quale Orlando è ormai il leader. Davvero poco per un partito dove militano, senza una particolare ‘fantasia’, gli eredi della grande Dc e del grande Pci…

Foto di Toto Cordaro (in alto e destra) tratta da livesicilia.it

 

Giulio Ambrosetti

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