La Formazione tra delusioni e inganni

da Antonio Spallino
riceviamo e volentieri pubblichiamo

In questi giorni ho letto Link Sicilia diversi articoli riguardanti il sistema della Formazione professionale Sicilia. Per carità, con tutto il rispetto per chi li ha scritti, alcuni sono interessanti e propositivi, altri invece sono inesatti, privi di riscontro, fuorvianti e poco rispettosi della storia del sistema.

Inizio, il mio dire, col denunciare la mancanza di volontà politica dei governi regionali, che nel tempo si sono succeduti, siano essi di centro-sinistra che di centro-destra, riguardante il varo di una nuova legge di riforma del settore. Basti pensare che l’attuale legge regionale che governa il sistema è datata 1976 e porta il nome di Addestramento professionale. Mentre a livello nazionale vige la legge quadro 845 che è del 1978 e porta il nome di Formazione professionale. Questi due elementi, la data di entrata in vigore delle due leggi e il titolo delle medesime è quanto dire.

La nostra legge regionale è antecedente a quella nazionale e le finalità, stante al diverso significato che esiste tra Addestramento e Formazione dimostra la scarsa attenzione della classe politica siciliana ad affrontare e risolvere i problemi del settore che, con il passare degli anni, si sono incancreniti. Tutti, dico tutti i programmi predisposti dai vari governi, che si sono succeduti negli ultimi trenta anni, all’atto del loro insediamento contenevano, come priorità di intervento, la legge di riforma del settore. Solo e sempre promesse puntualmente disattese, tanto da creare negli addetti ai lavori la convinzione secondo la quale, non trattandosi di una riforma clientelare, nessun governo l’avrebbe mai fatta. Anche l’attuale presidente Raffaele Lombardo più di una volta ha annunciato come imminente la riforma del settore.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per la verità il Presidente Lombardo, su proposta dell’assessore al ramo, Mario Centorrino, ha emanato una delibera di giunta, la 350 del 4 ottobre 2010, che sostanzialmente conteneva tutta una serie di interventi che lasciavano ben sperare. L’amara verità è che dalla data di emanazione della delibera ad oggi nessun atto amministrativo è stato posto in essere. Al contrario, si è assistito, da parte dell’assessore Centorrino, ad un cambiamento totale di rotta che, di fatto, per i giovani siciliani si sostanzia con la negazione del diritto alla formazione previsto dalla nostra Carta costituzionale e per gli operatori alla condanna al precariato a vita.

La tanto blaterata riforma del settore più volte annunciata dal presidente Lombardo ,dall’assessore Centorrino e dall’attuale dirigente generale del dipartimento Formazione professionale della Regione, Ludovico Albert, a mio avviso non corrisponde alle sacrosante aspettative di quanti hanno creduto e continuano a credere nel settore. Lo voglio ripetere con chiarezza: l’aver finanziato la formazione professionale con il Fondo sociale europeo (Fse) non è una riforma.

Professore Centorrino, anche alcuni suoi predecessori, negli anni passati, hanno utilizzato il Fondo sociale europeo per finanziare alcuni settori della formazione professionale in Sicilia . Dov’è sta quindi la novità o il cambiamento? In verità, una novità in negativo c’è. L’avviso 20 non è coofinanziato con fondi regionali: cosa, questa, che, molto probabilmente, creerà più di un problema. L’aver previsto il controllo sul numero degli allievi che frequentano i corsi non è una riforma . La norma già esisteva. L’aver introdotto il parametro unico di finanziamento non è una riforma. Professore Centorrino e dirigente generale Albert, il parametro unico è sempre esistito sin da quando la Formazione era programmata e finanziata dal ministero del Lavoro.

L’unico risultato che hanno ottenuto e di cui sembrano vantarsi è quello di aver scaricato il personale. Veramente bravi. Anzi, bravissimi. Prima, magari, qualche assessore ha autorizzato le assunzioni. Oggi arriva il Professore Centorrino e rimprovera agli operatori di aver creduto di essere dipendenti della Regione e non degli Enti. Egregio Professore, gli operatori sono ben consapevoli del loro stato giuridico ed economico. Permetta loro semplicemente di continuare a credere nelle leggi regionali che regolano il settore. Permetta loro di continuare a credere di essere dei lavoratori cui la Regione è tenuta ad applicare il Contratto collettivo nazionale di lavoro. A Lei Prof. Centorrino, al Presidente Lombardo e alle forze politiche presenti all’Assemblea regionale siciliana un invito pressante: date seguito agli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali riguardanti la salvaguardia dei livelli occupazionali degli operatori.

 

 

Redazione

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