La Finanza indaga sul Centro d’accoglienza di Pozzallo Ipotesi di truffa e peculato, sequestrati i registri

L’attività degli ultimi cinque anni del centro di prima accoglienza di Pozzallo è finita nel mirino della guardia di finanza: la tenenza di Pozzallo, su delega della Procura di Ragusa, ha aperto un’indagine le cui ipotesi di reato sono truffa aggravata, peculato, abuso di ufficio, malversazione. Al momento non risultano iscritti nel registro degli indagati. 

L’indagine è stata avviata in seguito alle diverse segnalazioni giunte all’autorità giudiziaria riguardanti una serie di irregolarità che si sarebbero verificate durante la gestione della cooperativa sociale San Domenico Savio, incaricata dal comune di Pozzallo. Gli uomini delle Fiamme gialle negli ultimi giorni sono entrati all’interno delle strutture del Cpa per acquisire documenti riguardanti il rilevamento delle giacenze, cioè tutto quello che il Cpa ha acquistato con i finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno. «Il consorzio Gruppo Luoghi Comuni, a scanso di equivoci futuri e per maggiore chiarezza, ribadisce la propria totale estraneità ai fatti in questione», sottolinea in una nota l’ente che ha preso in gestione il centro da inizio dicembre, periodo successivo a quello sotto indagine.

Proprio il Cento di Pozzallo, che durante l’anno solare 2014 ha ospitato 25mila 500 migranti, lo scorso 6 gennaio era stato chiuso temporaneamente su ordine della prefettura di Ragusa: alla base del provvedimento le carenze denunciate dagli ospiti assistiti, e nello specifico quella dell’acqua calda causata dalla rottura del boiler. 

A peggiorare l’atmosfera sono anche le proteste degli operatori del centro: sono in 55 ad aver inviato una lettera – datata 13 gennaio – al prefetto Annunziato Vardè per lamentare la mancata ricezione delle ultime sei mensilità dello stipendio. Lo scorso anno, nonostante l’ingente numero degli sbarchi e l’intenso afflusso di migranti, il Cpa di Pozzallo fu costretto a chiudere i battenti per alcune settimane. 

Il sindaco Luigi Ammatuna, alla scadenza della vecchia convenzione del 31 agosto, non firmò il rinnovo in netto disaccordo con il taglio dei rimborsi della prefettura da 80 euro a 35 euro per ospite. Ma l’accordo, per quella cifra, si raggiunse poche settimane dopo con la sottoscrizione di una proroga al 31 dicembre 2014. Adesso non c’è alcuna data certa sulla riapertura del centro, tanto meno sul rinnovo della convenzione. E non sarà di certo l’avvio delle indagini della Guardia di Finanza a svelenire il clima.

Francesco Ragusa

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